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28 febbraio 2009

Un ritorno atomico

Sarà piacevole il ritorno atomico delle centrali nucleari?

Nei giorni scorsi il nostro capo di Governo, Silvio Berlusconi, ha stretto un accordo con la Francia di Nicolas Sarkozy (in realtà l'accordo è stato stretto tra Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale dell'Enel, e Pierre Gadonneix, presidente e direttore generale di Edf, l'azienda elettrica francese) per lo studio e la costruzione, in territorio italiano, di 4 centrali nucleari della terza generazione EPR (European Pressurized water Reactor) dal 2013 in avanti (la prima sarà attiva probabilmente nel 2020).

Da circa 20 anni importiamo energia dalla Francia e Svizzera, all'incirca il 13% del nostro fabbisogno energetico che è pari a 41,1 GigaWatt di potenza elettrica lorda. La spesa è ingente, lessi un dato del 2004 che parlava di 28 miliardi di euro annui, sicuramente se avessimo usato nostre centrali nucleari la cifra non avrebbe raggiunto questi livelli, ma se anche ne avessimo già 4 o 5 funzionanti come un tempo, ne mancherebbero altre 8, infatti un anno fa in campagna elettorale (2008) si parlava di 13 centrali per essere indipendenti energicaemnte, ed inoltre siamo sicuri che il futuro debba essere ancora marchiato dall'atomo?

La Francia dispone di 59 reattori, ma tutto iniziò per esigenze militari, al pari di Urss e Usa. Durante la "guerra fredda" c'era l'impellente necessità di fare paura al nemico (nemico costituito dai Governi, da confini e nazioni, non certo dal singolo straniero: senza nazioni governati da pochi pazzi megalomani non ci sarebbero guerre, che motivo ho io di odiare un tedesco, un russo o un nigeriano? Nessuno, infatti basta conoscere stranieri, vivere all'estero per apprezzare le loro tipicità, ma questo è un altro discorso, siccome noi non siamo avidi come i capi e le multinazionali) e l'Italia era, come dire, protetta dagli Usa con le sue basi militari, con le sue bombe ancor'oggi nascoste nel nostro suolo.
Il futuro sappiamo benissimo qual è, il contrario di questa centralizzazione anacronistica e quindi molto sovietica! Il futuro è l'indipendenza del singolo cittadino dalle grandi aziende, un pò come facevamo quando eravamo tutti contadini con la nostra legna, eheh

2020 prima centrale. In tutti questi anni, 11, l'Italia potrebbe organizzarsi per modernizzare le case, le strade e costruire impianti che guardino al futuro con tutta tranquillità. Si parla in sede europea di arrivare ad un 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili, ma è una percentuale ridicola considerando che interi paesi in Germania vivono indipendentemente! Una ultissima news di Legambiente vuole che siano 6.000 i comuni italiani leader nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (link Il Sole 24 ore). Queste notizie devono darci alle 20 in diretta da tutti i tg nazionali, da queste notizie tutti noi dobbiamo partire. Certo, investire costa ed è una cosa per coraggiosi, almeno in Italia che siamo ancora vittime della centralizzazione, della pappa pronta, ma un investimento serve per vivere meglio spendendo di meno nel futuro, infatti chi ha molti pannelli può immettere la propria energia in surplus nel mercato nazionale e guadagnarci dopo pochi anni. GUADAGNARE, CAPITO?

Le nostre case disperdono troppo calore d'inverno, ne assordono troppo d'estate, le nostre autostrade e tangenziali potrebbero essere ricoperte da pannelli solari, in certi promontori del Sud si potrebbero costituire parchi eolici (anzichè installare alcune postazioni a casaccio), fare ricerca nell'eolico e solare per la produzione di speciali aquiloni che, oscillando nel cielo ad un'altezza che non disturbi nè uccelli nè aerei, ottengano energia dal vento e dal sole o, proprio come facevano i nostri avi, usare la legna che giace per terra (ovviamente non tutta, siccome gli alberi abbattutti servono anche da rifugio agli animali), ovvero biomassa.

Se si vuole pensare al futuro, al benessere vero dell'Italia in quanto abitata da esseri umani, si deve migliorare, modernizzare e avere paura di rischiare (più che un rischio è una scommessa già vinta). Sarebbe un enorme business per il beneficio di tantissime aziende, grandi, medie e piccole e tantissimi lavoratori, al contrario dell'atomo che porta solo ingenti spese allo Stato: una singola centrale può costare 4 miliardi di euro, senza contare approvigionamento di uranio (il cui prezzo è in costante aumento), lavorazione e lavoro quotidiano, smantellamento, stoccaggio rifiuti tossici, studi per eliminare la radioattività da essi, ecc.
Il nucleare è un monopolio, il monopolio dell'Enel, quell'azienda che distrugge l'Italia con le sue centrali a carbone, coi rigassificatori (per carità, tutte cose utili, ma che non sono il futuro e non ci fanno ne respirare bene, ne ammirare bei paesaggi).

Siamo governati da vecchi, vecchi in quanto conservatori, in quanto intimoriti da un futuro che in realtà non può che essere migliore, vecchi perchè per ottenere consenso dai cittadini parlano in prima serata in TV e sui giornali di nucleare e non di nuove energie; queste le si tengono all'ultimo posto per far contenti sparuti ambientalisti. Questo mi duole, mi fa star male, mi fa perdere la fiducia che invece dovrei avere per il futuro. Non è possibile che negli USA si parla di rinnovamento edilizio con edifici pubblici tappezzati di pannelli solari, mentre in Italia le nostre scuole crollano a pezzi da Nord a Sud! E' ancora più inamissibile che i "nostri" politici parlino di energia verde pensando al nucleare solo perchè non produce CO2 (le miniere per l'uranio, le scorie radioattive sono verdi?) e alle centrali a carbone solo perchè hanno dei filtri moderni (lo chiamano carbone pulito!!!).
Oltre a non essere verdi, questi impianti, non sono neanche sicuri come vogliono farci credere, infatti le nuove centrali nucleari francese e slovene sono blindatissime, con miriadi di allarmi e di uomini sempre all'erta, proprio perchè non sono sicure di per sè, ma solo per il controllo dell'uomo! Come dimenticare le fughe radioattive della scorsa estate in Francia e Slovenia per l'appunto?

Con queste persone al Governo il nostro Stato si indebiterà maggiormente (e già siamo il terzo paese al mondo per debito pubblico) e non creerà posti di lavoro, ma ricchezza per pochi (Enel, Impregilo, Finmeccanica, ecc.)

Guardiamo alcune scelte estere: la moratoria temporanea alla costruzione di nuove centrali c'è, oltre che da noi, in Svezia (1980), Spagna (1983), Belgio (1999) e Germania (2000). L'Austria nel 1978 ne ha deciso l'abbandono. Irlanda, Danimarca, Australia, Grecia, Norvegia e Polonia non ne hanno mai avute.

Se ce n'era ancora il bisogno, ecco un'acuta analisi dell'informazione italiana, questa volta relativa al caso nucleare:

"Ieri è stato il giorno del trionfo dell'informazione distorta ed unilaterale in Italia. Purtroppo questa volta si sono unificati pressochè tutti gli organi di informazione televisiva e radiofocnica, tranne poche lodevoli eccezioni. Il fatto più grave non è solo che il "verbo" di Berlusconi e Sarkozy è stato preso e rilanciato senza alcun atteggiamento, anche minimo, di critica verso la folle scelta, per ragioni di sicurezza, di economia, ecc. di reintrodurre il nucleare in Italia, malgrado l'unica decsione che fa testo (democraticamente) fino ad oggi sia il NO del referendum di 20 anni fa, ma ancora di più perchè nessuno, o quasi, ha sentito il bisogno di chiamare a confrontarsi opinioni pro e opinioni contro.
Così è stata una giornata da informazione del pensiero unico o se si vuole di regime, cioè di quelli che sono d'accordo o subiscono senza reagire. Occorre che il Garante delle comunicazioni intervenga per assicurare che le opinioni siano tutte rappresentate, anche perchè non è affatto vero che la maggioranza dell'opinione pubblica sia d'accordo come conferma un recente sondaggio commissionato proprio da una rete televisiva. Anche la commissione parlamentare di vigilanza dovrebbe intevenire per garantire il diritto costituzionale di chi non è d'accordo con questa scelta di dire la propria opinione in tutte le sedi. Non è un problema tecnico, ma una scelta politica non solo discutibile ma che in pratica in Italia, al di là delle facili chiacchiere, porterà a concentrare l'impegno delle poche risorse disponibili pubbliche e private sul nucleare anzichè sulle fonti energetiche rinnovabili. Dire che si faranno entrambe le scelte è una balla clossale. L'Italia semplicemente, anche volendo, dovrebbe raddoppiare gli investimenti, da circa 30 a 60 miliardi di euro, senza contare che fino al 2020 pageremo miliardi di euro di sanzioni per il mancato rispetto degli impegni derivanti da Kyoto e dalle decisioni dell'Europa. Avremo rischi per salute e ambiente, butteremo via risorse ingenti rinunceremo alla scelta che sta facendo, ad esempio, Obama di sviluppare investimenti e occupazioni nei settori innovativi delle fonti rinnovabili".

Alfiero Grandi, Comitato Si alle energie alternative NO al nucleare

26 febbraio 2009

Omaggio con sorpresa dalla De Agostini

In questi giorni la De Agostini pubblicizza, attraverso quotidiani nazionali e riviste, una guida omaggio sull'Italia, da ricevere attraverso la compilazione di un form in un sito internet attrezzato per l'occasione con colori sgargianti e devo dire anche un pò anacronistico: testo gigante, colori che contrastano molto, nessun altra pagina, ecc.

L'omaggio arriva puntuale, ma è davvero piccolo rispetto alla grande pubblicità a pagina piena.

Purtroppo non arriva da solo, ma con un rappresentante che, seppur gentile, ci fa compilare un modulo col quale ci chiede un pò di tutto su di noi.
Il rappresentante inizierà decantando la storia della De Agostini, spacciandola per la prima casa editrice in ambito cartografico (senza nulla togliere ad essa, di cui possiedo vari volumi, penso che nel mondo sia superata almeno dalla National Geographic Society e in Italia sia al livello del Touring Club Italiano) e del fatto che abbia avuto l'onore di ricevere, dall'ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il compito di creare una pubblicazione sull'Italia per farci sentire orgogliosi di essa. Ci renderà partecipi dei grandi sforzi economici compiuti dalla De Agostini per pubblicizzare questo omaggio (o anche altro?), come se dovessi commuovermi della risonanza nazionale che avrà una grande azienda a cui i soldi, di sicuro, non mancano (e poi, saranno affari loro della pubblicità che liberamente scelgono di fare? Se vado in un'azienda a comprare qualcosa, non mi rinfacciano di certo i tanti soldi per far vedere a tutti gli italiani i loro prodotti, anche perchè io gli direi: "Io l'avrei comprato anche senza i vostri spot perchè mi serve, quindi non ne voglio sapere di pagare di più per colpa di essi").

Non mancheranno i soliti elenchi di pregi (i difetti li trovate invece nel bellissimo volume: Il paesaggio italiano del TCI, tra l'altro con foto d'autore in bianco neri di, tra i vari, G.Basilico, M. Jodice, F.Fontana, M. Giacomelli) e le stilettate al multiculturalismo che sradica le nostre tradizioni (andassero un pò tutte al rogo le tradizioni non sarebbe male, nota molto personale). Aprirà dunque un fascicolo dove vediamo ampie fotografie, disegni e dati. Ci leggerà tutto quanto scritto, anche i km di coste totali (e i km di quelle deturpate?), facendosi bello del fatto che l'Italia, secondo lui, sia il Paese più visitato al mondo (mentre nella realtà, da un pò di anni, è sceso di qualche posizione). Il bello arriva quando, nell'ultima pagina del depliant, comparirà la foto dell'opera completa: 14 spessi volumi senza alcun prezzo indicato, ma per questo c'è il rappresentante che ci mostrerà la generosità dell'azienda: da 2.300 a 1.740 euro, includendo un computer portatile (ma se non lo volessi, potrei ottenere uno sconto grande tanto quanto il prezzo del computer, no?). Prendendo per buono il prezzo iniziale significa che ogni singolo volume costerebbe 143 euro: sicuramente esagerato, considerando l'ampia tiratura di una grande casa editrice e considerando il non aver potuto vedere dal vivo almeno un singolo volume. Io solitamente prima vedo com'è un prodotto, poi pago e me lo godo.

Ora, dopo aver mostrato vari volumi del TCI ed altri della sua azienda, come può sperare che acquisti un'enciclopedia, tra l'altro senza cd-rom aggiornabili (cercando in rete ho trovato notizie di una loro vecchia enciclopedia, del costo di 3.900.000 munita di cd. Ora il prezzo, pur maggiore, non contempla i cd...), dal costo superiore della mia macchina fotografica reflex con obiettivo super-grandangolare, delle mie mountain bike bi-ammortizzate di marca, del mio scooter 100cc e soprattutto in un periodo simile in cui a migliaia si viene licenziati?

Sinceramente mi dispiace che una grande casa editrice come la De Agostini debba ricorrere a questi mezzi, senza dirti dell'enciclopedia e del rappresentante, se non poche ore prima del suo arrivo, per vendere! Inoltre mi piacerebbe sapere se davvero ci fu l'incarico dato a loro da Ciampi. Io i rappresentanti non li ho mai trovati molto convincenti, forse per i loro sorrisi di circostanza, le frasi fatte o le frasi studiate a memoria o, soprattutto, per le cifre sparate!

Nei prossimi giorni parlerò del nucleare. Essendo un argomento vasto su cui ho molti dubbi (bisogna pensare ai costi attuali e a quelli futuri, alle tecnologie future), non mi va di scrivere di fretta e furia.

24 febbraio 2009

PD 2

Il PD, il Partito nato Decrepito, nato dall'unione fra DS e Margherita, cerca nuova linfa con un nuovo leader. Il 21 febbraio 2009 l'assemblea nazionale del PD ha votato come nuovo segretario, dopo le dimissioni di Walter Veltroni, Dario Franceschini, nonostante la metà esatta degli aventi diritto al voto non si è neanche presentata.
Niente primarie, ma una veloce scelta del nuovo leader tra 1.000 o poco più votanti.
Non è completamente una colpa questa, infatti questi pochi appartenenti al partito la sanno sicuramente lunga e giusta e non scordiamo il fatto che i leader degli altri partiti si sono, come dire, eletti da soli.

Perchè nato decrepito? Perchè un partito che mischia imprenditori ed operai, laici e cattolici, sarà sempre diviso e un cittadino con idee chiare non può votare questa confusione, non può votare un programma che sta un pò qua e un pò là, un programma che quindi non sarà rispettato.
Il PD ha ultimamente perso a Roma, in Abruzzo e in Sardegna: il cambio al vertice, secondo me, è arrivato in ritardo e comunque non darà certo una svolta secca.
Ormai fra la gente di centro-sinistra il termine "veltrusconismo" è ancora impresso e vedere, fra i big del partito, i soliti vecchi noti, non dà certo speranza! I giovani soffrono, sono messi da parte, non possono dire la loro, come afferma Polito, il direttore de Il Riformista, nel Pd le decisioni sono prese da gruppi ristrettissimi.

E una lettera inviata al blog di Beppe Grillo lo conferma. Il titolo è: Critichi il PD? Carabinieri a casa.

Riassumendo, è il caso di un signore di Ciampino che si candidò alle ultime amministrative diventanto assessore. Il sindaco ed il Consiglio (a maggioranza PD), di punto in bianco decise di cacciare 6 assessori che non si piegavano ai clientelismi vari e riformò la giunta con uomini non scelti dal popolo.
Si crearono quindi blog di protesta, prontamente bloccati dalla polizia postale. Quindi questo signore, che si firma A.A., inviò una lettera al Consiglio comunale, chiedendo di verificare la veridità di quelle accuse scagliate per mezzo web. Nessuno però la ricevette, ma stranamente questo signore, anzichè una risposta, ricevette una denuncia alla procura della Repubblica di Velletri su prove ipotetiche, la perquisizione di casa alle 6,30 del mattino, il sequestro del computer e di tutto il materiale informatico in suo possesso.
Come nella migliore Cina!

Questo è l'ennesimo scandalo, pensate agli arresti di questo inverno, che coinvolge questo grande partito!


Stupisce la nuova anima che Franceschini vuole dare al PD, una dura anima che si scontra con Berlusconi. Mi stupiscono i suoi toni decisi, siccome fu vice di Prodi e di Veltroni. Stupisce anche il suo pugno di ferro sul testamento biologico, argomento che divide il partito (lui vuole una legge che rispetti le decisioni prese in precedenza dal malato, Rutelli invece vuole l'alimentazione a tutti i costi), stupisce la sua volontà nel prendere decisioni da solo (ce lo vedete Franceschini capo popolo che frusta gli inferiori alla Berlusconi? Io no!), ma non mi stupisce la sua voglia di allearsi e con l'Udc e con la sinistra ora extraparlamentare. Dopo aver risolto le divisioni interne (si fa per dire, non penso riusciranno mai), cercano magagne con altri partiti con cui dividersi per poi ritornare subito insieme. Non mi convince!
Infatti sembra non cambiare la linea se, come ha fatto notare Arturo Parisi, si è passati dal famoso "ma anche" all'attuale "si, però".

Condoglianze!