Lo scrittore ceco dice alcune cose interessanti sui russi:
"Anche senza comunismo i russi continuano purtroppo a perseguire la loro tradizione di violenza. L'aggressione contro l'Ucraina è solo la logica continuazione della politica russa, prima comunista e prima ancora zarista imperialista.
Di tutti gli slavi, i russi sono i più malati di tutti, non possono fare a meno di combattere, invadere, perseguitare, pontificare, di tanto in tanto anche uccidere purtroppo".
"Eravamo convintissimi che i russi, una volta liberatisi del comunismo, si sarebbero improvvisamente trasformati in un popolo democratico, che saremmo diventati amici, rallegrandoci e arricchendoci insieme. Purtroppo questo non è successo, i russi sono malati di brama di potere.
Quel terribile complesso della caduta dell'impero li ha resi dei cocciuti provocatori, purtroppo nemici dell'Europa unita.
In questo conflitto, gli ucraini hanno subito un attacco e io tengo per loro fin dall'inizio e gli auguro il meglio possibile".
"Ridicolo ritenere Putin e i suoi ufficiali difensori di valori.
In Repubblica Ceca c'è giusto qualche putinista pagato, ma la sfiducia nei confronti della Russia è enorme, è una tradizione. Per studiare e lavorare la gente si trasferisce a Ovest, mai all'Est. E da noi trovano lavoro decine di migliaia di ucraini di altri popoli dell'Est, mai il contrario.
In Rep. Ceca i tribunali sono autonomi, c'è libertà di parola, la stampa è indipendente. Sono migliaia le manifestazioni contro il premier Babis, accusato di corruzione e frode, e contro il presidente pro-Russia Zeman, e non sono violente, non vengono soffocate, si tratta di eventi con una grande partecipazione di cittadini liberi e allegri".
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10 aprile 2020
9 aprile 2020
Piemonte grande malato
Il virologo Giovanni Di Perri accusa la Regione Piemonte:
non doveva limitarsi a testare chi ha sintomi evidenti, ma anche i sospetti e i loro contatti, che è la strategia del Veneto.
Col tempo la Regione guidata dal forzista Cirio ha poi cambiato marcia, compiendo circa 2.500 analisi al giorno, ma è soltanto la 6^ regione, infatti anche Toscana e Lazio ne hanno fatte di più, pur avendo la metà e un terzo dei casi.
Rilancia un altro medico di cui non si fa il nome su La Stampa:
"E' una situazione che paghiamo perché quando arrivano in ospedale i pazienti sono spesso gravi, il che spiega la situazione delle terapie intensive e i decessi". In Veneto, forse non a caso, sono la metà rispetto alla popolazione.
Che dire delle residenze per anziani?
Le prime segnalazioni sono del 13 marzo, ma i tamponi sono stati effettuati tra il 2 e il 3 aprile.
Nel frattempo sono morte 25 persone a Grugliasco, 22 a Trofarello e 15 a Brusasco.
Si sospetta che siano migliaia i positivi nelle case di riposo piemontesi.
Sentite qua: negli ultimi 10 anni, quando la Regione era guidata da Chiamparino (PD) prima e da Cota (Lega) poi, il Piemonte ha tagliato il 6% dei medici e il 4% degli infermieri e tecnici.
"E, mentre il Veneto ha raccordato la medicina territoriale e gli ospedali, con molti pazienti curati in tempo a casa, evitando il ricorso, in Piemonte i medici di base sono allo sbando e nessuno coordina le Asl".
non doveva limitarsi a testare chi ha sintomi evidenti, ma anche i sospetti e i loro contatti, che è la strategia del Veneto.
Col tempo la Regione guidata dal forzista Cirio ha poi cambiato marcia, compiendo circa 2.500 analisi al giorno, ma è soltanto la 6^ regione, infatti anche Toscana e Lazio ne hanno fatte di più, pur avendo la metà e un terzo dei casi.
Rilancia un altro medico di cui non si fa il nome su La Stampa:
"E' una situazione che paghiamo perché quando arrivano in ospedale i pazienti sono spesso gravi, il che spiega la situazione delle terapie intensive e i decessi". In Veneto, forse non a caso, sono la metà rispetto alla popolazione.
Che dire delle residenze per anziani?
Le prime segnalazioni sono del 13 marzo, ma i tamponi sono stati effettuati tra il 2 e il 3 aprile.
Nel frattempo sono morte 25 persone a Grugliasco, 22 a Trofarello e 15 a Brusasco.
Si sospetta che siano migliaia i positivi nelle case di riposo piemontesi.
Sentite qua: negli ultimi 10 anni, quando la Regione era guidata da Chiamparino (PD) prima e da Cota (Lega) poi, il Piemonte ha tagliato il 6% dei medici e il 4% degli infermieri e tecnici.
"E, mentre il Veneto ha raccordato la medicina territoriale e gli ospedali, con molti pazienti curati in tempo a casa, evitando il ricorso, in Piemonte i medici di base sono allo sbando e nessuno coordina le Asl".
Coronavirus: l'accusa del dott. Burgio al governo
In una recente intervista, il medico Burgio, specializzato in epigenetica (branca della genetica che si occupa dei cambiamenti fenotipici ereditabili da una cellula o un organismo) dice alcune cose molto interessanti.
Suppongo che la maggioranza degli italiani non lo abbia mai sentito prima, compreso me, ma meglio tardi che mai.
Vediamo cosa dice.
"Da 23 anni, dal 1997, sappiamo che periodicamente nel mondo partono virus che fanno danni enormi";
"C'era l'allarme ribadito a più riprese per 20 anni da scienziati e ricercatori e la serie di eventi (Sars 2002-2003) aveva ulteriormente accentuato l'allerta. Ma in Occidenti non c'erano piani e si è enormemente sottovalutato quello che stava accadendo in Oriente";
"Il 31 gennaio 2020 è stato dichiarto sulla Gazzetta Ufficiale lo stato di emergenza pre-pandemico ma si è fatto pochissimo per prepararsi ad affrontarlo: informare i cittadini, formare gli operatori sanitari e predisporre soprattuto piani di protezione per ospedali e operatori sanitari";
"Dichiarare l'emergenza doveva servire per evitare di trovare senza un numero adeguato di tamponi e senza la possibilità di proteggere queste persone";
"In Occidente non si è fatto nulla perché dalla pandemia del 1957 non c'è più stato nulla di simile e in Italia non ci sono grandi esperti di virus pandemici. L'unico è il prof. Crisanti, parassitologo dell'Università di Padova. Il Veneto ha ascoltato i suoi suggerimenti e ha avuto problemi molto minori rispetto alle altre regioni del Nord Italia";
MA IL BELLO DEVE ANCORA VENIRE:
L'intervistatore gli chiede se uscire, ovviamente non tutti insieme, è davvero pericoloso, considerando che il contenimento sociale sta provocando ansia sociale e caccia all'untore.
Il medico risponde che serve un'altra premessa, che ci sono 3 variabili da considerare:
1 il virus
2 le condizioni della popolazione
3 le condizioni dei servizi sanitari.
"Il virus ha alta contagiosità, al momento probabilmente una persona può contagiare circa 3 persone e basta poterne contagiare 1 affinchè succeda un disastro nel giro di 1 mese.
Ma se ci fosse stato un piano a gennaio e se avessimo cercato attivamente le polmoniti che alcuni già segnalavano, avremmo potuto evitare il lockdown, perché avremmo avuto il tempo di fare quello che è stato fatto in Veneto. Invece abbiamo perso un mese e ridurre drasticamente ogni contatto fisico. A quel punto il governo ha fatto la scelta giusta".
Sì, giusta, ma tardi pur sapendo.
Gli chiede dove ci si infetta, considerando tutti i nuovi contagi.
"Si tratta di un virus respiratorio: il 90% dei contagi avviene tra persone che hanno un rapporto diretto, un'esposizione ravvicinata in ambienti chiusi, quindi la famiglia, luoghi di lavoro e ospedali.
MOLTO DIFFICILE CHI CI SI CONTAGI PER STRADA.
Questa idea venuta fuori negli ultimi giorni è una MEZZA FAKE NEWS. Se fosse un virus che basta respirare per strada per ammalarsi, saremmo tutti morti".
"Per la gente comune, la mascherina va indossata per tutelare gli altri: se siamo esposti ad una persona che tossisce, la mascherina è insufficiente, ma blocca gran parte delle goccioline, il veicolo principale di contagio. Se il virus è nell'aria, può esserlo in quantità minima, per cui è quasi meglio incontrarlo, se vogliamo prima o poi immunizzarci. Importante è non incontrarlo in quantità pericolosa".
Magari potessimo incontrare il virus per strada: in Lombardia e Piemonte non ci si può allontanare dalla propria abitazione per più di 200 metri.
"Se avessimo accumulato tamponi all'inizio di gennaio, avremmo potuto fare come i cinesi e i coreani che fanno in media 20, 30 mila tamponi al giorno che vengono fatti a chi ha sintomi e ai loro contatti, così quarantenano in maniera rigida e bloccano l'epidemia. Questa è sorveglianza attiva, per bloccare l'epidemia sul territorio non negli ospedali".
"In Lombardia sono state fatte delle leggerezze, ma il termine è troppo poco rispetto ai fatti: c'era l'allarme, i filmati dalla Cina, i medici avvertivano ma sono state consentite le partite di calcio, i raduni dei tifosi, sono state fatte le fiere, chiaro che lì il virus sia dilagato. C'è stato un ritardo gravissimo di 10, 15 giorni. Le responsabilità sono un po' di tutti".
Suppongo che la maggioranza degli italiani non lo abbia mai sentito prima, compreso me, ma meglio tardi che mai.
Vediamo cosa dice.
"Da 23 anni, dal 1997, sappiamo che periodicamente nel mondo partono virus che fanno danni enormi";
"C'era l'allarme ribadito a più riprese per 20 anni da scienziati e ricercatori e la serie di eventi (Sars 2002-2003) aveva ulteriormente accentuato l'allerta. Ma in Occidenti non c'erano piani e si è enormemente sottovalutato quello che stava accadendo in Oriente";
"Il 31 gennaio 2020 è stato dichiarto sulla Gazzetta Ufficiale lo stato di emergenza pre-pandemico ma si è fatto pochissimo per prepararsi ad affrontarlo: informare i cittadini, formare gli operatori sanitari e predisporre soprattuto piani di protezione per ospedali e operatori sanitari";
"Dichiarare l'emergenza doveva servire per evitare di trovare senza un numero adeguato di tamponi e senza la possibilità di proteggere queste persone";
"In Occidente non si è fatto nulla perché dalla pandemia del 1957 non c'è più stato nulla di simile e in Italia non ci sono grandi esperti di virus pandemici. L'unico è il prof. Crisanti, parassitologo dell'Università di Padova. Il Veneto ha ascoltato i suoi suggerimenti e ha avuto problemi molto minori rispetto alle altre regioni del Nord Italia";
MA IL BELLO DEVE ANCORA VENIRE:
L'intervistatore gli chiede se uscire, ovviamente non tutti insieme, è davvero pericoloso, considerando che il contenimento sociale sta provocando ansia sociale e caccia all'untore.
Il medico risponde che serve un'altra premessa, che ci sono 3 variabili da considerare:
1 il virus
2 le condizioni della popolazione
3 le condizioni dei servizi sanitari.
"Il virus ha alta contagiosità, al momento probabilmente una persona può contagiare circa 3 persone e basta poterne contagiare 1 affinchè succeda un disastro nel giro di 1 mese.
Ma se ci fosse stato un piano a gennaio e se avessimo cercato attivamente le polmoniti che alcuni già segnalavano, avremmo potuto evitare il lockdown, perché avremmo avuto il tempo di fare quello che è stato fatto in Veneto. Invece abbiamo perso un mese e ridurre drasticamente ogni contatto fisico. A quel punto il governo ha fatto la scelta giusta".
Sì, giusta, ma tardi pur sapendo.
Gli chiede dove ci si infetta, considerando tutti i nuovi contagi.
"Si tratta di un virus respiratorio: il 90% dei contagi avviene tra persone che hanno un rapporto diretto, un'esposizione ravvicinata in ambienti chiusi, quindi la famiglia, luoghi di lavoro e ospedali.
MOLTO DIFFICILE CHI CI SI CONTAGI PER STRADA.
Questa idea venuta fuori negli ultimi giorni è una MEZZA FAKE NEWS. Se fosse un virus che basta respirare per strada per ammalarsi, saremmo tutti morti".
"Per la gente comune, la mascherina va indossata per tutelare gli altri: se siamo esposti ad una persona che tossisce, la mascherina è insufficiente, ma blocca gran parte delle goccioline, il veicolo principale di contagio. Se il virus è nell'aria, può esserlo in quantità minima, per cui è quasi meglio incontrarlo, se vogliamo prima o poi immunizzarci. Importante è non incontrarlo in quantità pericolosa".
Magari potessimo incontrare il virus per strada: in Lombardia e Piemonte non ci si può allontanare dalla propria abitazione per più di 200 metri.
"Se avessimo accumulato tamponi all'inizio di gennaio, avremmo potuto fare come i cinesi e i coreani che fanno in media 20, 30 mila tamponi al giorno che vengono fatti a chi ha sintomi e ai loro contatti, così quarantenano in maniera rigida e bloccano l'epidemia. Questa è sorveglianza attiva, per bloccare l'epidemia sul territorio non negli ospedali".
"In Lombardia sono state fatte delle leggerezze, ma il termine è troppo poco rispetto ai fatti: c'era l'allarme, i filmati dalla Cina, i medici avvertivano ma sono state consentite le partite di calcio, i raduni dei tifosi, sono state fatte le fiere, chiaro che lì il virus sia dilagato. C'è stato un ritardo gravissimo di 10, 15 giorni. Le responsabilità sono un po' di tutti".
STATISTICHE SULLE MORTI PER COVID-19
In un'ottima pagina dell'Istituto Superiore della Sanità troviamo alcuni dati e grafici molto interessanti (dati aggiornati al 7 Aprile 2020).
Le Regioni con più morti sono la Lombardia (60% del totale) e l'Emilia-Romagna (13,7%).
Nessun'altra raggiunge la doppia cifra. 9 regioni (8 del Centro e del Sud Italia) non raggiungono l'1%.
Per cui, pur essendoci positivi, ospedalizzati e morti in ogni regione, notiamo come molte zone del Paese non stiano vivendo un periodo tragico tale da giustificare, a mio sindacabile parere, questa chiusa totale (per modo di dire, visto che quasi il 50% delle imprese è aperto, mentre le persone comuni, tra cui i professionisti, devono stare chiusi in casa come dei criminali ai domiciliari).
L'età media è 78 anni e gli uomini rappresentano il 67,7%.
178 morti avevano meno di 50 anni.
Quindi è vero che muoiono anche persone giovani (tra cui un minorenne), ma la percentuale rispetto al totale (17.669 deceduti) è bassissima (1%).
Lo dico non tanto per sminuire il virus, quanto per evidenziare la faziosità di alcuni video più o meno istituzionali, realizzati con lo scopo di convincere tutti, specialmente i giovani, della bontà delle misure restrittive e cattive ideate dal governo Conte Bis e dalle Regioni come quella lombarda e piemontese.
Se a questo dato, abbiniamo quello relativo alle Regioni e aggiungiamo il dramma di molti lavoratori che ora sono senza entrate, direi che molte persone del Centro-Sud hanno tutto il diritto di incavolarsi.
Proseguiamo.
Analizzando le cartelle cliniche di 1.290 persone decedute, si è scoperto che il 61,8% aveva 3 o più patologie pregresse. Solamente 42 persone presentavano nessuna patologia (3,25%) e soltanto 186 ne avevano una.
In ambo i sessi, il numero medio di patologie era di 3,3.
Quali sono le peggiori patologie? Ipertensione arteriosa (ce l'aveva quasi il 71% dei morti e colpisce circa il 30% della popolazione adulta), cardiopatia ischemica (28%), insufficienza renale cronica (23%), fibrillazione atriale (22,5%) e scompenso cardiaco (16%).
"Al 6 aprile sono 178 dei 14.860 (1,2%) pazienti deceduti COVID-19 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 42 di questi avevano meno di 40 anni (28 uomini e 14 donne con età compresa tra i 5 e i 39 anni). Di 6 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 28 presentavano gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 8 non avevano diagnosticate patologie di rilievo".
Il 77,7% di questi Under 40 con informazioni cliniche disponibili, era già afflitto da gravi patologie.
Le Regioni con più morti sono la Lombardia (60% del totale) e l'Emilia-Romagna (13,7%).
Nessun'altra raggiunge la doppia cifra. 9 regioni (8 del Centro e del Sud Italia) non raggiungono l'1%.
Per cui, pur essendoci positivi, ospedalizzati e morti in ogni regione, notiamo come molte zone del Paese non stiano vivendo un periodo tragico tale da giustificare, a mio sindacabile parere, questa chiusa totale (per modo di dire, visto che quasi il 50% delle imprese è aperto, mentre le persone comuni, tra cui i professionisti, devono stare chiusi in casa come dei criminali ai domiciliari).
L'età media è 78 anni e gli uomini rappresentano il 67,7%.
178 morti avevano meno di 50 anni.
Quindi è vero che muoiono anche persone giovani (tra cui un minorenne), ma la percentuale rispetto al totale (17.669 deceduti) è bassissima (1%).
Lo dico non tanto per sminuire il virus, quanto per evidenziare la faziosità di alcuni video più o meno istituzionali, realizzati con lo scopo di convincere tutti, specialmente i giovani, della bontà delle misure restrittive e cattive ideate dal governo Conte Bis e dalle Regioni come quella lombarda e piemontese.
Se a questo dato, abbiniamo quello relativo alle Regioni e aggiungiamo il dramma di molti lavoratori che ora sono senza entrate, direi che molte persone del Centro-Sud hanno tutto il diritto di incavolarsi.
Proseguiamo.
Analizzando le cartelle cliniche di 1.290 persone decedute, si è scoperto che il 61,8% aveva 3 o più patologie pregresse. Solamente 42 persone presentavano nessuna patologia (3,25%) e soltanto 186 ne avevano una.
In ambo i sessi, il numero medio di patologie era di 3,3.
Quali sono le peggiori patologie? Ipertensione arteriosa (ce l'aveva quasi il 71% dei morti e colpisce circa il 30% della popolazione adulta), cardiopatia ischemica (28%), insufficienza renale cronica (23%), fibrillazione atriale (22,5%) e scompenso cardiaco (16%).
"Al 6 aprile sono 178 dei 14.860 (1,2%) pazienti deceduti COVID-19 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 42 di questi avevano meno di 40 anni (28 uomini e 14 donne con età compresa tra i 5 e i 39 anni). Di 6 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 28 presentavano gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 8 non avevano diagnosticate patologie di rilievo".
Il 77,7% di questi Under 40 con informazioni cliniche disponibili, era già afflitto da gravi patologie.
8 aprile 2020
Le gravi accuse di Ricciardi e Bucci
Walter Ricciardi, membro dell'OMS e consulente del Ministero della Salute, afferma che tanti medici si sono ammalati (94 medici e 26 infermieri morti) per 3 motivi:
1 il contagio arriva di nascosto e tutto insieme
2 comportamenti inadeguati in ospedali che hanno il record europeo di infezioni
3 carenza di scorte di dispositivi di protezione
E come mai così tanti morti in Lombardia?
Secondo lui, una causa è senz'altro questa:
"La potenza del virus ha portato tutti in ospedale, senza filtro del territorio come ha detto il virologo Palù"; "Il sistema lombardo è eccellente per le prestazioni ospedaliere, ma ha mostrato limiti per le epidemie e cronicità a causa dei tagli. La pressione è stata tale che comunque nessun sistema avrebbe retto".
E sulla zona rossa non istituita a Bergamo?
"Consigliai di chiudere, ma tra governo e regione Lombardia forse non si sono capiti".
Questo l'ho preso da La Stampa.
Sul Corriere della Sera, invece, parla il biologo Bucci (MOLTO INTERESSANTE):
Nell'imprenditoria, ad esempio, non essendo mai totalmente sicuri di fatturare una certa cifra, si prende una parte degli utili e la si mette da parte sia in vista di possibili investimenti, sia per fronteggiare possibili periodi di crisi.
1 il contagio arriva di nascosto e tutto insieme
2 comportamenti inadeguati in ospedali che hanno il record europeo di infezioni
3 carenza di scorte di dispositivi di protezione
E come mai così tanti morti in Lombardia?
Secondo lui, una causa è senz'altro questa:
"La potenza del virus ha portato tutti in ospedale, senza filtro del territorio come ha detto il virologo Palù"; "Il sistema lombardo è eccellente per le prestazioni ospedaliere, ma ha mostrato limiti per le epidemie e cronicità a causa dei tagli. La pressione è stata tale che comunque nessun sistema avrebbe retto".
E sulla zona rossa non istituita a Bergamo?
"Consigliai di chiudere, ma tra governo e regione Lombardia forse non si sono capiti".
Questo l'ho preso da La Stampa.
Sul Corriere della Sera, invece, parla il biologo Bucci (MOLTO INTERESSANTE):
«I numeri dei decessi anomali mostrano che molte persone nelle zone più colpite dal virus sono morte perché il sistema sanitario non ha retto, non direttamente per il Covid-19»
Molte persone, malate di Covid-19, sono morte per una sua conseguenza indiretta.
Cerchiamo di capirci meglio:
i dati di queste terribili settimane ci dicono che tra i MORTI POSITIVI AL VIRUS, il 70% sono uomini e il 30% donne.
Tra i morti in Lombardia negli anni che vanno dal 2015 al 2019, nel periodo 23 febbraio - 31 marzo, troviamo più donne che uomini. Quest'anno il numero totale è aumentato molto, passando da 3.926 a 8.962, di cui 4.657 uomini.
Il rapporto visto prima, 70/30, scompare. Se i decessi in più fossero dovuti solo a questo virus, il numero degli uomini sarebbe stato molto più alto rispetto a quello delle donne (4.305).
Ciò significa che molte persone non sono morte solo per il Sars-Cov-2, ma anche a causa della saturazione degli ospedali che non hanno potuto curare persone altrimenti salvabili in condizioni normali.
Ma perché una situazione normale, come quella vissuta dalla Lombardia e dall'Italia fino al Gennaio 2020, non comprende(va) anche una possibile emergenza?
Nell'imprenditoria, ad esempio, non essendo mai totalmente sicuri di fatturare una certa cifra, si prende una parte degli utili e la si mette da parte sia in vista di possibili investimenti, sia per fronteggiare possibili periodi di crisi.
Evidentemente questo concetto non esiste nella nostra Sanità.
Che infatti ha pochissimi posti letto in terapia intensiva: l'Italia è al 23° posto in Europa (e l'Europa non è certo composta da centinaia di nazioni...) con 5.090 posti, contro i 28.000 della Germania (6 ogni 1.000 abitanti).
Bucci dice che questo virus ha una letalità bassa, ma è molto contagioso e quindi indirettamente miete tante vittime.
Centinaia di persone, o migliaia, chissà, se portate in ospedale sarebbero sopravvissute. Questa informazione è sia consolante, perché ci dice che il virus è battibile in molti casi, ma anche molto sconfortante sullo stato della nostra Sanità che ha subito dei tagli pazzeschi.
7 aprile 2020
La verità sulla SVEZIA
In Svezia il numero di morti per/con Coronavirus è ancora MOLTO BASSO e speriamo rimanga tale (https://bing.com/covid).
Il numero più alto si è registrato nella capitale, Stoccolma, la città più viva e turistica, in cui è più facile trasmettere il virus a causa di uno stile di vita diverso rispetto al resto della Svezia.
Ma nel resto del Paese, i contagiati e i morti sono veramente pochi: in Scania (regione meridionale) sono morte solo 13 persone (qualche giorno fa erano 11), e nella regione di Halmstad 12.
Nonostante questi numeri ridicoli se paragonati al Nord Italia, alla Spagna, Francia (alcune regioni), Belgio, Inghilterra e USA, i giornalisti italiani ci informano di nuove possibili misure restrittive anche in Svezia, col premier che avrebbe sentito Conte.
Andando a leggere i giornali svedesi, apprendiamo che esiste davvero questa intenzione, ma con 2 piccole differenze:
1 - non è ancora stata presa
2 - nel caso venga davvero presa, dovrà prima discuterne il Parlamento.
"Regeringen har lyssnat på oppositionen och Lagrådets synpunkter om att ge regeringen möjligheter att fatta beslut utan att först gå till riksdagen.
Det framgick efter ett flera timmars långt sammanträde med partiledarna.
– Vi är väldigt nöjda, nu har regeringen fått ett brett stöd för lagstiftning. Regeringen har lyssnat på både oppositionen och Lagrådet. Alla beslut kommer att gå till riksdagen omedelbart, säger Vänsterpartiets ledare Jonas Sjöstedt efter mötet.
Även Moderaternas ledare Ulf Kristersson bekräftar att de är för att ge regeringen de här befogenheterna och att regeringen har lyssnat på synpunkter från oppositionen och Lagrådet.
Däremot är Moderaterna inte nöjda med hur enskilda näringsidkare ska ersättas".
TRADUZIONE
"Il governo ha ascoltato l'opposizione e le opinioni del Consiglio di legge sul dare al governo l'opportunità di prendere decisioni senza prima andare in Parlamento.
È emerso dopo un incontro di diverse ore con i leader del partito.
- Siamo molto lieti, ora il governo ha ricevuto un ampio sostegno alla legislazione. Il governo ha ascoltato sia l'opposizione che il Consiglio di legge. Tutte le decisioni andranno immediatamente al Parlamento, afferma il leader del Partito di Sinistra Jonas Sjöstedt dopo l'incontro.
Anche il leader moderato Ulf Kristersson conferma che sono loro a conferire al governo questi poteri e che il governo ha ascoltato le opinioni dell'opposizione e del Consiglio di legge.
Tuttavia, i moderati non sono soddisfatti di come i singoli operatori dovrebbero essere sostituiti".
FONTE: https://www.aftonbladet.se/nyheter/a/3Jgxj9/senaste-nytt-om-coronaviruset
AGGIORNAMENTO 8 APRILE:
nelle ultime ore sono morte circa 100 persone in Svezia, ma guardando la mappa linkato ad inizio post, notiamo come la maggior parte di queste vittime provenisse da Stoccolma e dintorni, mentre le regioni del Sud sono per fortuna cresciute pochissimo da questo punto di vista. La Scania conta 3 vittime in più, e la contea di Halland solo 2. Il Vastra Gotaland (il capoluogo è Goteborg) conta 33 morti.
Il numero più alto si è registrato nella capitale, Stoccolma, la città più viva e turistica, in cui è più facile trasmettere il virus a causa di uno stile di vita diverso rispetto al resto della Svezia.
Ma nel resto del Paese, i contagiati e i morti sono veramente pochi: in Scania (regione meridionale) sono morte solo 13 persone (qualche giorno fa erano 11), e nella regione di Halmstad 12.
Nonostante questi numeri ridicoli se paragonati al Nord Italia, alla Spagna, Francia (alcune regioni), Belgio, Inghilterra e USA, i giornalisti italiani ci informano di nuove possibili misure restrittive anche in Svezia, col premier che avrebbe sentito Conte.
Andando a leggere i giornali svedesi, apprendiamo che esiste davvero questa intenzione, ma con 2 piccole differenze:
1 - non è ancora stata presa
2 - nel caso venga davvero presa, dovrà prima discuterne il Parlamento.
"Regeringen har lyssnat på oppositionen och Lagrådets synpunkter om att ge regeringen möjligheter att fatta beslut utan att först gå till riksdagen.
Det framgick efter ett flera timmars långt sammanträde med partiledarna.
– Vi är väldigt nöjda, nu har regeringen fått ett brett stöd för lagstiftning. Regeringen har lyssnat på både oppositionen och Lagrådet. Alla beslut kommer att gå till riksdagen omedelbart, säger Vänsterpartiets ledare Jonas Sjöstedt efter mötet.
Även Moderaternas ledare Ulf Kristersson bekräftar att de är för att ge regeringen de här befogenheterna och att regeringen har lyssnat på synpunkter från oppositionen och Lagrådet.
Däremot är Moderaterna inte nöjda med hur enskilda näringsidkare ska ersättas".
TRADUZIONE
"Il governo ha ascoltato l'opposizione e le opinioni del Consiglio di legge sul dare al governo l'opportunità di prendere decisioni senza prima andare in Parlamento.
È emerso dopo un incontro di diverse ore con i leader del partito.
- Siamo molto lieti, ora il governo ha ricevuto un ampio sostegno alla legislazione. Il governo ha ascoltato sia l'opposizione che il Consiglio di legge. Tutte le decisioni andranno immediatamente al Parlamento, afferma il leader del Partito di Sinistra Jonas Sjöstedt dopo l'incontro.
Anche il leader moderato Ulf Kristersson conferma che sono loro a conferire al governo questi poteri e che il governo ha ascoltato le opinioni dell'opposizione e del Consiglio di legge.
Tuttavia, i moderati non sono soddisfatti di come i singoli operatori dovrebbero essere sostituiti".
FONTE: https://www.aftonbladet.se/nyheter/a/3Jgxj9/senaste-nytt-om-coronaviruset
AGGIORNAMENTO 8 APRILE:
nelle ultime ore sono morte circa 100 persone in Svezia, ma guardando la mappa linkato ad inizio post, notiamo come la maggior parte di queste vittime provenisse da Stoccolma e dintorni, mentre le regioni del Sud sono per fortuna cresciute pochissimo da questo punto di vista. La Scania conta 3 vittime in più, e la contea di Halland solo 2. Il Vastra Gotaland (il capoluogo è Goteborg) conta 33 morti.
VOGLIAMO TORNARE AD ESSERE LIBERI
Siamo tutti preoccupati, ma siamo anche tutti molto vogliosi di tornare liberi di andare in giro come una volta senza restrizioni.
Tante persone non ce la fanno più perchè si sentono ingabbiate, perchè non vedono altro che muri (non tutti hanno un bel panorama), perchè stanno con famigliari che non sopportano, perchè sono sole, senza lavoro o perchè semplicemente vogliono tornare a lavorare o andare al mare e in montagna.
Cose normalissime che oggigiorno vengono viste come dei lussi a cui dobbiamo rinunciare per il bene comune, per la salute pubblico, per rispetto di malati, morti, medici e infermieri.
Questo concetto fa parte della propaganda di regime sanitario nella quale siamo sprofondati, in cui il singolo pedone, corridore, genitore e proprietario di cane si sente in colpa ad uscire o viene additato come untore dal volgo appiccicato alle finestre.
In realtà la colpa non è certo delle singole persone comuni, bensì di chi ha lasciato che il virus si diffondesse enormemente in Lombardia, di chi non ha chiuso in tempo stadi e fabbriche, tanto per fare un esempio. La maggior parte dei contagi avviene in posti simili, posti in cui la massa si ritrova ed agistandosi, dimenandosi, cantando e urlando si contagia attraverso le varie sputacchiate.
Secondo un epidemiologo tedesco, il cui risultato di una sua ricerca è comparso recentemente sul Corriere della Sera, i contagi non avvengono nei mezzi pubblici e nei supermercati.
Non stento a crederci, poichè in questi luoghi, seppur chiusi e specie i primi non molto grandi, le persone sconosciute non si rivolgono la parola e, nel secondo caso, sono ben distanziate anche grazie all'uso dei carrelli della spesa.
Fossi stato un politico, a febbraio avrei chiuso molte più fabbriche e tutti quei locali in cui è impossibile tenere le debite distanze e in cui si fa festa.
Ma avrei lasciato alle persone ampia libertà di movimento, cosa che effettivamente all'inizio era presente. Soltanto dopo un bel po' di giorni, quando l'epidemia stava colpendo come non mai le province di Bergamo e Brescia, è stata decisa una stressa su parchi e libertà di movimento. Queste sono state decisioni insulse, inutili e dannose per il nostro benessere economico e psico-fisico.
Mi rendo altresì conto che sia molto più facile criminalizzare e incolpare singoli innocenti che camminano o corrono, mentre è molto più difficile convincere Confindustria a chiduere migliaia di fabbriche, colpevolizzando industriali e milioni/miliardari, cosa che non farebbe certamente comodo alla perpetuazione del sistema e al suo rispetto da parte della massa.
La diffusione del virus in alcune zone del Nord non è certo dipeso dai pedoni, dalle famigliole e dagli sportivi. Adesso, molti giornali e politici puntano sul fatto che molte persone sono irresponsabili e che non rispettano le regole, eppure la % di multati è molto bassa, come ha fatto notare ieri Nicola Porro su Rete4. E sarebbe anche bene evidenziare come gli attuali contagiati e morti non derivino da recenti contagi, dato che il periodo di incubazione è abbastanza lungo e che molti malati arrivano in ospedale in condizioni già critiche.
E, a proposito di ospedali, i giornali farebbero bene a mettere in 1^ pagina il numero di posti letto ridicolo rispetto a quello della Germania e rispetto a quello della stessa Italia 40 anni fa. Oppure parlare dei dimessi finiti in parte delle case di riposo, in cui si sono registrati tantissimi morti, a volte pari a 1/3 degli ospiti in pochi giorni!
Tante persone non ce la fanno più perchè si sentono ingabbiate, perchè non vedono altro che muri (non tutti hanno un bel panorama), perchè stanno con famigliari che non sopportano, perchè sono sole, senza lavoro o perchè semplicemente vogliono tornare a lavorare o andare al mare e in montagna.
Cose normalissime che oggigiorno vengono viste come dei lussi a cui dobbiamo rinunciare per il bene comune, per la salute pubblico, per rispetto di malati, morti, medici e infermieri.
Questo concetto fa parte della propaganda di regime sanitario nella quale siamo sprofondati, in cui il singolo pedone, corridore, genitore e proprietario di cane si sente in colpa ad uscire o viene additato come untore dal volgo appiccicato alle finestre.
In realtà la colpa non è certo delle singole persone comuni, bensì di chi ha lasciato che il virus si diffondesse enormemente in Lombardia, di chi non ha chiuso in tempo stadi e fabbriche, tanto per fare un esempio. La maggior parte dei contagi avviene in posti simili, posti in cui la massa si ritrova ed agistandosi, dimenandosi, cantando e urlando si contagia attraverso le varie sputacchiate.
Secondo un epidemiologo tedesco, il cui risultato di una sua ricerca è comparso recentemente sul Corriere della Sera, i contagi non avvengono nei mezzi pubblici e nei supermercati.
Non stento a crederci, poichè in questi luoghi, seppur chiusi e specie i primi non molto grandi, le persone sconosciute non si rivolgono la parola e, nel secondo caso, sono ben distanziate anche grazie all'uso dei carrelli della spesa.
Fossi stato un politico, a febbraio avrei chiuso molte più fabbriche e tutti quei locali in cui è impossibile tenere le debite distanze e in cui si fa festa.
Ma avrei lasciato alle persone ampia libertà di movimento, cosa che effettivamente all'inizio era presente. Soltanto dopo un bel po' di giorni, quando l'epidemia stava colpendo come non mai le province di Bergamo e Brescia, è stata decisa una stressa su parchi e libertà di movimento. Queste sono state decisioni insulse, inutili e dannose per il nostro benessere economico e psico-fisico.
Mi rendo altresì conto che sia molto più facile criminalizzare e incolpare singoli innocenti che camminano o corrono, mentre è molto più difficile convincere Confindustria a chiduere migliaia di fabbriche, colpevolizzando industriali e milioni/miliardari, cosa che non farebbe certamente comodo alla perpetuazione del sistema e al suo rispetto da parte della massa.
La diffusione del virus in alcune zone del Nord non è certo dipeso dai pedoni, dalle famigliole e dagli sportivi. Adesso, molti giornali e politici puntano sul fatto che molte persone sono irresponsabili e che non rispettano le regole, eppure la % di multati è molto bassa, come ha fatto notare ieri Nicola Porro su Rete4. E sarebbe anche bene evidenziare come gli attuali contagiati e morti non derivino da recenti contagi, dato che il periodo di incubazione è abbastanza lungo e che molti malati arrivano in ospedale in condizioni già critiche.
E, a proposito di ospedali, i giornali farebbero bene a mettere in 1^ pagina il numero di posti letto ridicolo rispetto a quello della Germania e rispetto a quello della stessa Italia 40 anni fa. Oppure parlare dei dimessi finiti in parte delle case di riposo, in cui si sono registrati tantissimi morti, a volte pari a 1/3 degli ospiti in pochi giorni!
5 aprile 2020
Siamo pieni di coronavirus e non ce ne sbarazzeremo
Dall'inserto LIFE de La Stampa di qualche giorno fa, apprendo alcune cose su questo Coronavirus che ci sta facendo tanta paura.
Ad esempio che attualmente ci sono ben 7 diversi coronavirus che circolano negli umani, ma molti di più sono quelli presenti negli animali che potrebbero fare il salto di specie, con effetti gravi.
Nel recente passato abbiamo ad esempio avuto le epidemie di SARS nel 2002 e di MERS nel 2012.
Queste, non si sono diffuse molte, ma hanno fatto molti morti dove si sono sviluppati dei focolai.
I risultati dei relativi vaccini sono stati deludenti.
L'iter di sviluppo di un nuovo vaccino è lungo, va da 1 a 2 anni e comprende i test sugli animali e 3 diverse fasi di sperimentazione clinica sugli umani per verificare sicurezza ed efficacia.
Si devono poi aggiungere test per dimostrare che il vaccino non induca una sensibilità accentuata nei confronti delle infezioni, un effetto osservato in alcuni vaccini studiati negli scorsi anni.
Intanto i ricercatori di una società di Boston, in soli 42 giorni (di solito ci vogliono anni), sono riusciti a produrre un vaccino che è già in sperimentazione sugli umani.
"A fare la differenza è stata la loro piattaforma tecnologica che produce vaccini a base di RNA: il vaccino veicola nelle cellule filamenti di RNA messaggero che, una volta entrati, danno il via alla produzione di molte copie della proteina virale scatenando così una reazione immunitaria più forte di quella ottenuta con vaccini che contengono direttamente la proteina".
"La scienza vuole trovare una soluzione sul lungo termine.
Risulterà molto utile se è vero, come temono molti, che di questo virus non ci sbarazzeremo tanto facilmente e in poco tempo.
La sua capacità di diffondersi velocemente tra gli umani fa ipotizzare infatti che diventi endemico, che cioè attenuti un po' la sua forza, ma cominci a circolare tra noi tornando ciclicamente a far parlare di sè, come accade per il virus dell'influenza.
Lo stesso comportamento che è già stato visto per la MERS nel 2012, 2013 e 2015. Ma quel coronavirus si diffonde molto poco fra gli umani e anche quello della SARS lo fa in maniera piuttosto inefficace se paragonato al nuovo coronavirus".
Ad esempio che attualmente ci sono ben 7 diversi coronavirus che circolano negli umani, ma molti di più sono quelli presenti negli animali che potrebbero fare il salto di specie, con effetti gravi.
Nel recente passato abbiamo ad esempio avuto le epidemie di SARS nel 2002 e di MERS nel 2012.
Queste, non si sono diffuse molte, ma hanno fatto molti morti dove si sono sviluppati dei focolai.
I risultati dei relativi vaccini sono stati deludenti.
L'iter di sviluppo di un nuovo vaccino è lungo, va da 1 a 2 anni e comprende i test sugli animali e 3 diverse fasi di sperimentazione clinica sugli umani per verificare sicurezza ed efficacia.
Si devono poi aggiungere test per dimostrare che il vaccino non induca una sensibilità accentuata nei confronti delle infezioni, un effetto osservato in alcuni vaccini studiati negli scorsi anni.
Intanto i ricercatori di una società di Boston, in soli 42 giorni (di solito ci vogliono anni), sono riusciti a produrre un vaccino che è già in sperimentazione sugli umani.
"A fare la differenza è stata la loro piattaforma tecnologica che produce vaccini a base di RNA: il vaccino veicola nelle cellule filamenti di RNA messaggero che, una volta entrati, danno il via alla produzione di molte copie della proteina virale scatenando così una reazione immunitaria più forte di quella ottenuta con vaccini che contengono direttamente la proteina".
"La scienza vuole trovare una soluzione sul lungo termine.
Risulterà molto utile se è vero, come temono molti, che di questo virus non ci sbarazzeremo tanto facilmente e in poco tempo.
La sua capacità di diffondersi velocemente tra gli umani fa ipotizzare infatti che diventi endemico, che cioè attenuti un po' la sua forza, ma cominci a circolare tra noi tornando ciclicamente a far parlare di sè, come accade per il virus dell'influenza.
Lo stesso comportamento che è già stato visto per la MERS nel 2012, 2013 e 2015. Ma quel coronavirus si diffonde molto poco fra gli umani e anche quello della SARS lo fa in maniera piuttosto inefficace se paragonato al nuovo coronavirus".
Meglio un umanista (?), un economista o un matematico?
Spesso mi capita di sentire i pareri della gente sui politici.
E questi sono sempre estremamente negativi.
Un po' perchè è prassi comune atteggiarsi a capo-popolo che vuole guidare una specie di maggioranza silenziosa, se vogliamo anche un po' immaginaria, e un po' perchè, effettivamente, i politici sono dei contaballe ben oliati da un sistema superiore alla politica.
Adesso, però, molte persone apprezzano Giuseppe Conte perchè lo trovano molto umano, mentre ad esempio non sopportano Mario Monti, perchè, a detta di alcuni, è troppo matematico.
Ma magari fosse un matematico!
Purtroppo Monti è un economista e ogni economista ha una propria ricetta data per ottima e vincente per partito preso. Un matematico, invece, bada alla risoluzione di problemi e il risultato può essere soltanto uno. Se non erro, non abbiamo mai avuto matematici al comando.
E questi sono sempre estremamente negativi.
Un po' perchè è prassi comune atteggiarsi a capo-popolo che vuole guidare una specie di maggioranza silenziosa, se vogliamo anche un po' immaginaria, e un po' perchè, effettivamente, i politici sono dei contaballe ben oliati da un sistema superiore alla politica.
Adesso, però, molte persone apprezzano Giuseppe Conte perchè lo trovano molto umano, mentre ad esempio non sopportano Mario Monti, perchè, a detta di alcuni, è troppo matematico.
Ma magari fosse un matematico!
Purtroppo Monti è un economista e ogni economista ha una propria ricetta data per ottima e vincente per partito preso. Un matematico, invece, bada alla risoluzione di problemi e il risultato può essere soltanto uno. Se non erro, non abbiamo mai avuto matematici al comando.
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