ITALIOTI IN CINA
Ogni
qualvolta un premier o governante di turno italiano (per fortuna non
comunista) va in Cina, ecco che quest-o/i si dimentic-a/ano, per colpa
della mediazione (tecnica o arte oratoria e non solo che consiste
nell'entrare nella psicologia altrui senza urtare il prossimo per
ottenere magari dei benefici), di elencare i problemi dei cinesi, ovvero
censura, illiberalità varia di ogni tipo, corruzione, ecc.
Certo,
se ogni volta un premier straniero facesse questo lungo elenco, nessun
governante cinese inviterebbe più degli stranieri, però non si può
arrivare al punto di dire "CARO PRIMO MINISTRO", come ho appena sentito
fare da Renzi, solo per ingraziarsi lui e i possibili investitori cinesi
che Renzi vorrebbe far piombare in Italia. Poi però son tutti bravi a
parlare male di Cuba. Cina sì, Cuba no (la Cuba comunista, con la Cuba
invece fascista che c'era prima, invece, tutto bene, solo perché
favoriva i riccastri stranieri..!). Russia sì, Iran no. In teoria son
tutti delle merde (Cuba forse di meno perché dovette difendersi dagli
U.S.A. in una zona del mondo dov'era completamente isolata e assediata
dai nemici), in pratica si fanno i distinguo in base agli interessi
economici.
Questo per dire che per fare il PREMIER ci
va la FACCIA DA CULO, perché bisogna autocensurarsi, fatto buon viso con
sorriso a cattivo gioco, e io non ci riuscirei mai.
Purtroppo non
ci riesco neanche nella vita di tutti i giorni, quando la gente passa
sopra a certe cose col sorriso, io non sorrido. Se c'è anche una piccola
cosa che non va, bisogna reagire. Se non si inizia dal basso come si
può pretendere che chi esercita il potere si comporti bene, quando, come
si suol dire, l'occasione fa l'uomo ladro (e stronzo)?