Riporto da La Stampa:
"Secondo il recente dossier di Legambiente, “Biodiversità a rischio”, in tutto il bacino del Mediterraneo, l’alterazione degli ecosistemi e degli habitat naturali ha reso la metà dei vertebrati presenti in tutto il territorio a rischio di estinzione, così come un quarto degli uccelli e oltre il 40 per cento dei pesci dei fiumi e dei laghi. E la situazione più critica è quella degli anfibi, dove la percentuale di specie endemiche minacciate sale a oltre il 66 per cento. Mentre per quanto riguarda la flora, sono in pericolo 1020 specie vegetali superiori."
Molte persone confondono la natura con l'agricoltura, ma quest'ultima è soltanto una pratica sempre più industrializzata ed invasiva. I trattori sono dannosi, tanto quanto i pesticidi e i diserbanti. Se roviniamo, impoveriamo, distruggiamo la terra, è ovvio che anche gli animali di terra e di cielo rischino di morire in massa, proprio come i nostri sani regionalismi cancellati prima dalle grandi industrie del nord Italia che fecero migrare centinaia di migliaia di persone da ttute le parti del Paese, poi dalle tv e dai supermercati (il tutto al grido di "Viva l'omologazione che ci fa vendere un singolo prodotto a milioni di persone!"), e che rivivono solo sottoforma di macchietta per i turisti durante le feste.
Di terra da coltivare ne avevo già parlato qui ai tempi in cui lessi un libro di Fukuoka.
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