Nel recente libro di Vittorio Feltri, intitolato "Chiamiamoli ladri. L'esercito dei corrotti", trovo molto interessante l'ultimo capitolo, in cui parla di Telethon e dei Monte dei Paschi di Siena.
Finalmente trovo qualcuno che la pensa come me sulle pubblicità e gli eventi creati da ricchi dirigenti che vogliono spingere le povere vecchiette impietosite ad aprire il portafogli.
"Lo scippo dei sentimenti non è certo un reato, ma non sopporto chi li spreme a viva forza con massaggi cardiaci per farci palpitare e aprire così il portafogli";
"...chiedere alla gente di dare soldi a Telehton, comandata da ricconi che chiedono l'obolo delle vedove per lucidare le proprie insegne, a me pare di assistere a una turlupinatura";
"...e allora la signora (la madre del bimbo malato, ndb) si mette davanti alla telecamera, una volta, due, la terza è quella buona, e lei è costretta a subire sempre e di nuovo lo strazio. C'è bisogno di questa esibizione di sofferenza materna per lucidare la baracca dorata di Telethon?"
Al di là della baracca dorata, trovo la scelta di utilizzare, in questo ed in altri casi, genitori piangenti e distrutti, veramente pessima. Ma chi è il "creativo", il "direttore creativo", l'esperto di marketing che ha proposto questa cosa banale e riluttante? Io, quando vedo scene simili, scappo! Dovrebbero invece mostrare ricercatori intenti a lavorare e genitori felici di avere un/a figli-o/a finalmente sano/a.
"Non si può derubare così una donna del suo diritto al pudore, costringendola ad esibirsi in pubblico come quel personaggio di Delitto e castigo (Katerina I. Marmeladova), che suona l'organetto circondata dai figli smunti e laceri per chiedere l'elemosina. Raccogliere fondi spremendoli da questo dolore tenerissimo è quanto di meno commovente esista".
"...frullatore di dolore, lacrime, bolle di sapone, e impasta il tutto con il miele dei sentimenti mescolati a lustrini e pailette. Ci sono pure le risate indotte dai comici ... la promozione del loro ultimo film; quella cattiva (opera, ndb) è chiedere soldi alla gente per la ricerca, dando un meraviglioso alibi allo Stato per infischiarsene: ci pensa Telethon. ... c'è il calcolatore che registra gli introiti ruotando numeri come una slot machine che accarezza le penne e le gonfia di compiacimento per il sereno riposo delle anime buone".
Anche qui trova la mia totale approvazione: perché dobbiamo sentirci in colpa, noi gente comune, se non vogliamo o non possiamo donare cifre interessanti alla ricerca? Perché non se ne può occupare lo Stato italiano e basta, oppure assieme ai vari ricconi? Sono sicuro che tutti quanti conoscono i vari problemi che affligono un numero non esiguo di persone malate e sono sicuro che tutti sappiamo che molti enti chiedono il nostro 5 per 1.000. Per cui sono altrettanto sicuro che tutti sappiamo a chi donare quanto e quando ci pare, senza sentirci costretti dalla TV.
Veniamo ai numeri citati da Feltri:
"nel 2015 il numeratore si era innalzato alla favolosa vetta dei 31.514.911 euro. Nel bilancio 2016 i proventi risultano essere 24.793.507 euro. Telethon ha erogato alla ricerca esterna solo 5 milioni di euro. Il resto (26 milioni) come sono stati spesi? Nei laboratori interni? Pare di sì. Senz'altro funzioneranno bene. Essendo soldi degli italiani, si possono conoscere stipendi e risultati delle attività valutati da fonti indipendenti? I brevetti conseguiti, a chi appartengono?"
Poi da qui si collega al MPS, parlando di ladroni, dicendo che "molti si fanno versare centinaia di milioni alle loro ditte da banche, senza neppure fare la mossa di fingere lo sforzo di restituirli. Tanto in questo caso, a differenza che per la ricerca, ci pensa lo Stato".
Il paragrafo successivo, infatti, si intitola: "Monte dei Paschi. in seicento hanno sottratto 20 miliardi."
Che dire, un libro da leggere. E' anche piccolo!