Ecco cosa leggo:
"L'agricoltura non è più un'attività di serie b, sinonimo di arretratezza o di fuga dalla modernità (giammai, bisogna per forza essere dentro al sistema!). Oggi chi lavora nel settore primario è un imprenditore vero, che produce merce di alto livello (merce, non materie prime, non cibo, bensì materie!), che viaggia nel mondo (viaggia? e quando zappa?) per far conoscere il proprio brand (pensavo la propria forca o mulino..), che conoscere le regole dell'e-commerce (uuuh quanti soldoni con le vendite tramite il grande web, ma quanti!!!) e sa l'inglese (... matematico, no? E' ovvio! Magari anche un pizzico di spagnolo per far concorrenza agli svogliati messicani)."
Continua:
"Bisogna avere una chiara idea di impresa attorno a cui sviluppare un progetto di sviluppo (si deve sempre guardare avanti, mai accontentarsi!). Attenzione, non una vita bucolica di quel che si vuole fare. Si deve puntare su un progetto dettagliato, su cui sia possibile elaborare poi un business-plan realistico".
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