Abituati come siamo a pensare quasi esclusivamente ai dindi che ci entrano in saccoccia e ai nuovi nascituri che festeggiamo da ignoranti quali siamo, dato che ignoriamo tutte le sofferenze a cui un essere umano andrà e potrà andare in contro, snobbiamo le vere disgrazie della vita, specialmente quelle prodotte da questa società, tutte tranne una: quella dei dindi che non ci entrano in più nelle sopracitate saccocce!
Ai mass-media fa comodo parlare di "società del benessere", quando in realtà è semplicemente la "società dei consumi", altrimenti il mondo del marketing che campa sul desiderio e non sulla necessità scomparirebbe, ma il dramma non consiste soltanto nel nostro ruolo da meri consumatori (le nostre abitazioni sono dei magazzini!), bensì anche in come si svolge la vita ogni giorno.
Dov'è il benessere se ogni giorno dei gruppi di uomini si riuniscono pieni di armi per fare esercitazioni militari se non vere e proprie guerre?
Dov'è il benessere se ogni giorno per costruire case, capannoni, ciminiere casca e crepa sul colpo o viene mutilato qualche operaio?
Dov'è il benessere nelle code in strada, nei supermercati e alle poste, con elevato scambio di virus e incidenti mortali (+ mutilazioni varie)?
Dov'è il benessere se ogni mattina tutti ci si deve alzare alle 6.30 e tornare a casa alle 18.30 e se per 8-10-12 ore ci si deve tutti quanti adeguare a convenzioni, regole e leggi decise dall'alto senza alcun nostro parere?
Non è benessere, è benavere: ci sono tante cose e chi le produce se ne bea. Chi le usa .. a volte crepa (con ancora più certezza crepa chi le riceve/subisce)!
I primitivi erano incivili, ma civiltà significa appunto non vita, incidenti, guerre, stress, omologazione, noia, inquinamento, ecc.
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