Consiglio a tutti di leggere l'intervista de La Stampa a Zygmunt Bauman, cliccate qui.
"Siamo in un campo minato: circondati da materiale esplosivo nascosto ma che sicuramente da qualche parte, in qualche momento, esploderà. Non si può dire dove e quando. La gente scende in piazza in tutti i paesi ma l'obiettivo delle proteste è diverso ovunque, non c'è unità. Solo rabbia e rancore. Questa è una nuova forza politica: provare di poter distruggere ciò che non piace. Proprio ciò che è successo a Mubarak, Gheddafi e Ben Ali. Ma lo stesso impeto può concentrarsi nella costruzione di qualcosa? Questo è il problema."
Lo penso anche io che i vari gruppi di contestatori non propongano nulla di nuovo, semplicemente vogliono gente diversa ai posti di comando (come ad esempio le femministe che volevano al potere le donne, mica volevano eliminare le scale gerarchiche), infatti questi giovani occidentali protestano solo perchè non c'è/non ci può più essere quella noiosa sicurezza economica che avevano i loro/nostri genitori col posto garantito o quasi che gli consentiva di cambiare spesso tv, auto, casa, di andare sempre in vacanza, ecc. Insomma, un bel gruppo numeroso di egoisti convinti che si sia sempre vissuti nel benavere e che sia giusto continuare così (poi però si lamentano dell'inquinamento, degli operai sfruttati, ecc.).
Lo dimostrano anche gli indignati new yorkesi che solo ora protestano contro Wall Street, perchè non riescono più a vivere dentro questa società consumistica basata sulla quantità, mica protestano perchè questa società genera povertà e sfruttamento e disparità e ingiustizia nel mondo, no, altrimenti protesterebbero da sempre sognando non di avere tanti soldi come i genitori, ma di vivere da eremiti!
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