Alcuni famigliari delle vittime della tragedia di Genova (il crollo
del ponte Morandi nel tratto autostradale gestito da Autostrade per
l'Italia) se la sono presa alacremente con lo Stato italiano per via
della mancata manutenzione.
La tesi è totalmente
errata, infatti lo Stato non può, ormai da quasi due decenni, mettere
mano sui tratti privatizzati nel 1999. Quell'anno, una società della
famiglia Benetton acquistò il 30% degli asset messi in vendita dall'IRI,
per arrivare all'84% nel 2003.
La convenzione tra Anas
e Autostrade, tutt'ora in vigore, è del 2007, mentre più recentemente
Renzi e Delrio allungarono la proroga di 4 anni, portando la concessione
ad Autostrade per l'Italia dal 2038 al 2042, a fronte di investimenti sostanziosi mai visti totalmente, in realtà.
Dei lavori su quel ponte maledetto ci sono comunque stati, ma come mai
Autostrade per l'Italia, pochi mesi fa, preferì rimandare l'installazione
di utilissimi sensori? Troppo costoso o troppa paura di dover
chiudere il ponte?
Al massimo, gli accusatori, dovrebbero indignarsi del fatto che lo Stato delegò totalmente la manutenzione ad una società privata, come evidenzia un economista dei trasporti:
"Autostrade si controlla da sola in tema di sicurezza, senza alcun
ruolo in merito da parte di organismi pubblici. E’ sconcertante . E’
inaccettabile”. Parola di Ugo Arrigo, economista dei trasporti che
insegna all’università degli studi di Milano-Bicocca.
Arrigo spiega e approfondisce la questione dei controlli di sicurezza
sulla rete autostradale dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova e
sulla scia di un articolo del quotidiano La Stampa
in cui si sostiene: “Autostrade è, di fatto, l’unico controllore di se
stesso, esegue con personale proprio ispezioni e (auto)certificazioni,
oppure le affida a consulenti pagati dalla medesima società”."
Venendo
invece alle polemiche sulla Gronda, mi preme evidenziare come questa
nuova infrastruttura viaria fosse stata progettata proprio da..
Autostrade per l'Italia, come si può evincere navigando nel sito (nel footer c'è il nome della proprietà). Per cui, chi adesso odia questa società privata, come può prendersela totalmente col comitato No Gronda (e politici a loro vicini come certi del M5S)? Solite incongruenze italiane, considerando anche questa fatidica Gronda non avrebbe certo visto la luce prima del crollo, anzi, si parla di almeno un decennio di lavori!
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18 agosto 2018
14 agosto 2018
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