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19 giugno 2010

Prima la cioccolata, poi la salute e infine l'ambiente

Dopo il record di post e commenti sullo "scandalo Luttazzi" (il comico avrebbe copiato 500 battute da comici statunitensi senza mai citarli e senza mai mettersi d'accordo coi manager o loro stessi), non pensavo la demenza potesse continuare avendo per protagonista questa volta non una persona, ma una crema di cioccolato che sarebbe, secondo i complottisti, malvista e in futuro censurata se non vietata dai freddi burocrati dell'UE.

Blog e social network si sono riempiti di appelli in difesa di questo prodotto made in Italy (ma neanche troppo, come spiegherò tra poco) i cui spot nel prossimo futuro saranno vietati (o forse verrà solo posto un bollino rosso sia sulla confezione che sullo schermo), dall'Unione Europea perchè questa sfiziosa crema non rispetterebbe alcuni criteri nutrizionali, primo fra tutti la quantità di zucchero che comprometterebbe la salute dei bambini e degli adolescenti (considerando anche il crescente numero di obesi, penso sia giusto non invitare i piccoli a consumare certe cose come se fossero totalmente innocue).
La norma bloccherà sicuramente anche gli spot di altri prodotti e, quindi, la demenza si ravvede nella gente che titola i propri post e messaggi all'incirca così: "Aiuto, vogliono vietare la Nutella!", quando questa nuova legge parla in termini generali, non certo prendendosela con una data azienda.

Se poi ci si lamenta solo per il divieto di pubblicità future, la demenza è incommentabile. Direi solo che una società che basa la propria futura felicità su ciò che compare sugli schermi (pur potendo però mangiare ciò che una volta gli veniva proposto dal piccolo schermo ed ora non più) è inquietante e non merita un futuro!

Tempo fa Greenpeace e i suoi sostenitori italiani si batterono affinchè la Ferrero (l'azienda produttrice della Nutella) usasse meno olio derivante dalle palme piantate nel Sud-Est asiatico (in Indonesia, ad esempio) al posto della foresta dove, tra l'altro, vivono gli oranghi.
Si raccolsero 10.000 firme e la Nutella al pari della Unilever accettò la sfida di monitorare le piantagioni e quindi anche le foreste. 10.000 è sicuramente un bel numero, ma non ricordo di aver visto la quantità di appelli che circola in questi giorni. Il perchè è semplice: se si vieta l'approviggionamento di Nutella lo si nota direttamente, mentre la distruzione di un'ecosistema di cui si sa poco e che comunque non si vede uscendo da casa, tocca solo indirettamente la nostra società.
Questo serve anche per dire che di Made in Italy ce n'è solo una parte, ed anche le nocciole non sono tutte delle Langhe o del Roero (zone collinari della provincia di Cuneo dove ha sede la Ferrero). Ricordo infatti le lamentale di alcuni contadini di questi luoghi. Senza risorse provenienti da terre lontane la nostra società non esisterebbe come oggi la conosciamo..

L'europarlamentare Sonia Alfano (IDV) ha firmato contro l'emendamento, ma in suo recente post ho trovato questa interessante frase di Carlo Petrini (presidente Slow-Food) che la dice lunga sul nostro tempo malato di consumismo e menefreghismo:
"Siamo arrivati al punto che ci vogliono leggi per stabilire che se mi mangio quattro chili di prosciutto crudo l’organismo ne risente, che se m’ingozzo di formaggio i grassi mi tappano le arterie, che se mi trinco tre bottiglie di vino posso perdere i sensi. La verità è che il cibo non si conosce più: da elemento sacro e indispensabile per le nostre vite è diventato oggetto misterioso."

Link:
"L'orangutango rischia di estinguersi entro il 2001" Asianews (2008)

18 giugno 2010

La sfiga de La Stampa

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Due mesi fa ho scrissi al direttore de La Stampa, Mario Calabresi, una lettera riguardante Obama e la delusione che provavo per il suo operato.

La trovate qui in questo blog.
Riassumendo in breve, ad Aprile scrissi perchè sconcertato da un articolo di un economista che plaudiva alle nuove perforazioni da effettuare fra le "mure domestiche" degli USA.
Ebbi quella reazione (che avrò sempre) perchè conscio dei pericoli e delle devastazioni già subite in passato in quel dell'Alaska.
Il direttore mi rispose poco dopo adducendo come giustificazione a queste operazioni il pragmatismo che però non tradisce l'idealismo.

Fatto sta che non scrisse nulla sui vecchi incidenti e sul pericolo di nuovi le cui probabilità crescerebbero esponenzialmente considerando le difficoltà per il reperimento di nuovo greggio.

Obama può proteggere vaste zone prima minacciate da Bush, ma il pericolo c'è sempre e infatti pochi giorno dopo, ecco il dramma del Golfo del Messico causato dalla noncuranza della British Petroleum..

Sfogliando La Stampa di una settimana fa, invece, leggo la lettera di un signore che propone due Nobel, uno per la medicina e uno per la pace. Quest'ultimo è Horst Kohler, ex presidente della Germania dimessosi a seguito di una sua frase choc che all'incirca faceva così: "Siamo in Afghanistan per proteggere gli interessi economici dell'Occidente". Lo vorrebbe premiare per la sua sincerità.
Il direttore Calabresi risponde dilungandosi sul Nobel, ma non sulla guerra afgana, alla quale riserva solo neanche 3 righe e mezzo in cui dice che non si deve dimenticare di essere lì per combattere Al Qaeda e il regime dei Taliban.

Sarebbe stato giusto ricordare che durante l'invasione sovietica degli anni '80 questi fondamentalisti vennero finanziati dagli USA di Reagan e Bush senior per aiutarli nella loro resistenza anti-comunista (se non ci credete, basta anche solo guardare un film con Sylvester Stallone in cui esalta il coraggio e il dramma di questi), e che forse reagirono con gli attentati negli USA del settembre 2001, come i mafiosi siciliani fecero in Italia nel 1992 e 1993. Oltre a ciò è ipotizzabile, anche se sa di fantageopolitica, una guerra in quella zona per intimorire la Cina, per mostrarle i muscoli, per farle capire che gli USA possono comandare ancora a lungo.

Pochi giorno dopo, però, cosa salta fuori?
La scoperta di vaste miniere di litio ed altri minerali nelle montagne afgane che. Se la scoperta fosse davvero recente si potrebbe parlare di "culo" e di buonafede nell'operazione di guerra, invece sembra che si sapesse già da un pò, ovvero dagli anni '80.

Addio ideali di libertà. E addio ideologie comuniste e anti-comuniste: non esistono guerre di liberazione o di oppressione per ideale e per gioco. Dietro ci sono sempre ragioni molto materiali che fan gola agli imperi (e quindi ai loro cittadini viziati).

Chissà se Calabresi si è accorto di questa sfiga che consta nell'edulcorare una griga realtà di un mondo marcio.

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La Padania non esiste. Dipende.

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La Società Geografica Italiana afferma con spavalderia che
la Padania in quanto spazio etno-culturale omogeneo non esiste.

Vero, infatti ogni regione ha il suo dialetto così come anche le varie province; inoltre un cuneese si comporta in modo diametralmente opposto rispetto ad un bergamasco.
Però ciò non vuol dire che queste distanze non possano essere uno stimolo per avvicinarsi in nome di un ideale, che in questo caso sarebbe la creazione della Padania, nazione in cui gli abitanti originari di queste terre si uniscono grazie alle loro tradizioni (anche se provenienti, come la religione, dal Medio-Oriente) e con la paura degli stranieri (inclusi quindi gli italiani del Centro e Sud). D'altronde fra Celti, Romani, Longobardi, Franchi e Ostrogoti i padani hanno tutte le giustificazioni del caso per chiudersi a riccio, anche se è molto probabile che non ci sia più alcun ligure e veneto d.o.c., ma l'importante è il sentimento. Fa lo stesso se in realtà sono più barbari dei Mongoli, perchè ciò dipende sicuramente dall'impellente necessità del difendersi.

Geograficamente la Padania esiste, così come esiste l'Italia e, se questa ha confini più precisi, ciò non significa che debba primeggiare sulla prima, poichè i confini, fanciullescamente identificati con la geografia, sono molto spesso politici (a dimostrazione di ciò si pensi alla Corsica) e che dire del popolo italiano? Questi geografi lo ritengono omogeneo? Probabilmente la loro è una mossa atta a dare significato più intenso alle celebrazioni dell'Unità d'Italia che si terranno l'anno prossimo (2011), anche se nessuno osa dire che non si trattò di unione, ma di guerra di conquista..

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17 giugno 2010

Il Bel Paese

Il Bel Paese oltre ad essere tale (con una grattugiata di cemento che non guasta mai) è pure sicuro:

un centinaio di manifestanti malmenati nel luogo dove dormivano e in caserma;
una decina di morti causati da pestaggi per strada o in caserme;
una trentina di morti per suicidio (così dicono) nelle carceri dall'inizio dell'anno ad ora;
un mucchio di profughi africani spediti nella solare Libia o lasciati affogare nel mare..

Ma se ammazziano già così tanti criminali (???) alla faccia dei diritti umani, del garantismo, della presunzione d'innocenza e del divieto di tortura (ops, in Italia non è presente), perchè poi cercare di salvare altri criminali con l'indulto, mettendo i paletti alle intercettazioni, elargendo soldi col contagocce per la benzina delle volanti, etc.?

Forse perchè il Paese è diviso fra porazzi e colletti bianchi?

Più a Nord della Padania

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Più a Nord di Varese c'è una nazione che se sicuramente nasconde soldi di evasori e criminali, regala una nuova vita a tanti profughi europei ed africani: la Svizzera.

Infatti ieri durante la partita Spagna-Svizzera dei Mondiali 2010, ha segnato uno svizzero dal color cioccolato, tale Gelson FERNANDES, giovane centrocampista nato nella capitale di Capo Verde (Africa).

Altri non elvetici, presenti nella nazionale rosso crociata ora in SudAfrica sono i seguenti:
Blaise NKUFO (Congo);
Valon BEHRAMI (Kosovo);
Hakan YAKIN (Turchia, ma nato in Svizzera);
Albert BUNJAKU (Kosovo);
Eren DERDIYOK (Kurdistan, ma nato in Svizzera);
Xherdan SHAQIRI (Kosovo).
Ah, insieme vincono pure. Alla faccia di Borghezio!

Non è buffo che chi potrebbe considerarsi ancora più "puro" dei già "duri e puri" Padani (dove, però, i biondi latitano), ospiti e faccia diventare propri senza problemi gente dalle origini più diverse?
Forse, saggiamente, sanno che c'è sempre uno più puro o più coscienziosamente sanno che la purezza è insita nella propria personalità e non centra nulla con la provenienza e col colore della pelle.

In Italia invece solo due ragazzi di colore han vestito la maglia azzurra: Oshadogan negli anni '90 ed ora Balotelli.
In un Paese dove c'è un costante scontro fra Polentoni e Terroni per i loro usi e costumi, fossi uno straniero me ne andrei.

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IntercettaZio

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Per anni ci hanno indotto a pensare che le intercettazioni invadessero troppo la privacy
per via della loro pubblicazione, contro cui anche il centro-sinistra legiferò (il testo risulta molto simile a quello attuale, entrambi ad esempio prevedono una norma "salva-prete")
e che si cercò di non pagare dal 2006, cosa effettivamente realizzata sia dai "mangia-bambini" che dai "fasci di combattimento", togliendo alle Poste Italiane il loro compito di fare da banca per lo Stato. Se il Ministero di Grazia e Giustizia non salderà i debiti milionari, prima o poi le società private che svolgono questo importante e delicato lavoro, chiuderanno e, per fare cassa, venderanno tutto ai giornali (stranieri) o ricatteranno le vittime..

Poi han mandato via il poliziotto-consulente informatico Gioacchino Genchi,
esperto in analisi di tabulati telefonici, forse perchè scoprì che il giorno dell'attentato a Paolo Borsellino (19 luglio 1992), Contrada e i servizi segreti civili con lui in una barca fuori Palermo erano in contatto, in quei precisi istanti, con altri uomini presenti nel castello
Utveggiom (in cui sarebbero presenti uffici del Sisde) da cui si vede via D'Amelio.

Nel frattempo il problema delle pubblicazioni delle trascizioni delle intercettazioni divenne un problema nazionale, uno scandalo a cui porre rimedio (mentre i licenziati crescevano di numero giustamente ci si preoccupava dei messaggini hard di Ricucci e Anna Falchi o degli inviti al Salaria Sport Villagi recapitati a Bertolaso per i massaggini).

Ora, finalmente, i numeri degli spiati sono chiari: 7,5 milioni.
"In Italia siamo tutti spiati. vengono fuori sette milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate. Questa non è vera democrazia." (Silvio Berlusconi)

Allarme generale!
La legge sulle (contro) le intercettazioni è giusta
, si deve tagliare questo strumento di cui s'è troppo abusato e che costa troppo (mandare in giro gli agenti, allo sbaraglio tra l'altro, costa poco m'han detto); questa è la convinzione popolare dopo anni di bombardamento mass-mediatico contro i magistrati spioni e piagnistei per salvare o santificare i collusi con la mafia (Dell'Utri, Cuffaro, Mangano, lo stesso Contrada).
Allarme infondato: a quella cifra enorme ci si arriva se si prende il numero di intercettati che più verosimilmente è di 50.000 italiani e lo si moltiplica per i loro contatti (50 che per un politico o un imprenditore è il minimo), la quale cifra verrà poi moltiplica per il numero di apparecchi che quel dato intercettato possiede e utilizza (3, considerando il telefono di casa, dell'ufficio e cellulare).

Mentre un singolo uomo può affermare di fronte a tutta la nazione (grazie al fatto che è seguito ogni giorno da telecamere che registrano ogni sua frase che può essere utile per la disinformazione di massa), gli addetti ai lavori rilasciano dichiarazioni anonime di questo tipo:
"Il tandem Berlusconi-Alfano sta raccontando del mondo delle intercettazioni un cumulo di menzogne. Purtroppo non possiamo dire esattamente quello che pensiamo con nome e cognome, perché con questi ci dobbiamo lavorare. Aiutateci"

Destra e Sinistra e pure Centro. Tzè-tzè.
Sembra invece che i politici siano tutti uniti nel combattere chi fa bene il proprio lavoro, nell'elargire favori a gente potente (agenti dei servizi segreti protetti dal segreto di Stato, uomini del Vaticano protetti dai vari ddl-intercettazioni, etc.), perchè è meglio nascondersi e continuare a tramare nell'ombra che essere trasparenti.
Trasparenti come il Tg1 di Minzolini, mi verrebbe da dire.

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16 giugno 2010

Bufala su Spatuzza

Leggendo grande delusione nella blogosfera riguardo alla mancata protezione speciale per il pentito tardivo Spatuzza, ieri sera ho cercato velocemente alcuni siti e, pur non avendo ancora potuto consultarli perfettamente, posso affermare che questo pentito ex mafioso non meriti la protezione speciale.

Non centra niente il governo Berlusconi e le pressioni dellutresche, mafiose e piduiste: ottiene la super protezione chi si pente e "sputa fuori il rospo" entro 180 giorni.

E dal 1997 al dicembre 2009 ne sono passati un pò di più..

"Spatuzza parla a orologeria e questo ricordarsi a rate di vicende cosi importanti a distanza di molti anni per dare solo un contributo atto a demolire e non a costruire e anche quando si trovasse un riscontro minimale; questo suo modo di testimoniare mi lascia molto perplesso", dice Genchi

Solita solfa disinformativa

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La propaganda sfrutta svariate tecniche:

oltre al costante dibattito inconcludente ma che non mette mai in discussione alcunchè del sistema (ne ho parlato qui), usa anche la tecnica dell'abbondanza (mia definizione) che consiste nel servire alla gente a casa ogni giorno un'abbondante porzione di idee altrui, solitamente di una sola persona o dei membri del gruppo di cui questa ne è a capo.
E' in questo modo che si formano luoghi comuni duri a morire e non soltanto perchè "l'ha detto la televisione", ma perchè vengono detti da ben precise figure primeggianti (che magari fanno il gioco di poteri più forti di loro) grazie al loro savoir-faire da simpatico macellaio di borgata che funziona sempre con la massa.

Non c'era, non c'è e non ci sarà spazio per chi afferma il contrario o per chi reclama spazio affinchè almeno due figure si possano confrontare.
E se ci sarà spazio, le tesi del nuovo non verranno diffuse nello stesso e identico modo, ma cercando di denigrarle magari interrompende, mostrando ambienti più cupi, facendo sentire meno applausi o con un livello audio più basso e così via.
Tutto può venire manipolato, quindi non bisogna assolutamente fidarsi di poche figure che primeggiano in Tv, perchè il loro spazio è stato rubato al prossimo.

E' facile notare questa tecnica provando a fare da telespettatore del Tg1 in cui ogni giorno Berlusconi (e nel prossimo futuro chissà, Formigoni. Passo in avanti: dalla P2 a CL) presenzia più del mezzobusto non per dirci grandi novità, ma per ribadire le proprie convinzioni che non hanno alcun riscontro con la realtà dei fatti. Ma tanto questi non interessano ai giornalisti filo-governativi pagati per mostrare l'autorità e autorevolezza dei governanti, con quest'ultima al secondo posto, essendo la conseguenza della prima.

Se qualcuno pensa che la politica nasca per risolvere i problemi dei cittadini, per migliorargli la vita, deve assolutamente comprare un biglietto per la Svezia o altri Paesi civili, siccome qui come in ogni altra Repubblica delle Banane (col cambiamento climatico chissà se sarà possibile coltivarle anche qui) al primo posto vengono i problemi del singolo despota, dei suoi amici industriali e di ogni casta e cricca possibile e impossibile ma purtroppo vera, immaginabile e inimmaginabile ma purtroppo presente.

Il cittadino medio che si informa costantemente dalla Tv è portato a preoccuparsi di cose che non dovrebbero preoccupare nè lui nè i suoi simili.

Oggi ad esempio la gente è stata allarmata dal "Banana" per le intercettazioni che ci spiano tutti (7 milioni gli italiani spiati!).

Sarà, ma a parte il dato fasullo (poche decine di migliaia in raeltà) nessuno ha mai trascritto sui giornali le mie battute o altro e nessuno mi ha mai arrestato per queste.
Che mi/ci spiino pure, dov'è il problema? Il problema esposto da Berlusconi riguarda i politici e gli imprenditori ai quali appartiene.

Inoltre nell'informzione dei Tg la famosa par-condicio o il contraddittorio non esistono: può parlare solo chi ha ricevuto la maggioranza dei voti da parte dei cittadini che si sono recati alle urne, con tutti gli altri che figureranno per pochi secondi con pensieri riassunti alla bell'e meglio dalla cronista di turno, facendoli passare per inutili contestatori.

Link:
"Propaganda e status-quo" ItaliasenzaValori
"L'inquietante rassicurazione della Tv" ItaliasenzaValori

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Dicembre caldo, Giugno freddo

Ma se Feltri il giorno dopo una nevicata dicembrina se ne uscì così: "E lo chiamano riscaldamento globale", noncurante del fatto che in quel mese abbia fatto caldo come mai prima di allora,

Clicca qui per l'articolo di Dicembre 2009

oserà in questi giorni uscire dal suo salotto buono per poi scrivere che piove ininterrottamente e che fa pure freddo al punto tale che l'altra sera non si capiva se fossimo noi in SudAfrica, dove è in arrivo l'Inverno, o la nazionale azzurra di calcio?

"I primi 4 mesi del 2010 hanno battuto tutti i record di caldo relativi allo stesso periodo sempre dal 1880 ad oggi" Fonte: Eco-Logica

Basta, ormai ci son solo diluvi, possibile che non se ne sia accorto? Ciò che prima era l'eccezione ora è la norma.

Lavoratoooori, la Cina è vicina

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Com'è bello leggere in questi giorni di "diritti dei lavoratori" parlando degli operai della Fiat in quel di Pomigliano d'Arco.

Diritti? Ma quali diritti?

E' da decenni che la Fiat produce buona parte delle sue automobili all'estero (Polonia, Brasile, etc.) e non solo per il mercato straniero, ma anche per noi italiani. E' da decenni che la Fiat ricatta lo Stato e il Comune di Torino minacciando di smantellare e delocalizzare brutalmente. E' da decenni che la Fiat manda in cassaintegrazione migliaia di operai figli di quei meridionali che negli anni '50 e '60 emigrarono dalle loro campagne per fare le formichine e i topi al Nord (illusi come noi dalla tecnologia che ci doveva rendere liberi), mentre i dirigenti si muovevano veloci, magari con l'elicottero, fra i vari uffici e residenze, fra centri sportivi e impianti di risalita di Sestriere (brrr), mentre gli operai che lavoravano per loro nei pochi giorni di ferie si ammassavo sui treni come ebrei, zingari e omosessuali destinati ai campi di sterminio nazisti.

E ora che siamo un potenza industriale in declino (che la decrescita felice abbia finalmente inizio, ma con questi sindacati che badano solo a lavorare, lavorare, lavorare e produrre, produrre, produrre la vedo dura) a causa delle nuove potenze Cina e India dove ti vendono tutto tranne che i diritti (e anche a causa di un iper consumo uso e getta che, secondo me, non può che portare disaffezione da parte dei cittadini-consumatori) parliamo di scandalo a Pomigliano d'Arco per le richieste della Fiat? Se questa se ne va all'estero è perchè ci guadagna, quindi per rimanere in Italia vuole più o meno le stesse condizioni che trova in Polonia, stessa cosa richiesta dalle ditte edili ricche di rumeni.

Nell'epoca della globalizzazione sfruttata anche dai nostri "capitani coraggiosi", i confini non esistono, così come i diritti vengono continuamente rivisti. Purtroppo questi non sono eterni, nè universali: fu possibile scioperare solo dopo la 2^ G.M. perchè ben poche erano le nazioni industrializzate come noi, fu possibile perchè il nuovo sistema era impegnato a mostrarsi magnanimo dopo il Fascismo e così via.

Luigi De Magistris (IDV) non ci sta e scrive:
"700 milioni investiti per garantire lo stabilimento in cambio della deroga al Contratto nazionale di lavoro e alla Costituzione, che la Fiom non si piega ad accettare, evidenziandone anche i profili di inefficacia e di non validità proprio perché in contrasto con la Carta e con le norme del contratto nazionale. Disponibili ad accettare l’intensificarsi dei ritmi produttivi (18 turni con 40 ore di straordinario comandato, flessibilità necessaria, riduzione della pausa), i lavoratori e la Fiom non possono però piegarsi alla sospensione dei diritti costituzionali e al rispetto dei contratti in essere.
La Fiat infatti si impegna ad investire a Pomigliano, soltanto se viene riconosciuta la possibilità di licenziare quei lavoratori in sciopero che in qualsiasi modo mettano in discussione l’accordo.
Tradotto: la fine dell’articolo 40 della Costituzione, quello che dopo il Fascismo fu voluto dai padri costituenti per garantire ciò che la dittatura aveva cancellato, cioè il diritto di chi lavora a difendersi con l’astensione dall’occupazione. Un diritto costituzionale individuale rispetto a cui nessuna organizzazione può sottoscrivere la rinuncia."


Interessante la discussione su Facebook, dove c'è chi parla di assenteismo degli operai napoletani che mandano in frantumi i posti di lavoro degli onesti lavoratori al Nord e dove c'è chi parla in termini più generali asserendo che la Fiat delocalizza ma mantenendo la sede in Italia, giusto per arraffare qualche altro miliardo di finanziamento statale e che, vivendo di questi contributi, se ne sia andata negli USA per ottenere altri bei soldini da Washington per il salvataggio della Chrysler, quando invece la Fiat dovrebbe tirare fuori i soldi presenti come fondi neri nelle banche lussemburghesi che presumibilmente Agnelli fece scomparire.
Secondo un terzo commentatore, invece, quelli del Sud potranno vivere con un nuovo contratto con meno diritti grazie ad un costo della vita ancora basso, mentre a rimetterci saranno gli operai del Nord che perderanno mano a mano diritti e lavoro dopo anni di conquiste.

Ma di cosa stanno discutendo? Di automobili per le quali ci son persone che fanno i gradassi perchè si credono sapienti a riguardo, senza però minimamente pensare che la tanto paventata libertà che avrebbero dovuto regalarci le automobili, è solo uno spot, una mera illusione, siccome nella realtà le autovetture ci incitano a trasferirci lontano dai posti di lavoro (tanto ho l'auto..) e ad acquistare merci lontano da casa (vado al supermercato tanto ho l'auto..) e durante tutti questi trasferimenti perdiamo tempo e siamo come chiusi in una scatola facendo sempre lo stesso percorso (altro che libertà, quindi) e, inoltre, inquiniamo, occupiamo spazio e facciamo rumore.
Una lettrice su Facebook dice ad un suo acerrimo nemico di discussione di occuparsi di biciclette: magari! Andate un pò dai cinesi e dagli indiani a chiedere se non si stava meglio prima quando nelle città (non ancora megalopoli) e nei villaggi ci si spostava in bicicletta e avere rapporti umani conviviali..

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15 giugno 2010

Licio, ce l'abbiamo fatta

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Marco Travaglio ci dà una notizia che non mi lascia esterafatto:
Licio Gelli ce l'ha fatta.
Infatti il suo piano contro i magistrati si sta realizzando, anche grazie al ddl intercettazioni in cui compare l’articolo 6-ter che recita così: "Sono vietate la pubblicazione e la diffusione dei nomi e delle immagini dei magistrati relativamente ai procedimenti e processi penali loro affidati".


Alfano si era già pronunciato senza mezzi termini a fine 2009.

Ne avevo parlato il 13 dicembre scorso scrivendo:
"Angelino Alfano invece non poteva esimersi dal proseguire la sua battaglia contro i magistrati che vanno a convegni e in trasmissioni tv (idea piduista), infatti usando la commemorazione di un giovane magistrato morto nel 1990 (Rosario Livatino) e usando il suo carattere, ha fatto capire che i magistrati non devono mostrarsi (secondo Alfano un suo pregio fu quello di lavorare lontano dai riflettori), non devono diventare famosi e importanti per gli italiani.
Senza alcun pudore!
Fossi in un parente della vittima, mi incazzerei parecchio. Usare i morti, per giustificare o per dare un senso nobile alle proprie stupide scelte politiche, è una schifezza!
Ma tanto è morto, non può replicare, e purtroppo non è la prima volta che quelli del PDL si comportano così da infami."

Il 10 dicembre scrissi un articolo/post dal titolo "Afano e i magistrati invisibili"
Travaglio, più moderato, scrive
che "si vuole confondere tutti i giudici, quelli che indagano e quelli che insabbiano, in un unicum grigio e indistinto"; io invece scrissi che "la P2 voleva l'invisibilità assoluta dei magistrati, probabilmente per poterli far scomparire senza apparenti problemi".

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Tanto per scherzare

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Vignetta di Gianni Carino

"Radio Padania esulta al gol del Paraguay. È proprio vero che la Nazionale rende tutti migliori: adesso i leghisti amano gli extracomunitari"
(Scrip)

Giornalista sportivo: "Radio Padania ha fatto una trasmissione contro l'Italia" Marcello Lippi: "Ma cheee cccavolo me ne frega!!! Sono persone di un altro livello!"
(Sentita ieri sera in diretta Tv)

Nato il figlio di Piersilvio Berlusconi ed è già tutto suo nonno: piccolo, pelato e frigna sempre. (Senza fonte)

Luttazzi se fosse iscritto su Twitter, non userebbe il tastino ReTweet (Dannox Danx);

Luttazzi può copiare, il problema è che non cita. Infatti, come voce, somiglia un pò a Cheeta (Dannox Danx).

"Ma..e se facessimo una manifestazione in 100.000 con una vuvuzela a testa sotto casa di Berlusconi a oltranza finchè si leva dai coglioni?" (DanMic4)

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Prodi ama i poteri forti

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Quando un giornale straniero parla male del nostro premier, non dobbiamo prendere il tutto per oro colato e dire grazie perchè, come già avevo cercato di spiegare pochi giorni fa, ogni notizia viene manipolata e altre vengono censurate, filtrate, siccome ogni giornalista e ogni quotidiano/rivista risponde a gruppi di potere finanziaro e politico ben determinati o molto estesi, che solo in apparenza risultano eterogenei.
Questa premessa mi serve per non sminuire le parole di Berlusconi contro i poteri forti che tramano contro l'Italia e a cui parte della Sinistra sarebbe asservita.

Romani Prodi infatti, l'ex leader della Sinistra, ex presidente del Consiglio dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008, ex ministro dell'Industria nel 1978 nel governo Andreotti, ex presidente dell'IRI dal 1982 al 1989 e dal 1993 al 1994 e proprietario della Nomisma e non per ultimo consulente (sempre negli anni '90) della Goldman Sachs, fa parte da oltre un anno dell'Advisory Board della BP (la famosa azienda petrolifera che probabilmente con una sana dose di incuria ha causato un'ingente perdita di greggio che si sta riversando sulle coste della Lousiana e di altri Stati degli U.S.A. uccidendo migliaia di animali e compromettendo per decenni ambienti unici).
Giorni fa si "mormorava" del fatto che fosse stato chiamato solo recentemente per migliorare l'immagine e la comunicazione del colosso dei petroli e, nel caso si fosse rivelato vero, sarebbe stato clamoroso il suo OK.

Anche se ne fa parte da prima del disastro, però, il suo essere membro di una grande multinazionale del petrolio (settore strategico in cui le poche aziende concorrenti si spartiscono ingenti bottini), può far sorgere dubbi sul suo operato del passato, poichè un leader di Sinistra dovrebbe avere altri interessi, ovvero badare più ai lavoratori che alle industrie.
Probabilmente quando si dice che non v'è differenza fra Destra e Sinistra (o che non esistono) e che questa divisione è solo un gioco per non mostrare la realtà al popolo impegnato in discussioni che generano solo divisione, c'è un fondo di verità.

Prodi pare essersi risentito delle voci che han spifferato il suo ingresso nella BP solo di recente per migliorarne l'immagine, e spero che non sia lui l'ideatore del divieto di pubblicazione delle fotografie raffiguranti gli animali morti (1.000 ca.) a causa del greggio. Sembra che pure Obama sia contrario alla ripresa della realtà.
Quando ci si vanta di essere democratici e di sinistra, eh?

Perchè Prodi ha querelato Il Giornale e Libero? Perchè sarebbe stato diffamato, ad esempio dal titolo del primo "Per soldi Prodi difende i petrolieri che hanno avvelenato l'Atlantico"
Ma perchè hanno titolato così gli amici del premier? Forse perchè degli impieghi e impegni extra-politici di Prodi si sa veramente poco. Si può dire che i fatti positivi vengano ampiamente pubblicizzati, gli altri no.

Prodi, anzichè querelare datti da fare, esci dalla BP e vai a lavare qualche pellicano, tanto i soldi per il viaggio non ti mancano.


Link:
"Prodi-BP. Passao breve tra politica e business" Il Tempo
"BP, Prodi nell'Advisory Board" ANSA
"Non fidiamoci degli stranieri" ItaliasenzaValori

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14 giugno 2010

Svizzera umiliata da Silvione l'Africano

"La Svizzera ha parlato con la Germania; la Libia ha parlato con l'Italia (sorrisetto), d'altronde non è un mistero che Berlusconi sia considerato da Gheddafi il suo migliore amico in Europa"
(Tomas Miglierina, RSI)

"Solo doveri per la Svizzera, la Libia ne esce alla grande"
(Paola Ceresetti, RSI)

C'è un imprenditore svizzero, tale Goeldi, imprigionato in Libia che, secondo i nostri giornalisti, è stato liberato per merito di Berlusconi, il quale avrebbe contrattato con Gheddafi in un faccia a faccia lungo due ore, a cui sarebbe seguito un incontro con il ministro degli esteri della Svizzera e della Spagna (Paese che al momento guida la presidenza dell'Unione Europea).
Di diverso avviso i giornalisti svizzeri della Radio Svizzera Italiana, che parlano di accordo Svizzera-Libia, avvenuto dopo mesi di negoziati a cui han partecipato anche Spagna e Germania, come dice Migliorina dell'RSI e com'è riscontrabile da un flash di fine marzo dell'ADN Kronos.

Agli italiani, "grazie" ai loro Tg, è preclusa la conoscenza di questo lavoro in comune di alcuni Paesi europei dal quale sarebbe stata esclusa l'Italia e, purtroppo, sono anche costretti a credere che il tutto si sia miracolosamente risolto con una visita lampo dell'imprenditore-premier brianzolo.
Ma è possibile che ci caschino tutti? Forse no
, perchè se avessero arrestato un italiano, poi liberato grazie alla presunta e decisiva mediazione svizzera, gli italiani avrebbero esultato per questa "intrusione" o ne avrebbero diminuito l'importanza? Ma siccome il ruolo è invertito, cioè è l'Italia a recitare la parte della liberatrice, il problema non lo si pone.

Berlusconi però era in Libia anche (o soprattutto?) per i pescatori italiani fermati recentemente dalla Marina libica, ed è quindi normale pensare che prima abbia lavorato per questi
e non per lo svizzero (giustamente un premier và in missione prima per i propri connazionali, poi per gli altri problemi), ovvero il contrario di ciò che è stato raccontato agli italiani dal Tg1.
Non c'è una verità assoluta, ma ciò che si sa è stato molto probabilmente modificato per esaltare la nostra importanza internazionale, per inorgoglirci della nostra appartenza all'Italia, Paese governato da un grande statista che risolve intricate questione che, se lasciate marcire, potrebbero portare a sanguinose conseguenze (Gheddafi poco tempo fa disse di voler eliminare la Svizzera).

Vediamo il servizio del TG1:
torna in Svizzera l'imprenditore;
Silvio risolve la questione con Gheddafi;
il colonnello solo dopo parla con gli altri politici stranieri;
Silvio fa liberare, ovviamente dopo, il gruppo di pescatori italiani, perchè prima vengono gli impegni internazionali.
Insomma, dell'impegno dei politici svizzeri neanche l'ombra, eppure secondo RSI il ministro degli Esteri svizzero ha presenziato, ha discusso e ha infine firmato.

Come nacque il contenzioso?
La Svizzera arrestò quasi due anni fa il figlio di Gheddafi, Hannibal, accusato di aver malmenato dei domestici. I libici incazzatissimi ne giurarono di ogni colore contro gli svizzeri e così compirono due arresti, a parer mio, arbitrari o che comunque fece da replica a quello del figlio del colonnello.

Come si è risolta la situazione?
Il primo svizzero venne liberato svariati mesi fa (sempre grazie a Silvio? Se sì, dovrebbero esserci poster giganti a Berna), mentre quest'ultimo è stato liberato solo in queste ore, ma in cambio di 1,5 milioni di Euro finiti nelle tasche di Hannibal Gheddafi. Questi soldi non provengono ovviamente dalle tasche di Berlusconi o del governo italiano, ma dalla Svizzera; infatti il ministro degli esteri, ripreso non dal Tg1 ma dagli svizzeri, ha letto e firmato l'accordo fra i due Stati con un viso non proprio sorridente (a differenza del nostro premier che sembra capitare sempre in un villaggio vacanze).

Senza Berlusconi il caso non si sarebbe risolto e la Svizzera ha un debito con noi, sembra dunque affermare il minzonazionalistico TG1.

Peccato che i pareri e i fatti riscontrati da una giornalista svizzera del Canton Ticino, Paola Ceresetti della RSI (Radio Svizzera Italiana), siano alquanto differenti dai toni trionfalistici del Tg della RAI, poichè vengono a galla cose non dette dagli italiani (alla faccia della completezza e trasparenza millantata da Minzolini nei suoi editoriali, compreso l'ultimo):
"L'Italia ha aiutato la Svizzera ben poco, come quando a Bruxelles convinse l'Europa a spingere la Svizzera a rinunciare alla sua strategia delle limitazioni dei visti Schengen, che comunque servì per riportare a casa l'altro ostaggio, Rachid Hamdani", rilasciato a febbraio;
"Svizzera e Libia han convalidato un piano d'azione che si sviluppa su più punti, già firmato a Berlino il 14 maggio 2010";
"Devono essere identificati e condannati i poliziotti svizzeri che diedero alla stampa le foto segnaletiche di Hannibal Gheddafi, altrimenti Berna dovrà pagare"; "C'è la dichiarazione del ministro degli Esteri libico secondo cui il Canton Ginevra avrebbe versato 1,5 milioni di Euro ad Hannibal Gheddafi come risarcimento";
"Dal piano d'azione solo doveri per la Svizzera, la Libia ne esce alla grande".

Una Svizzera costretta dalla Libia a sganciare soldi, dunque, tramite un accordo in cui Berlusconi non riveste alcuna parte.

Insomma, se Berlusconi ha aiutato la Svizzera lo ha fatto recitando una particina e solo perchè in quel momento era lì per i propri connazionali o per altre questioni, siccome non risulta che lottò mai
per Hamdani (a differenza di Amnesty International e dei cittadini svizzeri), l'altro imprenditore svizzero.
Il Tg1, invece, umilia la Svizzera e l'Unione Europea
, dando come sempre troppa importanza al premier italiano e senza mai badare alle conseguenze degli accordi Italia-Libia come quello sul rimpatrio
degli immigrati (in realtà non si può parlare di rimpatrio, siccome molti profughi provengono dal Sudan, Eritrea, etc., ma non dalla Libia) respinti dall'Italia contro ogni convenzione internazionale.

Grande mediatore solo nella propaganda, infatti secondo il PD, Berlusconi non avrebbe affrontato la questione della recente chiusura dell'ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Di questa sua dimenticanza, il Tg1 glissa. Per risolvere le drammatiche vicende dei profughi, Sandro Gozi del PD non farà certo appello al governo italiano, ma all'Unione Europea.

Guccio70


Oggi è il compleanno del grande (in tutti i sensi) Francesco Guccini!

Fino ai miei 15 anni era un nome che ogni tanto mi entrava nelle orecchie per uscire subito e che proveniva da lontano. Mi era indifferente, anche perchè non lo conoscevo e non era pubblicizzato, ma poco dopo rimasi folgorato da L'Avvelenata, perchè non mi era mai capitato di ascoltare canzoni (folk) in cui sono più importanti le parole e i concetti che il ritmo e gli acuti (assenti) e altre amenità (o rumorosità).
Come il suo nome, anche questa canzone aveva ed ha un suono che sà di antico, ma le note sono pregne di anima: è possibile intravedere le grosse dita di Guccini imprimere le corde della sua chitarra acustica, è possibile, anzi, intravedere lui dinnanzi a te intento nello spiegarti il mondo di questi buffi animali chiamati umani.

Antico e basta? No, è molto moderno, infatti dalla sua bocca viene fuori il ritratto di un'umanità che più soffre e più è vitale, che riesce a farsi sentire mostrando l'ipocrisia che la/ci circonda. Moderna ovviamente anche per le parolacce presenti in questa canzone (e solo in questa, se non erro) che, ovviamente, han decretato il suo successo fra i miei compagni di classe che, però, capirono subito lo spessore intellettuale di questo cantante bolognese (o modenese, o pistoiese, boh, appenninico insomma).

Cos'è Guccini? All'epoca pensavo che comunisti e fascisti appartenessero solo ad un lurido passato e quindi non cercavo di capire se stava di qua o di là, e lo vedevo come un'incazzato contro tutte quelle persone che credendosi importanti, sanno solo andar contro il prossimo, cercando di eliminare umanità, autenticità, unicità.
Probabilmente rappresenta l'ostinazione nell'andare avanti verso una strada scelta in completa autonomia per non farsi omolgare, ma soprattutto per mostrare il proprio valore che potrebbe regalare qualche speranza al prossimo, costretta a camminare col para-occhi.

Quindi non mi resta che salutarvi con la canzone "La tua libertà":


Per chi lo conosce solo di nome e volesse scoprire la sua poesia e melodia, ovvero la sua arte, più a fondo, qui sotto trovate l'elenco dei suoi album:


Democrazia ideale

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La ricchezza, oltre a generare egoismo, produce disinformazione a difesa degli oligarchi e dei politici loro amici.
Anche per questo è necessario che i politici siano poveri, come già detto nell'
articolo precedente, mentre per i cittadini, ovviamente, libertà assoluta.

Nella mia democrazia ideale non ci devono essere nè professionisti della politica, ovvero figure che siedono dai 20 ai 90 anni su comode poltrone governative rimpinguandosi le tasche e che si mostrano sprezzatamente superiori al popolo oltrechè ai giornalisti visti, chissà come mai, come nemici, ma neanche professionisti di altri settori che si prestano, ahimè non a titolo gratuito, alla politica.

Questi ultimi non dovrebbero svolgere il ruolo di parlamentare per una sola legislatura ("e poi a casa", come dicono alcuni populisti), perchè se provengono dal mondo civile nel quale sono impegnati in un lavoro che li arricchisce, potranno usare gli scranni del Parlamento per votare leggi a favore loro e/o del loro settore: meno tempo siederanno, più si impegneranno a votare leggi inique e di parte. Se entra un avvocato che, andandosene, lascia il posto ad un suo collega, non penso cambi tanto..
I primi, invece, non dovrebbero esistere perchè sono completamente distaccati dalla realtà, dato che il loro settore non risente mai di alcuna crisi e dato che fan parte di una minoranza che può strumentalizzare ogni momento di difficoltà accusando altre figure, altre corporazioni. Questo avviene sia per egoismo, sia per le divisioni che ancora oggi attanagliano ogni Paese, anche il più "democratico".

Vediamo cosa significa democrazia.
Questa parola sta per governo del popolo e, quindi, non significa come molti pensano, potere del popolo.
Nel primo caso ci si riferisce all'amministrare e all'ammaestrare il Paese e il popolo, affinchè si viva in pace; nel secondo caso è il popolo intero che compie scelte, ne è il diretto protagonista, ma essendo composto da una moltitudine di persone è impossibile prendere decisioni in modo rapido e soprattutto senza scontri.
Si dice che la democrazia diretta sia impossibile da attuare, invece con un minimo di tecnologia antiquata sarebbe possibile eliminare i partiti che, come dice il nome, sono di parte e non di tutti e che danno informazioni sbagliate.

Pensate al telefono: con questo strumento si potrebbe, digitando un numerino sulla tastiera, votare SI' o NO per ogni legge studiata in Parlamento non dai politici come siamo abituati a conoscerli oggi, ma da esperti o da appassionati in diverse tematiche. I poveri potrebbero, per non spendere nulla, usare i telefoni presenti negli uffici di scuole, asl, commissariati, etc.
Insomma, un modo lo si trova per rendere attiva la popolazione su scelte che la riguarderanno.

I partiti sono come gli spot (e ci rendono passivi): creano atmosfera, generano evanescente passione, ma anche falsità e dividono il popolo in poche e grandi fazioni che si odiano a vicenda. Per questo è necessario che sia la gente a dire sempre la propria.

Gli esperti e/o appassionati, prendendo il posto degli attuali politici, non devono però acquisire i loro vizi, perciò dico che un politico del futuro deve essere povero e ciò non per l'incapacità nel trovarsi un lavoro decente, ma perchè, impegnato a studiare le condizioni contemporanee del Paese e sue possibili soluzioni, non può sprecare energie in altre attività che lo farebbero diventare un egoista o comunque una normale persona indaffarata in questioni più private che pubbliche.
Se i politici professionisti vivono fuori dalla realtà perchè impegnati a mangiare, questi politici per passione correrebbero lo stesso rischio, ma non a causa della propria pancia, ma perchè incessantemente impegnati nel migliorare la vita in generale partendo da astrazioni. Per questo dovranno essere affiancati da esperti, anch'essi però votati ad una vita di sacrifici per il "bene comune".

Oltre a votare le varie leggi studiate dai "politici per passione" presenti a Roma (o nelle Regioni, Comuni, Province e altri enti), è ovvio che il popolo debba continuare a scegliere questi futuri politici, scelti fra un ristretto numero di cittadini che offrono la loro vita, il loro sapere, la loro passione al Paese rinunciando al possesso. Il loro patrimonio deve essere mostrato pubblicamente e, per non indurli in tentazione, li si deve spiare giorno e notte affinchè non intrallazzino con industriali, avvocati, mafiosi e così via. Una vita dura, piena di sacrifici, sopportabile solo da uomini e donne con la schiena davvero dritta.

Già oggi chi ci governa non dovrebbe esimersi dall'essere intercettato e spiato e non può reclamare alcuna privacy, poichè se nei comizi e nelle interviste, ad esempio, parla di famiglia, non può poi avere amanti o andare ad "escort", mentre se afferma che la propria sterminata ricchezza non può portarlo a rubare, non può poi farsi leggi ad personam che aiutano le proprie aziende, leggi votate da lui e da colleghi scelti da lui o dal suo partito (ed entratici per il desiderio di ottenere benefici dal capo - figura che deve sparire - e dal sistema) e non farsi processare quando viene accusato di ruberie e furbizie varie.

Se ci si fida di un ricco (che ha sempre lavorato per divenire sempre più ricco), perchè non fidarsi di un povero (nel caso non abbia mai cercato di divenire ricco)?

La soluzione non è un governo tecnico, infatti già prima ho parlato di passione e quindi accanto ai freddi esperti dovrà sedere gente con un grande cuore, gente impegnata nell'eliminare le caste create dalla burocrazia dello Stato, ad esempio tramite i titoli di studio, unico, veloce, banale e ingiusto modo per valutare le persone.

Solo un politico povero può parlare di sacrifici al popolo; solo un politico slegato dal voto, o meglio da elezioni che basano tutto sull'apparenza, sulla potenza mediatica a discapito dei poveri e sugli slogan, può andare oltre le bassezze di certe parti del popolo: in questo modo il gruppo di "politici per vocazione" potrebbe, anzichè giustificare l'aggressività di alcuni gruppi di persone, cercare di elevarli mostrandogli una visione più ampia dei problemi. Bisognerebbe far capire alla gente che quando una parte chiede e ottiene dei favori, dei vantaggi, ce ne sarà un'altra sacrificata e che ogni nostra azione causa delle conseguenze che a volte superano i nostri confini.


In questa mia "democrazia ideale", dettata dal sacrificio e dall'austerità/povertà, l'età non conta, infatti i gerontofobici che si scandalizzano per presidenti di 70 e più anni e non per il potere totalmente conferito in poche mani, hanno poco a che spartire con me.

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