Potrei dire che col cellulare s'è persa la gioia della solitudine ricercata, ma non mi sembra il caso di approfondire. Il cellulare ha una sua utilità, certo, ma non è fondamentale, probabilmente è più uno status symbol che però non eleva il possessore, ma lo fa sentire inserito in questa noiosa società dove ci si lamenta di non avere mai soldi a sufficenza, senza mai considerare il fatto di averne buttati parecchi in cellulari, ricariche, automobili, benzina, computer, etc.
Quindi, se anche i poveri hanno un telefonino, a che serviranno mai le cabine telefoniche? Queste rimangono per i super-poveri, anche se non saprei chi possano chiamare, ma in realtà servono a tutti, perché a tutti capita o di aver finito il credito o di essersi dimenticati il telefono a casa.
Eppure tutti quanti noi vediamo come certi tamarri di periferia trattano le cabine telefoniche: le prendono o a pallonate o a calci, come se il cosidetto arredo urbano fosse inserito in una palestra dove esercitare la propria potenza o in una discarica dove le cose vecchie devono essere demolite.
Non c'è rispetto dunque per le cose vecchie e allo stesso tempo non c'è rispetto per chi usufruisce di certi mezzi e servizi perché, come detto prima, s'è dimenticato il telefonino da qualche parte o perché non ha assolutamente tempo, denaro e voglia di comprarne uno con tutto ciò che ne deriva (spreco di denaro, oserei dire, siccome un SMS attira l'altro).
Siccome i calci son poca cosa, non potevano mancare le bombe:

Bomba carta distrugge cabina telefonica - La Stampa