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29 ottobre 2011

Fattore cacca


Ho "finalmente" osato guardare X-Factor per almeno 30 minuti, o meglio, ho visto le selezioni.

L'ho fatto sia per sentirmi inserito in società (ma và, và!), sia perchè sono affascinato dalla ICS, essendo fin dai tempi scolastici degli esercizi algebrici una lettera che sanciva il mistero da scoprire e una lettera che ho scelto anni fa per il nickname, "Danx".


Sinceramente, non mi aspettavo niente di meglio, sapevo già che questo programma mi avrebbe deluso, sia a causa dei cantanti in prova che della giuria (Morgan, Arisa, Ventura, Elio, l'unico che sempre sia lodato), ma forse, prima di tutto, perchè la musica in Tv è sempre peggio: negli anni '80, a parte le puttanate di Sabrina Salerno & company, passavano i Vanadium di Pino Scotto, mentre dagli anni '90 ad oggi è tutto un profluvio di boy-band e gente che non ha nulla di particolare, ma che sa solo cantare bene per farsi apprezzare dalla massa, proprio come certi cantanti melodici anni '50-'60.

I cantanti, al di là dall'essere intonati o no, dall'avere un timbro forte o dall'essere dei lassativi, puntano molto se non tutto sull'apparenza (essendo un programma televisivo, come non potrebbero..) e alcuni se non molti (per fortuna non tutti) sono molto presuntuosi, forse sono il frutto del nostro benessere/avere che al posto del karaoke dovrebbe invece regalare tante vispe serate con la pala in mano, che fra sale da spargere e detriti da levare, qualcosa da fare non manca, ihihih.
I giudici si fanno influenzare dall'abbigliamento, specie Morgan (che reputa "new wave" uno che è tale solo nell'abbigliamento e che stravede per una 18enne, lui dice per la voce soul con qualcosa di speciale, mentre io credo per il suo abbigliamento da cowgirl), e dalle urla del pubblico. La Ventura sembra sfottere con lo sguardo i cantanti appena entrano e allora nascono poi dei diverbi con lei che miracolosamente passa dalla parte della ragione (dice: "Mi mancate di rispetto con questi gesti", ecc.). Ma si fanno anche influenzare dai pezzi che cantano: se il pezzo è famoso, orecchiabile, metà del problema è risolto!

E poi, ultima cosa ma non per ordine d'importanza, cosa può importare come canta una persona se non propone pezzi propri? Di gente intonata e piaciona ce n'è già fin troppa.
Di sicuro da questi programmi non uscirà mai un Bob Dylan, un Eric Clapton, un Axl Rose. Di Pino Scotto neanche a parlarne: se vede la Ventura le mozza la testa con un colpo di stivalazzo super-appuntito!



28 ottobre 2011

Inferno


Steve Jobs è Satana,

Apple è l'Inferno!

Cattivo gusto della gente comune


Ritorno sulla morte del simpatico Simoncelli, perchè ha accomunato mezza se non tutta Italia e quindi si può capire, non tanto lo stato d'animo che è palese (triste per questa morte vista in diretta televisiva e fatta rivedere mille volte, a differenza di tutte le morti simili che avvengono ogni giorno lungo le nostre strada, e triste per i problemi economici di molti operai e tantissimi giovani - che però potrebbero portarli a realizzare una nuova vita -, per i diritti dei lavoratori), le idee delle persone che la popolano.

Muore un motociclista e nessuno osa dire STOP alle gare, anzi, si ricomincerà subito a correre per commemorarlo. Capirossi almeno cercherà di impegnarsi per migliorare la sicurezza in pista. Non è il massimo, non è ciò che avrei fatto, ma è già qualcosa. Muore un motociclista mentre era sulla moto, calpestato da due moto e i suoi amici/colleghi "geni", pensano bene di portare queste armi di fianco alla sua bara, come se un cacciatore morto per un errore di un suo collega, venisse ricordato alla commemorazione funebre con dei colpi di fucile, come se Gesù detto il Cristo venisse ricordato e salutato con la croc..ehm..

Muore un motociclista italiano e, data la sua indole scanzonata e il suo spirito spavaldo, coraggioso, viene salutato con una canzone di Vasco Rossi, ovvero il rocker per antonomasia in Italia. Pensare a qualcosa di più originale, no? Il rock è così vasto, è come un fiume nato da mille torrenti dalle portate più diverse, eppure per tutta Italia il rock è sinonimo di Vasco, alzato addirittura a poeta maledetto, meglio/peggio di Baudelarie e Morrison (lo ammetto, ho fatto esempi banali, lo so!).

Cosa ne dite di questa canzone (dedicata a chi cerca la vera vita, rischiando), invece?



Rainbow - Catch the sky (1975)


27 ottobre 2011

Morte alla famiglia monogamica patriarcale

Quando mi capita di guardare fotografie di neo-manne con le manine dei loro bebè che si alzano, immagino, queste mani, armeggiare con tasti, marchingegni, volanti, pistole
Vedo, praticamente, degli esseri che sono stati messi al mondo non per istinto (di cui siamo schiavi, ovviamente), ma per continuare i mestieri non tanto dei genitori (nessuno ha più laboratori artigianali che passa al figlio, donandogli quindi sapienza, mestiere e una vita abbastanza tranquilla fin da subito), quanto qualsiasi lavoro richiesto dal mercato, dal mondo che si dice tecnologico, scientifico, ma che continua ad abbisognare di spazzini, lavatori di cessi, cambiatori di pannolini a bebè e ad anziani, di gente che si intrufoli nelle ciminiere, nei tunnel, che stia mesi su piattaforme petrolifere, dentro miniere e altre "amenità" dell'homo faber.

Fare figli, per di più se ci si affida ciecamente al welfare state con le sue illusioni (il famoso "pezzo di carta"..) e se non si sa cosa offrirgli di duraturo, è un atto criminoso se non proprio criminale, dato che l'esistenza è da sempre stata grama, non è un miracolo, non è bella se non per pochissimi istanti e per poche persone, quindi andate a fanculo voi che procreate.

Un bambino ed un ragazzo avrebbero sicuramente maggiori opportunità se vivessero in una famiglia allargata, non nella classica famigliola monogamica patriarcale dove si subisce l'influenza e dove si subiscono le imposizioni/costrizione di due borghesucci frustrati.

26 ottobre 2011

Balotelli fa bene


Ultima news su Mario Balotelli: avrebbe comprato un tavolo da ping-pong e due scooter andando in giro per la città con la sua fidanzata. E giù tutti a criticarlo perchè avrebbe scialacquato un bel po' di soldi? A me, questi commentatori criticoni, sembrano tutti invidiosi, ma di robe semplicissime, si vede che sono persone tristissime e quindi da ora divento un grande fan, d'altronde anche io ero un po' guascone fra i 17 e i 20 anni e non ho mai sopportato quelli che sanno come ci si deve comportare, per di più ammonendoti!
In questo caso cos'avrebbe fatto il calciatore afro-italiano? Ha comprato due ingrendienti per la felicità! Io l'ho sempre vista così: ping-pong + motorino ed è subito estate :)



All my life it seems
just a crazy dream
reaching for somebody's star
Can't believe it all
did he really fall?
What to do now? Well I don't know
Something's call me back
like a light in the black
Yes,
I'M READY TO GOOOO!!!!!!

Ma basta con Berlusconi


Non ce lo si leva dalla testa, è ancora al centro delle attenzioni di tutti e la gente sa dire più velocemente il suo nome che il proprio, è assurdo.
Berlusconi è solo un politico che, lo sappiamo bene, fa vergognose leggi per sè e i mafiosi e stupide leggi economiche. Basta, è inutile dire altro.

Tutti quelli che si sentono degli eroi facendo battute sul suo conto, sui suoi difetti umanissimi, forse non lo sanno ma fanno solo il suo gioco, cioè riempire l'etere col suo nome e distrarre.

Ma cosa volete che cambi senza Berlusconi?
La gente che scende in piazza per protestare contro il precariato è più malata di mente di Berlusconi: che si lamentino coi loro datori di lavoro, ma forse trovano le p.. il coraggio solo tutti uniti in un branco omogeno, mentre da soli nella vita quotidiani sono dei conigli ligi alle convenzioni.
Ma poi in cosa sperano? Di divenire felici col posto fisso? Secondo me si suiciderebbero dalla monotonia.

Avere un obiettivo nella vita è ciò che ci vuole per sentirsi vivi, ma se l'obiettivo è abbattere, per di più uno ininfluente verso le proprie vite, è solo uno spreco di tempo o una scusa per non badare alla propria insulsa vita.

24 ottobre 2011

1 vs 1.000

In Turchia un terribile terremoto ha provocato, si stima, circa 1.000 morti.
Ma penso che nessuno piangerà per loro se non i loro amici e parenti e connazionali in generale.
In Italia, sempre a seguito di un mix fra intemperie della natura e costruzioni umane sbagliate, è morta una ragazza travolta da un'ondata di fango in Campania, ma anche lei non verrà pianta da nessuno al di fuori del suo paese.

Si dice che "un morto sia una tragedia, mentre 1.000 una statistica", ma se quel singolo non è uno famoso, non importa. E se quel singolo è morto ben conscio dei rischi che correva, rischi che se superati lo avrebbero portato all'apice del successo, si piange come se fosse stato vittima di un'ingiustizia.
Non importa se invece le altre persone che muoiono, muoiono completamente da innocenti, ovvero mentre erano intente a compiere normali azioni quotidiane (fare cose in casa, a lavoro, per strada, ecc.).

Noi gente comune non contiamo nulla, possiamo morire domani o anche adesso, perchè nessuno fa niente per noi per farci vivere in sicurezza.

Enzo Mazzi e i 22 anni


"Enzo Mazzi ha sempre avuto posizioni divergenti da quelle delle gerarchie ecclesiastiche in temi di aborto, divorzio ed eutanasia" e s'è pure fatto cremare.


Fosse vissuto anche solo 200 anni fa, non avrebbe campato fino a 82 anni nell'Europa cattolica (ovvero talebana), forse fino a 22..

La mia vita è stata cambiata millenni fa

Un apparecchio elettronico, se non nel caso del bypass per il cuore, non può cambiare le nostre vite, non è un aggeggio tecnologico che migliora l'esistenza che è degna di essere vissuta solo se si hanno intorno persone amorevoli, amici, un ambiente piacevole da vedere e che ci offre sicurezze sul piano economico e el lavoro.
Bisogna ampliare gli orizzonti, magari andando a ritroso nel tempo.
Io dico che la vita, non solo mia ma di tutti, è stata cambiata dalla posizione eretta, dalla scoperta del fuoco e della ruota. Altro che computerini vari..


Ecco un sondaggio che circola in rete:

Qual è l'idea che ha cambiato le nostre vite?

Il Macintosh
L'iPod
L'iPhone
L'iPad
L'iCloud

23 ottobre 2011

Squilibrato in Vaticano

"E' di nazionalita' rumena lo squilibrato salito sul colonnato di piazza San Pietro durante la messa del Papa.
Secondo quanto si e' appreso, in passato si sarebbe reso responsabile di altri gesti volti ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica."
Fonte: Agi

Squilibrato, addirittura, mica si veste in gonnella affermando di lavorare per dio (?) e parlare con dio (?)! Devono stare attenti con questi termini i giornalisti, altrimenti la gente a casa penserà che stiano insultando il "povero" papa!

Simoncelli e la velocità per sentirsi vivi


Oggi in una gara di livello mondiale è morto il bravo motociclista Simoncelli a seguito di un impressionante incidente
(una o due moto gli sono piombate sulla testa mentre lui stava scivolando sulla corsia a seguito di una scivolata).

Ovviamente le gare continueranno a svolgersi. Lui non è nè il primo nè l'ultimo corridore morto in gara e, d'altronde, le gare servono per emozionare il pubblico e spingerlo a comprare mezzi nuovi, ovviamente sempre più potenti. Il delirio della nostra intelligenza tecnica ha di nuovo mietuto una vittima, come ogni giorno, come mille volte al giorno nel mondo, come in una guerra, ma tutti zitti, altrimenti il Pil calerà sempre di più.

Come lui, ogni fine settimana muoiono tanti giovani su due e quattro ruote e non sempre per colpe loro. Si pensi al caso dei giovani morti carbonizzati sull'autostrada Milano-Torino, l'altra notte, a causa di una seconda automobile che ha tamponato ad elevata velocità la loro ferma nella corsia di emergenza.

In certi casi per sentirsi vivi si schiaccia l'acceleratore e si fanno le gare, in altri casi si corre e si prendono dei rischi non tanto per sentirsi vivi ma a causa dell'ambiente che ci plasma: se i nostri coetanei del quartiere dove abitiamo sono rispettati perchè impennano con gli scooter e le moto, per non essere presi in giro, si cercherà anche noi di fare altrettanto. In altri casi invece è mera coincidenza causata dal semplice traffico a motore che, però, non viene mai condannato, per tutti è giusto doversi spostare di tantissimi km al giorno per lavoro e nei fine settimana per svago.
Penso che quando pubblicizzano un'auto, dovrebbero comparire le scritte dei morti e feriti sulla strada per prevenire un abuso dell'utilizzo dei mezzi a motore, un po' come sulla sigaretta c'è scritto che provocano il cancro.

Se già cadere in bici ai 20 all'ora può provocare delle ferite che perdurano per settimane (e se si sbatte la testa è la fine), figurarsi cosa può voler dire schiantarsi ai 100 all'ora dentro un complesso di lamiere contro un'altra costruzione simile.

Le autostrade, anche se i dati non mi danno ragione, le considero pericolosissime perchè invogliano ad andare veloci: c'è solo la strada per le auto, moto e camion, non ci si deve fermare ai semafori come in città, non ci sono strisce pedonali, non si attraversano paesi, non ci sono curve a gomito, è ideata proprio per andare il più veloce possibile con due-tre corsie per sorpassare.
Anche qui, come per le gare, troviamo la pazzia del nostro sapere e dominio tecnico-scientifico che tutti esaltano in nome dell'intelligenza.
Sarà intelligenza, ma non ho mai visto delle bestie ignoranti ammazzarsi perchè qualcuno gli aveva instillato la necessità di andare più veloce, l'ansia produttivista del ritardo che ci trasforma in merci.

Due tipi di violenza: una da condannare sempre, una ogni tanto


Ecco una lettera che ho appena inviato al quotidiano La Stampa (dove già me ne han pubblicate due):


"Da sempre noto che se la Polizia commette della violenza contro degli innocenti (gente appena incarcerata e uccisa o manifestanti non violenti), non sempre i colpevoli vengono trovati e condannati e mai ci sarà del pubblico disprezzo verso i "difensori dello Stato", perchè i mass-media, anche se privati, dipendono da questo.
Mentre noto che se dei manifestanti appartenenti al popolo (ritenuto dai potenti una massa omogenea di meri lavoratori senza pensiero che non hanno i mezzi per poter controbattere e che devono obbligatoriamente sottostare alle sagge scelte piovute dall'alto) commettono atti di vandalismo, ecco che i mass-media, i politici e molta gente comune che è stata educata a non lamentarsi mai, se la prende coi manifestanti in toto. Io sono il primo a condannare l'omologazione delle masse anche nelle proteste, ma ritengo che debbano poter manifestare senza subire preconcetti.
Ora, ad esempio, tutti hanno paura dei black block in Val di Susa per domenica 23 Ottobre 2011, ma nessuno che osi ricordare i lacrimogeni tossici lanciati dai carabinieri ad altezza uomo o dei sassi lanciati dai cavalcavia dai finanzieri a Giugno. Questa non è violenza illegittima? Eppure..
E' proprio vero che anche la democrazia è un regime.
FIRMA
PS: se la Polizia non è in grado di acciuffare i violenti, i black block ad esempio, che i suoi appartenenti cambino mestiere, visto che a picchiare gente inerme son buoni tutti."

Michel Foucault e il sapere/potere


Tratto da "Sorvegliare e punire" di Michel Foucault.


"Forse bisogna rinunciare a tutta una tradizione che lascia immaginare che un sapere può esistere solo là dove sono sospesi i rapporti di potere e che il sapere non può svilupparsi altro che fuori dalle ingiunzioni del potere, dalle sue esigenze e dai suoi interessi. [..] Bisogna ammettere che il potere produce sapere, che potere e sapere si implicano direttamente l'un l'altro, che non esiste relazione di potere senza correlativa costituzione di un campo di sapere, nè di sapere che non supponga e non costituisca nello stesso tempo relazioni di potere. Questi rapporti potere-sapere non devono essere dunque analizzati a partire da un soggetto di conoscenza che sia libero o no in rapporto al sistema di potere, ma bisogna al contrario considerare che il soggetto che conosce, gli oggetti da conoscere e le modalità della conoscenza sono altrettanti effetti di queste implicazioni fondamentali del potere-sapere e delle loro trasformazioni storiche. In breve, non sarebbe l'attività del soggetto di conoscenza a produrre un sapere utile o ostile al potere, ma, a determinare le forme ed i possibili campi della conoscenza sarebbero il potere-sapere, e i processi e le lotte che lo attraversano e da cui è costituito.
Analizzare l'investimento politico del corpo e la microfisica del potere [..] Non sarebbe lo studio di uno Stato inteso come un corpo (coi suoi elementi, le sue risorse, le sue forze), ma non sarebbe neppure lo studio del corpo e dei suoi contorni presi come un piccolo Stato. Vi si tratterebbe del corpo politico come insieme di elementi materiali e di tecniche che servono da armi, collegamenti, vie di comunicazione e punti d'appoggio alle relazioni di potere e di sapere che investono i corpi umani e li assoggettano facendone oggetti di sapere.
[..] Se il supplemento di potere dalla parte del re provoca lo sdoppiarsi del suo corpo, il potere eccedente che si esercita sul corpo sottomesso del condannato non ha forse suscitato un altro tipo di sdoppiamento? Quello di un incorporeo, di un'anima, come diceva Mably. La storia di questa microfisica del potere punitivo sarebbe allora una genealogia o un elemento per una genealogica dell'anima moderna. Piuttosto che vedere in quest'anima i resti riattivati di un'ideologia, vi si riconoscerebbe il correlativo attuale di una certa tecnologia del potere sul corpo. Non bisognerebbe dire che l'anima è un'illusione, o un effetto ideologico. Ma che esiste, che ha una realtà, che viene prodotta in permanenza, intorno, alla superficie, all'interno del corpo, mediamente il funzionamento di un potere che si esercita su coloro che vengono puntini, in modo più generale su quelli che vengono sorvegliati, addestrati, corretti, sui pazzi, i bambini, gli scolari, i colonizzati, su quelli che vengono legati ad un apparato di produzione e controllati lungo tutta la loro esistenza. Realtà storica di quest'anima che, a differenza dell'anima rappresentata dalla teologia cristiana, non nasce fallibile e punibile, ma nasce piuttosto dalle procedure di punizione, di sorveglianza, di castigo, di costrizione. Quest'anima reale e incorporea, non è minimamente sostanza: è l'elemento dove si articolano gli effetti di un certo tipo di potere e il riferimento di un sapere, l'ingranaggio per mezzo del quale le relazioni di potere danno luogo a un sapere possibile, e il sapere rinnova e rinforza gli effetti del potere. [..] all'anima, illusione dei teologi, non è stato sostituito un uomo reale, oggetto di sapere, di riflessione filosofica o di intervento tecnico. L'uomo di cui ci parlano e che siamo invitati a liberare è già in se stesso l'effetto di un assogettamento ben più profondo di lui. Un'anima lo abita e lo conduce all'esistenza, che è essa stessa un elemento della signoria che il potere esercita sul corpo. L'anima, effetto e strumento di una anatomia politica; l'anima, prigione del corpo."