Non lo dà a vedere, ma Marco Travaglio anche questa volta s'è dimostrato un perfetto borghesuccio cattobigotto.
Perchè? Perchè in questo suo recente articolo, pur "gettando merda" sui preti, ha difeso la scelta di Lucio Dalla di non mostrarsi mai in atteggiamenti da omosessuale.
Ma come? Gli omosessuali sono dileggiati, non hanno diritti relativi allo stare assieme, e lui difende un grande artista (almeno fino al 1980 circa, poi per me diventa indigesto per le sue canzoni sempre più prevedibili, mosce, sempre più leggere, poco trainanti, insomma, adatte ad un vasto pubblico che vuole sentirsi in pace attraverso melodie già sentite, anzichè godere dell'imprevedibilità dell'artista) che pur potendo dare voce agli omosessuali, preferì stringere amicizie altolocati e, anzichè dichiarsi gay, preferì parlare del suo essere credente cattolico e del suo "angelo custode".
Travaglio, quindi, finge di difendere la libertà del singolo, Dalla in questo caso, perchè in realtà vuole che i gay vivano da repressi, all'oscuro, non esternando la loro sessualità e soprattutto il loro affetto/amore verso un'altra persona.
Travaglio se la prende con Aldo Busi, gay dichiarato, che invece non ha mai sopportato troppo Dalla proprio per il suo silenzio e le sue amicizie, a tal punto da spegnere la radio ogni-qual-volta che partiva una sua canzone.
1 commento:
stavolta Travaglio ha pestato una mina antiuomo
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