18 anni fa morì il più famoso magistrato antimafia che l'Italia abbia mai avuto: Giovanni Falcone. Un attentato ammazzò, oltre a lui, tre uomini della sua scorta e putroppo anche la più innocente delle figure, la moglie Francesca Morvillo.
Terrore in quel breve istante, terrore che da Capaci s'è propagato in tutta Italia e in buona parte del mondo attraverso le immagini delle conseguenze di quel boato, e terrore che regnerà probabilmente per sempre pensando al mistero legato a probabili connivenze fra parte dello Stato e Mafia.
Tutto forse iniziò con lo scioglimento del pool antimafia verso la fine degli anni '80, per finire con chi informò i criminali dei trasferimenti in auto del giudice.
Mi turbano le commemorazioni (a volte sanno di banali automatismi) dei politici: dovrebbero ricordarlo ogni giorno in silenzio lavorando con onestà, e ciò non avviene, e lavorando contro i criminali, ciò avviene più per merito della magistratura e poliziotti che per le loro leggi.
Oggi non ascoltate i telegiornali, non acquistate quotidiani, perchè non è possibile leggere le dichiarazioni di esponenti del PDL che hanno avuto, essi o loro colleghi, rapporti con i mafiosi. Il futuro, però, sarà diverso: oggi a Palermo tantissimi giovani hanno ricordato Giovanni Falcone.
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2 commenti:
A me turba che a commemorarli ci sia gente come Schifani, che è stato avvocato ed amico di molti 'picciotti'. Li commemora Dell'Utri, che è un mafioso. Mi fanno schifo
Dell'Utri non penso..
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