Salvini negli scorsi giorni si era impuntato sulla nomina di Paolo Savona a ministro dell'Economia, proposta che pare sia stata e venga osteggiata dal presidente della Repubblica Mattarella.
Il leader leghista se l'è legata al collo, ritenendo inopportuno, insensato e ingiusto il dissenso del presidente, parlando di ingerenza e di ritorno alle urne. Forse anche perché pensa che ora, con Berlusconi non più incandidabile, Forza Italia possa tornare a fare il pieno di voti e governare dunque insieme al vecchio brianzolo?
Chissà, di certo Mattarella non ha travalicato i limiti del suo ruolo, infatti, secondo Zagrebelsky, il presidente della Repubblica ha il dovere di richiamare alla Costituzione questi politici che si sentono legittimati a decidere tutto, la qual cosa però non è democratica e non è conforme alla Costituzione. I ministri, infatti, vengono solamente PROPOSTI dal presidente del Consiglio, mentre la nomina spetta appunto al presidente della Repubblica. D'altronde questa figura rappresenta l'unità nazionale, non certo una parte, una maggioranza, ecc. Inoltre è anche garante del rispetto degli obblighi nazionali e internazionali assunti dall'Italia, tra cui l'equilibrio di bilanco dello Stato e la leale partecipazione all'UE oltre che rispetto di fondamentali diritti delle persone.
Se nell'ormai famoso "contratto" firmato da leghisti e pentastellati trovano spazio leggi che propongono più spese che entrate, ministri anti-Euro e anti-Germania e politiche dell'immigrazione totalmente chiuse con 500.000 rimpatri forzati, beh, mi pare ovvio che il pres della Rep si opponga.
Nessun commento:
Posta un commento