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27 maggio 2010

Silvio senza poteri, e anche il Duce ne soffriva

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Silvio Berlusconi continua a lamentarsi del fatto non avrebbe potere o forse pochi potere e a causa di ciò risulta sia ridicolo che insopportabile come un bambino. I bambini vogliono tutto, tutto e di più, tutto tutto e più di tutti, lui è uguale.

Lui vive per il potere da quando ha misteriosamente potuto iniziare la sua carriera da palazzinaro (origine misteriosa dei miliardi che han dato il via alla sua attività) per poi cambiare totalmente ed entrare nel magico mondo della tv (oltreché dello sport, delle banche, assicurazioni, cinema, etc.), in modo perverso: per andare contro il monopolio della Rai statalista, diffondeva di città in città lo stesso programma pre-registrato, pratica vietata, inutile dirlo, ma serve per svegliare le "anime candide". La sua iniziativa è da plaudire, perchè non tutto ciò che è illegale è ingiusto, però.. Però dal monopolio passiamo semplicemente al duopolio e ci abbiamo rimesso considerando che la Rai da educativa e interessante (non lo posso affermare con sicurezza siccome non c'ero, ma da quel che ho visto sembrava migliore di quella odierna) è diventata sempre più grezza e commerciale. Ma non è la Tv il soggetto di questo articolo, ma appunto il potere. Oggi han destato scalpore alcune sue frasi:

"Come primo ministro non ho mai avuto la sensazione di essere al potere, quando ero imprenditore e avevo 56.000 collaboratori avevo la sensazione di avere del potere. In una vera democrazia sono al servizio di tutti, tutti mi possono criticare e magari anche insultare. Chi è in questa posizione non ha veramente potere"

Ahhh, la fantastica sensazione del potere, suona come le pubblicità delle automobili con le fantomatiche ed inebrianti sensazioni che solo la guida al volante sà dare. Chi è al potere in un'azienda non viene insultato (perlomeno in faccia) e lui sperava che divenendo primo ministro avrebbe ricevuto solo applausi come un monarca o come un duce.
Addirittura sembra voler additare la critica di essere delittuosa, crimonosa.
Ma forse era già amico di Gheddafi venticinque anni fa ai tempi della Fininvest.

Prosegue citando Mussolini, mica bruscoletti, cioè mica Voltaire:


"Dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l'hanno i gerarchi, ma non io."

Io, io, io. Cioè, lui, lui, lui. Noi italiani siamo costretti a sorbirci ogni suo stupido lamenta. Forse lo fà apposta: se si lamenta lui che è il capo, gli operai e i disoccupati non devono lamentarsi più di tanto, perchè la vita è dura per tutti.
Comunque, dicevamo dei gerarchi: avere dei ministri, senatori, deputati che ti votano leggi vergogna (qui in un mio recente post, ne ho elencate 7 per me principali, sulle 38 contate da Travaglio) a colpi di fiducia non è una brutta cosa, anzi, è invidiabile! Se difendono te, i tuoi familiari, le tue aziende e il tuo potere, evidentemente potente lo sei.
Tranquillizzati Silvio, siamo tutti con te affinchè tu possa continuare ad essere primo ministro, in modo tale che tu possa andare in escandescenza pensando a quanto poco potere tu abbia. Sarebbe divertente.
Tu, sempre più pazzo e sempre più potente. Tu, sempre più potente e sempre più pazzo perchè ti ci abitui troppo in fretta al tuo potere e ne vuoi ancora di più, sempre di più.

Secondo me sta troppo a stretto contatto con Tremonti che frequenta i finanzieri del gruppo Bilderberg ed è conscio di essere un pupazzo.

Potere dettato, tra l'altro, solo dai soldi, dal capitale.
Siccome la nostra vita è al soldo dei soldi, chi vuole avere potere cerca di accapparrarsene in gran quantità, in modo che la gente vada strisciando e implorando da loro. In realtà, senza Berlusconi e tutti gli altri magnati si riuscirebbe a vivere ugualmente
, basterebbe organizzazione egualitaria fra simili, purtroppo però la nostra società (e non solo questa) è patriarcale, quindi ognuno di noi ha bisogno di un forte punto di riferimento a cui (è obbligato a) portare rispetto, sperando, da grande, di riceverne altrettanto.
Il patriarcato si moltiplica con tutti i suoi difetti ed è destinato a non vedere mai la fine, se non con quella della civiltà intera. Non c'è ritorno.


Potere? Tzè, una volta parlava di amore.
Amore in senso lato, generale, non amore per il potere.
Ascoltate questo filmato del 1994: "L'Italia è il Paese che amo.."

"L'orgoglio dei piccoli consiste nel parlare sempre di sé,
quello dei grandi nel non parlarne mai."
(Voltaire)

Ben 16 anni di carriera politica, tra l'altro sempre trascorsa ai vertici e osa lamentarsi, forse non ha mai compreso appieno che il suo ruolo è quello di dirigere, amministrare, non comandare a bacchetta.
Ma se non gli garba il suo lavoro, perchè non diventa operativo come uno dei suoi gerarministri? Lascia il posto agli altri, a chi vorrebbe stare dove stai tu ma non può. Per concludere, pongo una domanda pruriginosa, gli ex presidenti del Consiglio si son mai lamentati? Prima di Re Silvio ne abbiamo avuti 23 senza contare lui: De Gasperi, Pella, Fanfani, Scelba, Segni, Zoni, Tambroni, Leone, Moro, Rumor, Colombo, Andreotti, Cossiga, Forlani, Spadolini, Craxi, Goria, De Mita, Amato, Ciampi, Dini, Prodi, D'Alema.

Silvio piange come il primo dei calciatori esclusi dal Mondiale?

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Voltaire dovrebbero farlo leggere al berlusca...

Danx ha detto...

E invece come bibliofilo si ritrova Dell'Utri coi diari di don Benito