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22 novembre 2011
La cosa più orrenda sono i suicidi per soldi
Capita spesso di sentire notizie raccapricianti di piccoli e medi imprenditori che, strozzati dai debiti che aumentano, dai crediti che non arrivano e dai prestiti delle banche con tassi da usura, si tolgono la vita, si suicidano, lasciano cadere il proprio corpo nel vuoto saltando o impiccandosi, oppure sparandosi.
Non hanno più soldi per mantenere sè e famiglia e per pagare i dipendenti, allora la fanno finita. Così cosa risolvono? Niente, anzi, peggiorano la situazione.
Ci sono giornalisti che li comprendono, io no, anzi, li condanno, ma chi compie gesti simili è già morto dentro perchè non vede vita oltre il lavoro.
Per me è inconcepibile che il lavoro prenda il sopravvento sulla vita, cioè che una qualsivoglia attività occupi tantissime ore al giorno, figurarsi se posso giustificare che siano i soldi a sentenziare se ho il "diritto" di vivere.
Mi vengono i brividi a pensare che ci si possa suicidare, cioè togliersi una cosa che abbiamo per caso - la vita - e che mai più tornerà; ho brividi per questo motivo perchè è una cosa al di fuori della mia realtà, della mia concezione della vita. Io penso che la vita non abbia senso - nasciamo per generare altra vita che morirà anch'essa - e il pensiero di questo non senso mi turba, ma non ha senso morire in anticipo.
Non è che il senso della vita è accumulare, creare ricchezza, altrimenti ne perde e va eliminata, perchè non ha più valore. La vita è una cosa che va oltre ogni cosa, si pone al di sopra di tutto ed è intoccabile.
Se si hanno problemi economici che si dichiari il fallimento e che si cambi vita: non abbiamo vissuto sempre così, nel mondo commerciale, nel mondo urbanizzato, nel mondo industrializzato. Per 10.000 anni abbiamo vissuto a contatto con la natura e non ci veniva mai in mente di suicidarci, anzi, era fantastico riuscire a sopravvivere agli attacchi delle bestie. Oggi, invece, che ci reputiamo tanto evoluti, peccato esserlo solo sul piano materiale, ci sono mille motivi per cadere in depressione e per..suicidarsi, quando non per ammazzare il prossimo, purtroppo (anche qui, 9 volte su 10, per motivi di denaro).
Purtroppo veniamo allevati a pensare allo studio per poter avere il pezzo di carta col quale ottenere un lavoro e basta, e a pensare ai soldi come grande valore.
Ma quale grande valore!
I soldi non devono essere il primo e neanche il nostro secondo pensiero, perchè non risolvo i nostri problemi psicologici, non è la loro quantità che determina il nostro benessere psicofisico, lo stare bene con sè stessi e il sapersi relazionare (anche solo con le persone che si apprezzano).
Se i soldi servissero a vivere bene, allora i criminali miliardari, o quelli ce tentano di divenirlo, sarebbero dei gentiluomini, lo stesso dicasi per i miliardari che fanno affari legali e che non dovrebbero mai soffrire di depressione e solitudine, eccetera, eccetera, eppure non è così. Anche se non soffrono di questi disturbi mentali, hanno altri problemi legati all'avidità, non sono mai soddisfatti di ciò che hanno e della loro immagine, ergo non sono felici. Allora perchè cercare di divenire ricchi?
Comprendo molto di più un suicida per motivi esistenziali che per motivi materiali legati al lavoro, perchè il primo non trova motivazioni nella vita, magari anche perchè nota troppe sottili ingiustizie; il secondo invece, pur avendo motivazioni, annulla sè stesso seguendo i numeri che lo braccano fisicamente sempre in quel luogo e lo bloccano mentalmente non facendogli pensare ad altro che ad accumulare e comprare, e ciò purtroppo si ripercuote nella vita "sentimentale".
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