Per gli economisti e i politici la gente deve consumare, deve aumentare la crescita, praticamente dobbiamo badare ai numerini, l'economia che schiaccia la vita.
Sì sì, certo, quando si è in rosso bisogna studiare qualcosa, lavorare meglio o di più per incassare di più e tornare ad avere solo utili, ma se un Paese ha enormi debiti e le mega ditte fanno tutti grandi utili, che altro si può fare?
L'obiettivo è sempre crescere, se si rimane stabili non va bene.
Ma quando finirà quest'illusione? L'illusione che la crescita economica (e mica solo economica, essendo legata alla produzione è anche crescita materiale) porti benessere, quando invece porta solo benavere, anzi, tantoavere e basta?Se nel 2000 si consumava più che nel 2010 (esempio forse non veritiero, ma utile ai fini del ragionamento per scaridanare un modo produttivistico di ragionare), è anche vero che comunque nel 2010 s'è consumato e cresciuto più che nel 1990, 1980, 1970 e così via, quindi dovremmo essere molto felici, così come nel 1980 la gente sicuramente doveva essere sicuramente molto più felice che nel 1970, invece..invece un PIL maggiore non influisce affatto sul morale, sull'umore, sulla contentezza e felicità della gente.
La gente triste, insoddisfatta che è sul baratro della depressione consuma, consuma tantissime cose che fanno male alla salute come tanti dolci, sigarette, vino, birra e alcolici in generale, consuma tanta elettricità stando davanti alla Tv, consuma tanta benzina per cercare posti dove stare meglio, oltre a consumare in modo maggiore tanti altri beni di consumo nè salutari nè dannosi, rispetto ad uno sano di mente e di fisico per cercare di compensare la sua solitudine e incapacità generali, ma dato che le cose, le robe non danno compagnia e nè possono alzarti sulla scala sociale (più che scala, oggetto facilmente scalabile, parlerei di piramide, bella scivolosa..), sarà solo un "brick in the wall" che continuerà ad essere tale ricadendo in questo giogo che lo stringerà fra rifiuti di una casa divenuta discarica.
Praticamente questo sistema vuole una massa di gente insoddisfatta:
se sono felice con quello che ho da anni e che per fortuna funziona (altrimenti avrei fatto degli acquisti da imbecille o da vittime della moda e della tecnologia che in quanto a moda non scherza affatto) non mi recherò nei supermercati per acquistare ogni settimana valanghe di confezioni di plastica (dentro c'è qualcosa? Qualcosa di buono intendo..), quindi l'Italia e tutti i Paesi industrializzati come il nostro dovrebbero fallire portandoci alla rovina, oh my gooooooooood, non vivremo più, ahah, ma come, per millenni abbiamo vissuto senza auto, pc e supermercati e dovremmo disperarci se tutto crolla e scompare?
Ma anche se non ci fossero i depressi malati cronici degli acquisti (che, poverini, non è colpa ma della società che ci incasella, ci separa e ci sbatte dentro i loculi chiamati appartamentini), questo sistema non avrebbe problemi, dato che milioni di lavoratori ogni giorno compiono il tragitto, sempre più lungo, casa-lavoro in automobile, sprecando una quantità immane di carburante.
Un sistema così malato che non sa dare lavoro sotto casa, non dico a tutti, ma a buona parte della gente, e che quindi può campare anche su quest'altro spreco, di cosa si lamenta?
Beh, un sistema basato sullo spreco, sull'inquinamento, sull'insoddisfazione, malattia e depressione non merita di campare e di essere curato (che poi, se stessimo così male, i capi dei più svariati settori si dimezzerebbero di brutto i loro lauti compensi, invece..).
3 commenti:
A proposito di crescita e altre scemenze, ti segnalo un post di un'amica http://scarrocciando.blogspot.com/2011/09/sono-anti-modernista.html
Grazie del link, anche se non capisco come si possa apprezzare una democrazia diretta dove (secondo M.FINI che parla in questa intervista) a decidere sono i capi tribù. Beh, non mi sembra un concetto rivoluzionario, è la stessa solfa patriarcale dove comanda il maschio, il più vecchio o il più forte!
E poi di che aiuto può esserci questa reminiscenza? Non ci sono più villaggi sperduti almeno in Italia!
Ci sono quattro operazioni ma ne vengono accettate solo tre (addizione, sottrazione, e moltiplicazione (chiamata anche crescita)). E' l'operazione "divisione" che non si vuole accettare.
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