Il più fulgido esempio ci arriva da tale Elisabetta Gualmini, piddina emiliana che, essendosi incredibilmente accorta (come avrà fatto?) dell'incremento della povertà pure nella sua ricca regione, ha proposto per chi abita in Emilia-Romagna un reddito minimo.
Ovviamente non per tutti: sei giovane, senza lavoro, ma vivi coi tuoi? Niente assegno mensile da 550 euro netti. Sei single, lavori, vivi per i fatti tuoi, ma sei in crisi? Niente da fare.
Devi assolutamente avere almeno 1 figlio per ottenere questi bei soldini, oppure essere un povero pensionato.
Ai giovani o meno giovani che vivono per i fatti loro o con i genitori niente, neanche una briciola.
Ma non finisce qua, infatti per aumentare l'apprezzamento da parte dei centristi, ecco la trovata geniale:
"Se c'è un lavoro disponibile lo accetti".
Questo è un colpo di genio vero e proprio, con questa frase mette d'accordo, forse, la sinistra che spinge per il reddito minimo (che non è di cittadinanza però, dato che spetta ad una minima parte di popolazione!), e il centro e centro-destra perché l'assegno non deve trasformarsi in una forma di perenne assistenzialismo (guai a incassare per tutta la vita la super cifra di 550 euro, quando loro, i politici, ne prendono almeno 8.000 più ricche pensioni dopo pochi anni di.. "lavoro").
Vediamo perché secondo me questo concetto è totalmente sbagliato.
Anche se sono povero e ho bisogno di lavorare, avrò le mie qualità, quindi anche dei difetti e delle mancanze, e dei gusti, chiamiamoli così. Per cui sarò o non sarò portato per certi lavori a discapito di altri? Certo che sì! Inoltre, se il lavoro offertomi è a tempo determinato? Se il lavoro offertomi è lontano da dove abito? Che si fa, sarò costretto ad accettare? Allora no grazie non li voglio i vostri spiccioli.
Nessun commento:
Posta un commento