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7 aprile 2020

VOGLIAMO TORNARE AD ESSERE LIBERI

Siamo tutti preoccupati, ma siamo anche tutti molto vogliosi di tornare liberi di andare in giro come una volta senza restrizioni. 

Tante persone non ce la fanno più perchè si sentono ingabbiate, perchè non vedono altro che muri (non tutti hanno un bel panorama), perchè stanno con famigliari che non sopportano, perchè sono sole, senza lavoro o perchè semplicemente vogliono tornare a lavorare o andare al mare e in montagna.

Cose normalissime che oggigiorno vengono viste come dei lussi a cui dobbiamo rinunciare per il bene comune, per la salute pubblico, per rispetto di malati, morti, medici e infermieri.

Questo concetto fa parte della propaganda di regime sanitario nella quale siamo sprofondati, in cui il singolo pedone, corridore, genitore e proprietario di cane si sente in colpa ad uscire o viene additato come untore dal volgo appiccicato alle finestre.

In realtà la colpa non è certo delle singole persone comuni, bensì di chi ha lasciato che il virus si diffondesse enormemente in Lombardia, di chi non ha chiuso in tempo stadi e fabbriche, tanto per fare un esempio. La maggior parte dei contagi avviene in posti simili, posti in cui la massa si ritrova ed agistandosi, dimenandosi, cantando e urlando si contagia attraverso le varie sputacchiate.

Secondo un epidemiologo tedesco, il cui risultato di una sua ricerca è comparso recentemente sul Corriere della Sera, i contagi non avvengono nei mezzi pubblici e nei supermercati.
Non stento a crederci, poichè in questi luoghi, seppur chiusi e specie i primi non molto grandi, le persone sconosciute non si rivolgono la parola e, nel secondo caso, sono ben distanziate anche grazie all'uso dei carrelli della spesa.

Fossi stato un politico, a febbraio avrei chiuso molte più fabbriche e tutti quei locali in cui è impossibile tenere le debite distanze e in cui si fa festa.

Ma avrei lasciato alle persone ampia libertà di movimento, cosa che effettivamente all'inizio era presente. Soltanto dopo un bel po' di giorni, quando l'epidemia stava colpendo come non mai le province di Bergamo e Brescia, è stata decisa una stressa su parchi e libertà di movimento. Queste sono state decisioni insulse, inutili e dannose per il nostro benessere economico e psico-fisico.

Mi rendo altresì conto che sia molto più facile criminalizzare e incolpare singoli innocenti che camminano o corrono, mentre è molto più difficile convincere Confindustria a chiduere migliaia di fabbriche, colpevolizzando industriali e milioni/miliardari, cosa che non farebbe certamente comodo alla perpetuazione del sistema e al suo rispetto da parte della massa.

La diffusione del virus in alcune zone del Nord non è certo dipeso dai pedoni, dalle famigliole e dagli sportivi. Adesso, molti giornali e politici puntano sul fatto che molte persone sono irresponsabili e che non rispettano le regole, eppure la % di multati è molto bassa, come ha fatto notare ieri Nicola Porro su Rete4. E sarebbe anche bene evidenziare come gli attuali contagiati e morti non derivino da recenti contagi, dato che il periodo di incubazione è abbastanza lungo e che molti malati arrivano in ospedale in condizioni già critiche.

E, a proposito di ospedali, i giornali farebbero bene a mettere in 1^ pagina il numero di posti letto ridicolo rispetto a quello della Germania e rispetto a quello della stessa Italia 40 anni fa. Oppure parlare dei dimessi finiti in parte delle case di riposo, in cui si sono registrati tantissimi morti, a volte pari a 1/3 degli ospiti in pochi giorni!

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