Vasco Rossi è un cantante che ci accompagna, suppergiù, fin dalla nostra nascita, per questo motivo non possiamo sottovalutarlo o peggio denigrarlo.
Bisogna comprendere il fatto che sia una figura molto importante non solo nell'ambito della musica italiana, ma anche in quello sociale, perché rappresenta la voce di una fetta di popolo di livello medio-basso che grazie a lui sogna o si sente finalmente in grado di dire la sua, di esprimersi, di ribellarsi e trasgredire non per voglia di andare contro, ma perché finalmente libero di essere sé stesso.
Si può dire che Vasco Rossi abbia vissuto diverse vite, avendo dominato per diversi decenni e avendo utilizzato o sfruttato diversi stili. Di sicuro è riconoscibilissimo per via dei suoi testi semplici che, però, sanno in alcuni casi, toccare le cosidette corde dell'anima, cioè sanno provocare emozioni e far piangere le persone che, forse, non sono mai state in grado di trasmettere a voce i loro sentimenti.
Purtroppo ci sono tante persone che non sono in grado di comprendere testi elevati e neanche di scrivere in maniera decorosa pensieri semplici, per cui avere Vasco è, per alcuni, aver trovato il sommo poeta della loro esistenza, vissuta in bilico tra il materialismo più gretto e banale (penso alle obbligatorie vacanze estive da trascorrere sempre e solo ad Agosto a Rimini o Riccione, penso ai week-end passati senza tregua prima al centro commerciale e poi in discoteca, penso agli stipendi sudati per inseguire simboli borghesi come la casa e l'auto di proprietà, ecc.).
Torniamo a Vasco.
Vasco ha creato, grazie anche ad abili musicisti, dei pezzi sì potenti, ma non così tanto da urtare la sensibilità acustica della massa, infatti anche i pezzi più duri sono tutti orecchiabili e piacciono anche alle persone che non hanno mai trasgredito e che non hanno mai sentito la necessità psico-fisica di ribellarsi (a volte ci si sente imprigionati mentalmente e anche oppressi fisicamente dalla presenza ingombrante dei vicini, dei concittadini, dei colleghi e datori di lavoro, ecc.). Per questo motivo non sarà mai annoverabile tra i grandi della musica mondiale del Novecento come i Doors o Bob Marley, che avevano come pubblico di riferimento dei giovani che volevano andare oltre la realtà e un popolo che voleva vivere in pace all'infuori del consumismo.
Vasco Rossi è una macchina da soldi, un businessman che ha fondato delle sue aziende, che gestisce tutto il merchandising e pure i diritti dei panini venduti fuori dagli stadi, e che ha ingaggiato un broker statunitense che gli cura gli interessi immobiliari in California.
I suoi pochi concerti sono sempre sold-out, perché sono degli eventi riconoscibilissimi al pari delle sue canzoni. I suoi fan, che l'hanno visto dal vivo in media almeno 5 volte, ci vanno per continuare a scatenarsi proprio come ogni estate vanno nella stessa località turistica, per urlare a squarciagola ascoltando (o cantando sopra) canzoni già sentite milioni di volte da trent'anni a questa parte.
Ma questo è il bello!
Vasco Rossi rappresenta la sicurezza, un punto di riferimento incrollabile quando appare, anche se ogni anno non si sa mai se continuerà a tenere concerti o meno (quest'anno sono 66 primavere, essendo nato nel febbraio del 1952). Potrei definirlo il papà degli italiani non più giovani che non sono mai cresciuti che vogliono continuare a godere e ogni tanto uscire col papà eternamente giovane o comunque giovanile come quando erano davvero piccoli. Non lo dico a caso, infatti anche lui parlava di eterna adolescenza consapevole o qualcosa del genere.
O forse può rappresentare lo zio un po' scapestrato, quel parente che non assomiglia a nessuno dei nostri due genitori, ma che è loro fratello pur essendo un po' ubriaco, con la barba sfatta, perennemente in giro per bar con la moto rumorosa, ecc., che se ne frega della decenza, della pubblica morale e stronzate di questo tipo.
Alla fine Vasco Rossi è davvero un simbolo. Certo, alcune sue canzoni sono molto belle, ma non penso che i suoi album degli ultimi 15 anni possano spingere così tanto pubblico negli stadi solo per lui.
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2 giugno 2018
1 giugno 2018
Salvini contro neri che spennano piccioni e giustizia belga in mano ai sinistri buonisti
Matteo Salvini, che da più vent'anni è legato alla Lega Nord (ora solo più Lega per via della svolta nazionalista-sovranista), se la prende coi neri (uno..) che in pieno centro a Roma spenna un piccione in mezzo alla strada e se la prende coi sinistri belgi che scarcerano pericolosi criminali che poi compiono attentati contro innocenti. Peccato che il primo ministro sia un cristiano-liberale, non un comunista (ops).
Ecco il primo post da me incriminato.
Ed ecco il secondo.
Se da un lato ciò che dice è giusto, dall'altro no.
Il lato a suo favore comprende il giusto sdegno per azioni incivili, insensate, pericolose, ecc.
Il lato a suo sfavore è ricco di ingiustize ed ipocrisie: uscendo dall'Euro come ci ridurremmo se non spennati? Un atto di inciviltà clamorosa non venne compiuto proprio da Salvini quando intonò cori violenti contro i napoletani? E la Lega ai tempi di Bossi, quanti soldi usava per i fattacci suoi? L'attuale leader, coi soldi dei contribuenti europei, non è forse andato a magnare e bere champagne a Parigi con Le Pen? La Lega cosa fece per difenderci dai criminali che entravano e subito uscivano dal carcere? Niente, perché le maglie della giustizia dovevano essere larghe per aiutare il Berluskaz!
Così, giusto per mettere giù due-tre esempi facili facili. Altro che neghér che magnano quel che trovano o che compiono azioni strambe perché con problemi mentali.
Forse Salvini, e tutti quelli come lui, non sanno che un nero può essere simpatico e un altro nero (o rosso, giallo, verde, ecc.) può essere l'opposto.
Ma lui è razzista, per cui è convinto che un bianco (ma non tutti, lui preferisce gli italiani e gli slavi, i 'crucchi' li odia a morte) si comporti in maniera X e un nero Y. Non fatevi ingannare dall'esistenza di un senatore nero, Iwobi, tra le fila della Lega. E' solo il classico specchietto per le allodole. Infatti questo signore è il primo a urlare nei comizi: A CASA LORO!!! Mah
Ecco il primo post da me incriminato.
Ed ecco il secondo.
Se da un lato ciò che dice è giusto, dall'altro no.
Il lato a suo favore comprende il giusto sdegno per azioni incivili, insensate, pericolose, ecc.
Il lato a suo sfavore è ricco di ingiustize ed ipocrisie: uscendo dall'Euro come ci ridurremmo se non spennati? Un atto di inciviltà clamorosa non venne compiuto proprio da Salvini quando intonò cori violenti contro i napoletani? E la Lega ai tempi di Bossi, quanti soldi usava per i fattacci suoi? L'attuale leader, coi soldi dei contribuenti europei, non è forse andato a magnare e bere champagne a Parigi con Le Pen? La Lega cosa fece per difenderci dai criminali che entravano e subito uscivano dal carcere? Niente, perché le maglie della giustizia dovevano essere larghe per aiutare il Berluskaz!
Così, giusto per mettere giù due-tre esempi facili facili. Altro che neghér che magnano quel che trovano o che compiono azioni strambe perché con problemi mentali.
Forse Salvini, e tutti quelli come lui, non sanno che un nero può essere simpatico e un altro nero (o rosso, giallo, verde, ecc.) può essere l'opposto.
Ma lui è razzista, per cui è convinto che un bianco (ma non tutti, lui preferisce gli italiani e gli slavi, i 'crucchi' li odia a morte) si comporti in maniera X e un nero Y. Non fatevi ingannare dall'esistenza di un senatore nero, Iwobi, tra le fila della Lega. E' solo il classico specchietto per le allodole. Infatti questo signore è il primo a urlare nei comizi: A CASA LORO!!! Mah
Fanfulicchia special
La sublime Fanfullicchia, grande telespettatrice del magggico GF15 e follower di Matteo Salvini su Twitter, ci delizia con un suo saggio di politica che verte sull'immigrazione:
Fanfullicchia 🍭 @funny_dreamer16 23 h23 ore fa
🍭 @funny_dreamer16
22 h22 ore fa
Fanfullicchia 🍭 @funny_dreamer16 23 h23 ore fa
E che se ne tornassero a casa loro!
Visto che stanno tanto allo sbando, mantenuti, pagati, mangiano, bevono, telefono.. Che cosa vogliono?!
Lavorano anche .. Ma dai!!!!
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Se li avessero voluti aiutare non li avrebbero fatti venire qui in un paese che è già nella cacca.. si chiama semplicemente business
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Ma infatti .. dovrebbero rispedirli solo da dove sono arrivati, invece di accoglierli, cristo, al mese prendono più di me!
31 maggio 2018
Ultime news su UVA e CUCCHI
Clamoroso: tutti assolti i carabinieri e poliziotti accusati di aver picchiato fino alla morte Giuseppe Uva a Varese nel 2008. L'uomo, arrestato e poi portato in ospedale per un trattamento sanitario obbligatorio (devo ancora scoprirne il motivo), morì proprio qui il giorno dopo a causa di un arresto cardiaco che, secondo il pm Gaballo, fu la conseguenza di una sua patologia aggravata dalle 'condotte illecite' degli 8 imputati.
Per i giudici invece il fatto non sussiste.
Un articolo del novembre 2015 parla dell'autopsia compiuta dal dr. Motta per conto del pm Abate, nel quale non si parla di lesioni e fratture, ma di una patologia cardiaca. La dott.ssa Celli affermava che le lesioni erano lievi ed ininfluenti.
Insomma, si può parlare di.. normale collutazione, anche se non si capisce perché mai un così alto numero di agenti abbia dovuto malmenare un singolo tratto in arresto. Dal mio punto di vista e spero anche da quello della Legge, una punizione ci deve per forza essere.
Il caso Cucchi continua anch'esso a fare discutere, grazie a nuove dichiarazioni in cui alcuni carabinieri buoni accusano i carabinieri cattivi, rei di aver "combinato una persona in una maniera mai vista prima". Il principale accusato è tale Roberto Mandolini, da tempo accusato da Ilaria Cucchi per aver cercato di scaricare le colpe del massacro sulla Polizia penitenziaria (agenti assolti).
Inoltre, evidentemente per giustificare gli ematomi, un carabiniere (D'Alessandro) qualche ora dopo l'arresto (scherzo: qualche ANNO dopo, ovvero nel 2015), chiamò un collega per dirgli di aggiungere nel verbale che il Cucchi era impazzito e che aveva cominciato a tirare testate contro il muro, fatto smentito dallo stesso destinatario (Aristodemo) di questa falsa notizia.
Per i giudici invece il fatto non sussiste.
Un articolo del novembre 2015 parla dell'autopsia compiuta dal dr. Motta per conto del pm Abate, nel quale non si parla di lesioni e fratture, ma di una patologia cardiaca. La dott.ssa Celli affermava che le lesioni erano lievi ed ininfluenti.
Insomma, si può parlare di.. normale collutazione, anche se non si capisce perché mai un così alto numero di agenti abbia dovuto malmenare un singolo tratto in arresto. Dal mio punto di vista e spero anche da quello della Legge, una punizione ci deve per forza essere.
Il caso Cucchi continua anch'esso a fare discutere, grazie a nuove dichiarazioni in cui alcuni carabinieri buoni accusano i carabinieri cattivi, rei di aver "combinato una persona in una maniera mai vista prima". Il principale accusato è tale Roberto Mandolini, da tempo accusato da Ilaria Cucchi per aver cercato di scaricare le colpe del massacro sulla Polizia penitenziaria (agenti assolti).
Inoltre, evidentemente per giustificare gli ematomi, un carabiniere (D'Alessandro) qualche ora dopo l'arresto (scherzo: qualche ANNO dopo, ovvero nel 2015), chiamò un collega per dirgli di aggiungere nel verbale che il Cucchi era impazzito e che aveva cominciato a tirare testate contro il muro, fatto smentito dallo stesso destinatario (Aristodemo) di questa falsa notizia.
30 maggio 2018
Gli incidenti mi fanno più paura del terrorismo
Chi non ha mai preso parte ad un sinistro? Cioè, chi non è mai stato tamponato o chi non ha mai rischiato di uscire di strada, ecc.? E chi invece s'è mai visto puntare una pistola in faccia o è stato in mezzo ad un attentato? Date le ovvie risposte, mi pare altrettanto ovvio affermare che il traffico motorizzato sia nettamente più pericoloso degli attentati terroristici e mafiosi.
In questi giorni si parla dell'assassino nord africano che a Liegi ha sparato a 3 persone.
Effettivamente camminare per strada in una città del Nord Europa e rischiare di morire da innocenti senza alcun motivo, fa paura. Però non dobbiamo farci prendere dal panico, subendo la notizia senza relativizzarla.
Sfruttiamo i dati a nostra disposizione:
nel 2016 in Belgio sono morte, per mano terroristica, 35 persone in 2 attentati compiuti da estremisti islamici in un aeroporto e in una stazione della metropolitana (fonte: SicurezzaInternazionale), mentre altri attentati di portata nettamente inferiore, non hanno causato alcun morto.
nel 2014, nello stesso Paese europeo, sono state uccise intenzionalmente 124 persone, in pratica gli attentati causano il 28% dei morti ammazzati, ma il numero di prima (35 morti) non è fisso, infatti non ho trovato dati relativi al 2017 (in un articolo si parlava di un attentato sventato), per cui questa percentuale cala drasticamente.
Parlo del Belgio proprio per i recenti fatti di Liegi e per chiedere ai giornalisti e ai politici il perché non si parli mai dei morti ammazzati in giro per l'Europa non per mano islamista ma per mano criminale. Queste notizie trapelano in rari, rarissimi casi.
Questo tipo di notizia viene spesso confinata all'interno del Paese in cui questi tragici fatti accadono, tranne quando il killer non compie una strage (penso ad esempio ai calabresi di Duisburg nel 2007 o al nazista norvegese che nel 2011 trucidò decine di giovani suoi connazionali qualche anno fa).
Eppure tutti i morti sono importanti, specie se si tratta di innocenti.
Ma ai mass media interessano le notizie scioccanti che possano consentire loro di fare il picco d'ascolti, sigh.
Così, eccoci qua a tremare tutti quanti per tanti possibili attentati (in Italia solo 10 morti nel 2016, ma la fonte in questione non ci dice la provenienza della mano assassina; mentre sono 43 gli italiani morti in tutto il mondo dal 2003 all'estate 2017), fregandocene di tanti altri pericoli: quanti politici, nell'ultima campagna elettorale hanno menzionate le mafie? Ve lo dico io: zero, nada, nothing, nisba, nessuno!
Torniamo al Belgio: appurato che ci sono pochi morti ammazzati, per fortuna, e che la percentuale di persone innocenti ammazzate dai terroristi islamici è bassa, veniamo al vero dramma, alla vera tragedia, alla vera carneficina senza fine, ovvero gli incidenti stradali!
In Belgio, nel 2015, ci sono stati ben 730 morti sulle strade (questo spaventoso numero è comunque in calo)!
In Italia, invece, i morti sulle strade causati dai mezzi a motore e da chi li guida, sono 3.428, mentre i morti ammazzati 379.
Sinceramente, io, ho molta più paura di guidare che di recarmi alla stazione (anche perché un'ottima statistica ci fa notare come la maggior parte delle vittime dei terroristi non viva negli Stati occidentali; fonte: Global Terrorism Index 2015), ma anche nel settore automobilistico, i giornalisti realizzano servizi solo quando ci sono intere famiglie a morire, non parlano dei singoli casi che sono poi quelli che abbondano.
Sempre secondo le statistiche ufficiali dell'OMS (Org. Mondiale della Sanità), in Europa ogni anno muoiono in incidenti stradale ben 3.500 bambini!!!
In questi giorni si parla dell'assassino nord africano che a Liegi ha sparato a 3 persone.
Effettivamente camminare per strada in una città del Nord Europa e rischiare di morire da innocenti senza alcun motivo, fa paura. Però non dobbiamo farci prendere dal panico, subendo la notizia senza relativizzarla.
Sfruttiamo i dati a nostra disposizione:
nel 2016 in Belgio sono morte, per mano terroristica, 35 persone in 2 attentati compiuti da estremisti islamici in un aeroporto e in una stazione della metropolitana (fonte: SicurezzaInternazionale), mentre altri attentati di portata nettamente inferiore, non hanno causato alcun morto.
nel 2014, nello stesso Paese europeo, sono state uccise intenzionalmente 124 persone, in pratica gli attentati causano il 28% dei morti ammazzati, ma il numero di prima (35 morti) non è fisso, infatti non ho trovato dati relativi al 2017 (in un articolo si parlava di un attentato sventato), per cui questa percentuale cala drasticamente.
Parlo del Belgio proprio per i recenti fatti di Liegi e per chiedere ai giornalisti e ai politici il perché non si parli mai dei morti ammazzati in giro per l'Europa non per mano islamista ma per mano criminale. Queste notizie trapelano in rari, rarissimi casi.
Questo tipo di notizia viene spesso confinata all'interno del Paese in cui questi tragici fatti accadono, tranne quando il killer non compie una strage (penso ad esempio ai calabresi di Duisburg nel 2007 o al nazista norvegese che nel 2011 trucidò decine di giovani suoi connazionali qualche anno fa).
Eppure tutti i morti sono importanti, specie se si tratta di innocenti.
Ma ai mass media interessano le notizie scioccanti che possano consentire loro di fare il picco d'ascolti, sigh.
Così, eccoci qua a tremare tutti quanti per tanti possibili attentati (in Italia solo 10 morti nel 2016, ma la fonte in questione non ci dice la provenienza della mano assassina; mentre sono 43 gli italiani morti in tutto il mondo dal 2003 all'estate 2017), fregandocene di tanti altri pericoli: quanti politici, nell'ultima campagna elettorale hanno menzionate le mafie? Ve lo dico io: zero, nada, nothing, nisba, nessuno!
Torniamo al Belgio: appurato che ci sono pochi morti ammazzati, per fortuna, e che la percentuale di persone innocenti ammazzate dai terroristi islamici è bassa, veniamo al vero dramma, alla vera tragedia, alla vera carneficina senza fine, ovvero gli incidenti stradali!
In Belgio, nel 2015, ci sono stati ben 730 morti sulle strade (questo spaventoso numero è comunque in calo)!
In Italia, invece, i morti sulle strade causati dai mezzi a motore e da chi li guida, sono 3.428, mentre i morti ammazzati 379.
Sinceramente, io, ho molta più paura di guidare che di recarmi alla stazione (anche perché un'ottima statistica ci fa notare come la maggior parte delle vittime dei terroristi non viva negli Stati occidentali; fonte: Global Terrorism Index 2015), ma anche nel settore automobilistico, i giornalisti realizzano servizi solo quando ci sono intere famiglie a morire, non parlano dei singoli casi che sono poi quelli che abbondano.
Sempre secondo le statistiche ufficiali dell'OMS (Org. Mondiale della Sanità), in Europa ogni anno muoiono in incidenti stradale ben 3.500 bambini!!!
27 maggio 2018
Mattarella fa bene ad opporsi alle scelte scellerate di Salvini
Salvini negli scorsi giorni si era impuntato sulla nomina di Paolo Savona a ministro dell'Economia, proposta che pare sia stata e venga osteggiata dal presidente della Repubblica Mattarella.
Il leader leghista se l'è legata al collo, ritenendo inopportuno, insensato e ingiusto il dissenso del presidente, parlando di ingerenza e di ritorno alle urne. Forse anche perché pensa che ora, con Berlusconi non più incandidabile, Forza Italia possa tornare a fare il pieno di voti e governare dunque insieme al vecchio brianzolo?
Chissà, di certo Mattarella non ha travalicato i limiti del suo ruolo, infatti, secondo Zagrebelsky, il presidente della Repubblica ha il dovere di richiamare alla Costituzione questi politici che si sentono legittimati a decidere tutto, la qual cosa però non è democratica e non è conforme alla Costituzione. I ministri, infatti, vengono solamente PROPOSTI dal presidente del Consiglio, mentre la nomina spetta appunto al presidente della Repubblica. D'altronde questa figura rappresenta l'unità nazionale, non certo una parte, una maggioranza, ecc. Inoltre è anche garante del rispetto degli obblighi nazionali e internazionali assunti dall'Italia, tra cui l'equilibrio di bilanco dello Stato e la leale partecipazione all'UE oltre che rispetto di fondamentali diritti delle persone.
Se nell'ormai famoso "contratto" firmato da leghisti e pentastellati trovano spazio leggi che propongono più spese che entrate, ministri anti-Euro e anti-Germania e politiche dell'immigrazione totalmente chiuse con 500.000 rimpatri forzati, beh, mi pare ovvio che il pres della Rep si opponga.
Il leader leghista se l'è legata al collo, ritenendo inopportuno, insensato e ingiusto il dissenso del presidente, parlando di ingerenza e di ritorno alle urne. Forse anche perché pensa che ora, con Berlusconi non più incandidabile, Forza Italia possa tornare a fare il pieno di voti e governare dunque insieme al vecchio brianzolo?
Chissà, di certo Mattarella non ha travalicato i limiti del suo ruolo, infatti, secondo Zagrebelsky, il presidente della Repubblica ha il dovere di richiamare alla Costituzione questi politici che si sentono legittimati a decidere tutto, la qual cosa però non è democratica e non è conforme alla Costituzione. I ministri, infatti, vengono solamente PROPOSTI dal presidente del Consiglio, mentre la nomina spetta appunto al presidente della Repubblica. D'altronde questa figura rappresenta l'unità nazionale, non certo una parte, una maggioranza, ecc. Inoltre è anche garante del rispetto degli obblighi nazionali e internazionali assunti dall'Italia, tra cui l'equilibrio di bilanco dello Stato e la leale partecipazione all'UE oltre che rispetto di fondamentali diritti delle persone.
Se nell'ormai famoso "contratto" firmato da leghisti e pentastellati trovano spazio leggi che propongono più spese che entrate, ministri anti-Euro e anti-Germania e politiche dell'immigrazione totalmente chiuse con 500.000 rimpatri forzati, beh, mi pare ovvio che il pres della Rep si opponga.
Differenza tra migrante ed expat
Ho letto un trafiletto molto profondo di Irene Amodei, una collaboratrice de La Stampa, quotidiano che leggo molto spesso.
Fa un paragone calzante che approvo in pieno tra europei e africani.
Ad esempio: un inglese che vive in Kenya viene soprannominato "expat" (termine inglese che sta per espatriato, e non è un dispregiativo), mentre un eritreo che vive (o tenta di vivere) in un'altra parte del mondo, è un semplice migrante con tutte le conseguenze del caso, ovvero per consentirgli di vivere in Europa, qualcuno deve prima verificare se sei ad esempio un perseguitato dal punto di vista etnico, politico e/o religioso. In questo caso potrà aspirare al titolo di "richiedente asilo" e dopo di "rifugiato". Ma non sarà mai un "expat"!
"In base ad una definizione che dire più esistenziale che semantica, l'expat è bianco e caucasico. Egli non migra, tantomeno alla ricerca di un lavoro, altrimenti rischierebbe di finire nella categoria, non particolarmente popolare oggigiorno, di migrante economico".
L'expat infatti pare partire in missione, va in un esilio dorato.
Chi decide che l'ingegnere nucleare ucraina che viene in Italia a fare la badante è una migrante, mentre lo studente italiano che fa il cameriere a Parigi è un expat?
"Si può evolvere? Come? Succede come per la bellezza, che dipende dall'occhio di chi guarda? Se davvero fosse così, mi permetto di consigliare una visita oculistica, perché è evidente che dobbiamo tutti cambiare le lenti degli occhiali, e di corsa".
Fa un paragone calzante che approvo in pieno tra europei e africani.
Ad esempio: un inglese che vive in Kenya viene soprannominato "expat" (termine inglese che sta per espatriato, e non è un dispregiativo), mentre un eritreo che vive (o tenta di vivere) in un'altra parte del mondo, è un semplice migrante con tutte le conseguenze del caso, ovvero per consentirgli di vivere in Europa, qualcuno deve prima verificare se sei ad esempio un perseguitato dal punto di vista etnico, politico e/o religioso. In questo caso potrà aspirare al titolo di "richiedente asilo" e dopo di "rifugiato". Ma non sarà mai un "expat"!
"In base ad una definizione che dire più esistenziale che semantica, l'expat è bianco e caucasico. Egli non migra, tantomeno alla ricerca di un lavoro, altrimenti rischierebbe di finire nella categoria, non particolarmente popolare oggigiorno, di migrante economico".
L'expat infatti pare partire in missione, va in un esilio dorato.
Chi decide che l'ingegnere nucleare ucraina che viene in Italia a fare la badante è una migrante, mentre lo studente italiano che fa il cameriere a Parigi è un expat?
"Si può evolvere? Come? Succede come per la bellezza, che dipende dall'occhio di chi guarda? Se davvero fosse così, mi permetto di consigliare una visita oculistica, perché è evidente che dobbiamo tutti cambiare le lenti degli occhiali, e di corsa".
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