Gli psicologi criminali sono forse gli unici che possono dirci cosa passi per la mente degli omicidi che uccidono innocenti ragazze, anche giovanissime, come nel caso di Pamela di Macerata e di Jessica di Milano, entrambe all'incirca ventenni.
Quando avevo 20 anni immaginavo una lunghissima vita dinnanzi a me, e morire a quell'età è assolutamente inconcepibile in ogni caso, sia che tu sia malato, sia che tu frequenti persone pericolose.
Se questi assassini, di cui non ci interessa la provenienza, perché gli uomini sono violenti in ogni parte del mondo (tranne forse in qualche sperduta comunità non ancora patriarcale), non si fermano neanche al pensiero di trascorrere il resto della loro ridicola e triste vita in galera, allora devono avere dei seri problemi mentali.
Attenzione, non bisogna certo usare questi disturbi come scusa per farli uscire dal carcere, anzi!
Cerchiamo di capire cosa può generare questi 'disturbi' (non spetta a me trovare il termine giusto):
probabilmente da piccoli vennero viziati enormemente dalle loro mammine che soddisfavano sempre le loro richieste e crescendo non hanno mai accettato i rifiuti, trovandone tra l'altro moltissimi;
venivano sempre puniti dalle loro mammine (ambo le cose possono scatenare reazioni molto brutte verso il prossimo, un prossimo che magari per alcuni motivi può ricordare loro la madre);
sono ossessionati dal sesso, vedono sesso dappertutto perché non l'hanno mai fatto o fatto pochissimo e hanno ricevuto tanti rifiuti o l'hanno fatto spesso, ma controvoglia, con donne brutte ---> ogni ragazza che hanno la fortuna di conoscere, deve perciò assolutamente starci, specie se li guarda negli occhi, ecc. Se non ci stanno, significa che sono delle 'truffatrici' e sono da punire;
varie ed eventuali.
Ma soprattutto, mi chiedo, questi assassini, non hanno mai avuto comportamenti fortemente anormali, antisociali, ecc.? Se sì, non si poteva prevenire mandandoli in cura, usando psicofarmaci, ecc.?
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