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14 giugno 2010

Democrazia ideale

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La ricchezza, oltre a generare egoismo, produce disinformazione a difesa degli oligarchi e dei politici loro amici.
Anche per questo è necessario che i politici siano poveri, come già detto nell'
articolo precedente, mentre per i cittadini, ovviamente, libertà assoluta.

Nella mia democrazia ideale non ci devono essere nè professionisti della politica, ovvero figure che siedono dai 20 ai 90 anni su comode poltrone governative rimpinguandosi le tasche e che si mostrano sprezzatamente superiori al popolo oltrechè ai giornalisti visti, chissà come mai, come nemici, ma neanche professionisti di altri settori che si prestano, ahimè non a titolo gratuito, alla politica.

Questi ultimi non dovrebbero svolgere il ruolo di parlamentare per una sola legislatura ("e poi a casa", come dicono alcuni populisti), perchè se provengono dal mondo civile nel quale sono impegnati in un lavoro che li arricchisce, potranno usare gli scranni del Parlamento per votare leggi a favore loro e/o del loro settore: meno tempo siederanno, più si impegneranno a votare leggi inique e di parte. Se entra un avvocato che, andandosene, lascia il posto ad un suo collega, non penso cambi tanto..
I primi, invece, non dovrebbero esistere perchè sono completamente distaccati dalla realtà, dato che il loro settore non risente mai di alcuna crisi e dato che fan parte di una minoranza che può strumentalizzare ogni momento di difficoltà accusando altre figure, altre corporazioni. Questo avviene sia per egoismo, sia per le divisioni che ancora oggi attanagliano ogni Paese, anche il più "democratico".

Vediamo cosa significa democrazia.
Questa parola sta per governo del popolo e, quindi, non significa come molti pensano, potere del popolo.
Nel primo caso ci si riferisce all'amministrare e all'ammaestrare il Paese e il popolo, affinchè si viva in pace; nel secondo caso è il popolo intero che compie scelte, ne è il diretto protagonista, ma essendo composto da una moltitudine di persone è impossibile prendere decisioni in modo rapido e soprattutto senza scontri.
Si dice che la democrazia diretta sia impossibile da attuare, invece con un minimo di tecnologia antiquata sarebbe possibile eliminare i partiti che, come dice il nome, sono di parte e non di tutti e che danno informazioni sbagliate.

Pensate al telefono: con questo strumento si potrebbe, digitando un numerino sulla tastiera, votare SI' o NO per ogni legge studiata in Parlamento non dai politici come siamo abituati a conoscerli oggi, ma da esperti o da appassionati in diverse tematiche. I poveri potrebbero, per non spendere nulla, usare i telefoni presenti negli uffici di scuole, asl, commissariati, etc.
Insomma, un modo lo si trova per rendere attiva la popolazione su scelte che la riguarderanno.

I partiti sono come gli spot (e ci rendono passivi): creano atmosfera, generano evanescente passione, ma anche falsità e dividono il popolo in poche e grandi fazioni che si odiano a vicenda. Per questo è necessario che sia la gente a dire sempre la propria.

Gli esperti e/o appassionati, prendendo il posto degli attuali politici, non devono però acquisire i loro vizi, perciò dico che un politico del futuro deve essere povero e ciò non per l'incapacità nel trovarsi un lavoro decente, ma perchè, impegnato a studiare le condizioni contemporanee del Paese e sue possibili soluzioni, non può sprecare energie in altre attività che lo farebbero diventare un egoista o comunque una normale persona indaffarata in questioni più private che pubbliche.
Se i politici professionisti vivono fuori dalla realtà perchè impegnati a mangiare, questi politici per passione correrebbero lo stesso rischio, ma non a causa della propria pancia, ma perchè incessantemente impegnati nel migliorare la vita in generale partendo da astrazioni. Per questo dovranno essere affiancati da esperti, anch'essi però votati ad una vita di sacrifici per il "bene comune".

Oltre a votare le varie leggi studiate dai "politici per passione" presenti a Roma (o nelle Regioni, Comuni, Province e altri enti), è ovvio che il popolo debba continuare a scegliere questi futuri politici, scelti fra un ristretto numero di cittadini che offrono la loro vita, il loro sapere, la loro passione al Paese rinunciando al possesso. Il loro patrimonio deve essere mostrato pubblicamente e, per non indurli in tentazione, li si deve spiare giorno e notte affinchè non intrallazzino con industriali, avvocati, mafiosi e così via. Una vita dura, piena di sacrifici, sopportabile solo da uomini e donne con la schiena davvero dritta.

Già oggi chi ci governa non dovrebbe esimersi dall'essere intercettato e spiato e non può reclamare alcuna privacy, poichè se nei comizi e nelle interviste, ad esempio, parla di famiglia, non può poi avere amanti o andare ad "escort", mentre se afferma che la propria sterminata ricchezza non può portarlo a rubare, non può poi farsi leggi ad personam che aiutano le proprie aziende, leggi votate da lui e da colleghi scelti da lui o dal suo partito (ed entratici per il desiderio di ottenere benefici dal capo - figura che deve sparire - e dal sistema) e non farsi processare quando viene accusato di ruberie e furbizie varie.

Se ci si fida di un ricco (che ha sempre lavorato per divenire sempre più ricco), perchè non fidarsi di un povero (nel caso non abbia mai cercato di divenire ricco)?

La soluzione non è un governo tecnico, infatti già prima ho parlato di passione e quindi accanto ai freddi esperti dovrà sedere gente con un grande cuore, gente impegnata nell'eliminare le caste create dalla burocrazia dello Stato, ad esempio tramite i titoli di studio, unico, veloce, banale e ingiusto modo per valutare le persone.

Solo un politico povero può parlare di sacrifici al popolo; solo un politico slegato dal voto, o meglio da elezioni che basano tutto sull'apparenza, sulla potenza mediatica a discapito dei poveri e sugli slogan, può andare oltre le bassezze di certe parti del popolo: in questo modo il gruppo di "politici per vocazione" potrebbe, anzichè giustificare l'aggressività di alcuni gruppi di persone, cercare di elevarli mostrandogli una visione più ampia dei problemi. Bisognerebbe far capire alla gente che quando una parte chiede e ottiene dei favori, dei vantaggi, ce ne sarà un'altra sacrificata e che ogni nostra azione causa delle conseguenze che a volte superano i nostri confini.


In questa mia "democrazia ideale", dettata dal sacrificio e dall'austerità/povertà, l'età non conta, infatti i gerontofobici che si scandalizzano per presidenti di 70 e più anni e non per il potere totalmente conferito in poche mani, hanno poco a che spartire con me.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io penso che (come propone Grillo da anni) 2 legislatiure siano più che sufficienti per un politico. Inoltre la classe dirigente dovrebbe svecchiarsi e guadagnare secondo quanto effettivamente fa per il bene della collettività

Danx ha detto...

Non penso affatto che Grillo abbia ragione, primo perchè uno che si chiama Grillo non può avere idee sensate..ahah scherzo..secondo perchè come detto, via un avvocato, dentro un altro e non cambia nulla.
La vecchiaia è un falso problema: pensi che un giovane tamarro sia meglio di un vecchio saggio?