Il virologo Giovanni Di Perri accusa la Regione Piemonte:
non doveva limitarsi a testare chi ha sintomi evidenti, ma anche i sospetti e i loro contatti, che è la strategia del Veneto.
Col tempo la Regione guidata dal forzista Cirio ha poi cambiato marcia, compiendo circa 2.500 analisi al giorno, ma è soltanto la 6^ regione, infatti anche Toscana e Lazio ne hanno fatte di più, pur avendo la metà e un terzo dei casi.
Rilancia un altro medico di cui non si fa il nome su La Stampa:
"E' una situazione che paghiamo perché quando arrivano in ospedale i pazienti sono spesso gravi, il che spiega la situazione delle terapie intensive e i decessi". In Veneto, forse non a caso, sono la metà rispetto alla popolazione.
Che dire delle residenze per anziani?
Le prime segnalazioni sono del 13 marzo, ma i tamponi sono stati effettuati tra il 2 e il 3 aprile.
Nel frattempo sono morte 25 persone a Grugliasco, 22 a Trofarello e 15 a Brusasco.
Si sospetta che siano migliaia i positivi nelle case di riposo piemontesi.
Sentite qua: negli ultimi 10 anni, quando la Regione era guidata da Chiamparino (PD) prima e da Cota (Lega) poi, il Piemonte ha tagliato il 6% dei medici e il 4% degli infermieri e tecnici.
"E, mentre il Veneto ha raccordato la medicina territoriale e gli ospedali, con molti pazienti curati in tempo a casa, evitando il ricorso, in Piemonte i medici di base sono allo sbando e nessuno coordina le Asl".
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