Berlusconi ha ragione: i ristoranti e gli aerei sono pieni.
Pensate a voi stessi, ai vostri genitori, amici e parenti: vivono dentro una casetta con ogni comfort o sotto i ponti? Si alzano, alla mattina, per lavorare in cambio di un bel mazzo di soldi (e vaffanculo a chi dice che 1.200 nEuri sono pochi, ma soprattutto vaffanculo a chi bada solo ai soldi, per i quali la gente fa qualsiasi tipo di lavoro in barba alla propria morale e attitudine divenendo sua schiava) o in cambio di un tozzo di pane col quale non potrebbero certo comprare tutto ciò che hanno, cioè la prima casa, la seconda casa, due automobili, un garage, vacanze a natale, pasqua e in estate, un telefonino per ogni membro della casa spendendo a testa, magari, 50 euro al mese, connessione internet, due-tre computer, quattro tv di cui almeno una nuova al plasma, abbonamento a Sky, uscite notturne ogni venerdì e sabato sera per i figli, abbonamento allo stadio, abiti-scarpe-borse-trucchi-parrucchiere per le donne ogni mese, ecc.
Quando vedrò la gente vestita di stracci, puzzolente, con gli occhi rossi, la gobba e altro, allora accetterò le lamentele da parte di chi ora continua ad avere un bel conto in banca col quale, appunto, può permettersi vacanze in posti esotici, prendere ogni giorno un bel po' di benzina tramite la quale sgasare impunemente e magari andare anche a puttane (9 milioni di italiani, in larga parte fedeli maritini che dicono "ti amo" alla moglie mentre fanno sesso e che si sono sposati in chiesa giurando eterna fedeltà-anche sessuale, dato che il matrimonio si fonda sulla privatizzazione del sesso proprio e altrui-, ci vanno).
La maggioranza delle persone, che basa il proprio benessere non sulla salute e sulla felicità data dall'ambiente in cui si vive e/o dai rapporti interpersonali, sta ancora troppo bene, economicamente parlando, per poter affermare di vivere in tempo di crisi economica. Questa gente è uguale ai manager che vorrebbe che i profitti innaturalmente continuassero a salire per sempre.
Se questa maggioranza silenziosa (a parte i rutti dati dalla pancia piena e il rombo dei motori puzzolenti) si sente povera, è solo perchè ha sempre vissuto nello stesso modo, non può fare paragoni con la povertà vera, anche perchè non li immagina o se la vede, se la ri-conosce, li reputa cosa estrema e allora non relativizza col mondo nella sua totalità, ma solo con la propria fetta di mondo.
Per questa massa di persone che, pur credendo di essere felici in mezzo alla roba (che hanno in casa e che c'è per le incasinate strade), continua a lamentarsi senza modificare il "proprio" stile di vita (proprio tra virgolette, dato che semplicemente fa ciò che a cui si viene portati a fare: in città non puoi non andare al supermercato, ristorante, discoteca, negozi di abbigliamento, ecc., insomma, non puoi non spendere, altrimenti che cittadino sei?), essere poveri significa non poter mandare al macero il proprio telefonino "vecchio" di 12 mesi..
E comunque sono gli stessi che si lamentavano già 5 anni fa, 10 anni fa, 20 anni fa, 30 anni fa.
Sempre a lamentarsi!
Alcuni aforismi di Cicerone che possono tornarvi utili:
"Non essere avidi è una ricchezza, non avere la smania di comprare è una rendita."
"Ogni persona si lamenta, specialmente della sorte propria."
"Ogni uomo può dire quante oche o quante pecore possiede, ma non quanti amici."
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