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24 maggio 2010

Sacrifici? Impensabili un anno fa

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"Sacrifici, ma senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. Niente nuove tasse" (Paolo Bonaiuti, 24 maggio 2010).

"Sacrifici duri per salvare il Paese dal rischio Grecia" (Gianni Letta, 24 maggio 2010).

Sacrifici? Duri o leggeri? Non sono il solo ad accorgermi della discrepanza fra le due versioni, infatti sono in compagnia di Massimo Donadi (IDV) che si dice stufo dei balletti sulle cifre e di quanto sia chiaro che uno dei due non dice il vero (fonte:
ASCA)

Ma avranno fumato pesante i due simpatici amici di Silvio, dai. Ascoltando il nostro amato premier, mai mi sarei sognato di sentire queste frasi atroci.
Infatti il lungimirante Berlusconi, un anno fa, affermava che la crisi era pesante, non tragica (fonte: Corriere della Sera).
"La crisi è pesante ma non tragica, è dannoso per l'interesse di tutti noi se i media rappresentano questa crisi come tragica"
L'importante immagine famosa. E intanto sulle nostre spalle grava un macigno che ha superato i 30.000 euro procapite a causa del debito pubblico.

In un anno che s'è fatto, a parte tagliare brutalmente l'Istruzione e la Cultura?
Il debito pubblico ha continuato a crescere così com'è sempre avvenuto per la sua percentuale sul PIL coi governi Berlusconi e, se vi ringraziavamo per non aver creato nuove tasse e per non averle alzate in passato
(il miracolo italiano), ora non lo facciamo più perchè ne paghiamo le conseguenze composte da pesanti tagli.

Dovevamo aspettare la Grecia?
Sembra di assistere alla costruzione di dossi o semafori lungo una strada, ma solo dopo che c'è scappato il morto..

Le nostre tasche saranno salve, come dice Bonaiuti, ma intanto impiegati, pensionati e in generale il 10% dei lavoratori rischia la povertà e sapete quanti sono/siamo? Ben 14,4 milioni di italiani, non marziani.
Questo secondo il "
Rapporto sui Diritti Globali 2010" dell'Associazione Società Informazione (fonte: ADNKronos).
Tutti questi poveri o futuri poveri (o che comunque non saranno di certo in carne) rischiano di non trovare più posto negli ospedali pubblici a causa dei tagli.
D'altronde perchè lasciar soffrire il povero malato in corsia come a volte avviene? Meglio lasciarlo ad esalare l'ultimo respiro a casa, grande comodità che lo esula dalla fatica e dallo stress del trasporto dal proprio letto a quello ospedaliero.

In realtà non si sa ancora con certezza dove si taglierà e chi ne subirà le conseguenze. Certo, è un'operazione delicata, ma le voci che compongono il governo a volte sono discortanti fra loro e col loro passato.


Combattere l'evasione fiscale.
Fino all'altro giorno Berlusconi l'ha sempre giustificata e pure la scorsa settimana Italo Bocchino a Ballarò (Rai3) fece lo stesso mentre, nel frattempo, non mi risulta che le aliquote di imposta si siano abbassate.
Con lo scudo fiscale, poi, si poteva ottenere ben di più come avviene negli USA, invece ci siamo accontentati di un misero 5%.

Taglio della spesa pubblica.
Senza, ad esempio, cambiare gli uomini e abolire le province?
Proprio così: queste ultime non verranno abolite perchè Berlusconi non oserebbe darne la notizia ai politici che vi lavorano e gli uomini come Bertolaso, che con i suoi intrallazzi fanno incrementare la spesa pubblica (le emergenze decretate dalla Protezione Civile annullano gli applati che servono anche per contenere le spese, per scegliere la ditta più conveniente), rimangono saldi alla loro ricca poltrona (per ogni emergenza Bertolaso prende infatti un sostanzioso gettone).

Torniamo alla Sanità.
Berlusconi dice che non verrà toccata
(assieme a Scuola ed Università; anche perchè di tagli ne han già subiti e non mi risulta col metodo della meritocrazia), ma io leggo della soppressione di centinaia di posti letto in tutto il Paese, mentre le forniture vengono acquistate da certi ospedali a prezzi rincarati del 30%.
Silvio potrà anche dire la verità, ma secondo una bozza letta dall'agenzia
Reuters, nella Sanità ci sarà una sforbiciata da 418 milioni il prossimo anno e da 1,132 miliardi nel 2012
. -4.500 posti letto nel solo Lazio (fonte: Repubblica).

E i famosi emolumenti (o stipendi) dei parlamentari da tagliare?
Della loro riduzione del 5% non se ne parla più, perchè Silvio ne è contrario.
E il taglio del 10%
degli stipendi dei manager pubblici che eccedono i 75mila euro?
Sono in bilico, come scritto sul sito
BlitzQuotidiano. Solo tagli del 5 e del 10% su stipendi superiori ai 90 e 120 mila euro.
Vengono colpiti i più ricchi e può essere giusto, ma bisogna vedere in che numero sono, altrimenti è mero populismo di stampo bolscevico. A proposito: dopo gli interventi di Bonaiuti e Letta senior, è intervenuto il presidente della Repubblica Napolitano consigliando che "I sacrifici siano distribuiti con equità tra i cittadini". Equità da Equo, cioè uguale. Tutti dovranno rimetterci: il supermanager e il pensionato allo stesso modo?


Ci sarà mai un momento, di crisi o non, in cui i più poveri verranno trattati meglio dai governanti, senza dover sempre tremare?
Oltre al rapporto sui 14 milioni e mezzo di presunti poveri in Italia, c'è questa notizia di marzo 2010 riguardante la sola città di Milano e i rincari di tutti i servizi: "Rincari per Sanità, Scuola e Trasporti" La Repubblica.


Link:
"Debito pubblico, confronti tra poli" Policity
"Ritorno alla guerra" La Stampa

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

I sacrifici toccano sempre ai ceti medio-bassi mentre lor signori si puliscono il deretano coi lingotti d'oro. Sti 24 miliardi dove li prendono? Perchè non pubblicano tutto su internet?

Danx ha detto...

Vedremo nei prox giorni assieme al ddl intercettazioni.
Poveri noi!