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2 maggio 2021

Amazon distrugge il LAVORO

Nel sito di Internazionale c'è un bellissimo e lunghissimo articolo, titolato Gli schiavi di Batto Natale, sulla vita dentro Amazon, ma anche fuori.

Ed è proprio su questo punto che voglio in breve focalizzarmi.

La giornalista Carole Cadwalladr evidenzia dei dati molto importanti, che devono interessare tutti i politici e sindacalisti, ecc.:

le grandi catene tradizionali (es: Tesco) danno lavoro a 47 persone ogni 10 milioni di dollari di fatturato. Nel caso di Amazon il rapporto è di 14/10 mln.

Lo scorso anno (2020) nel Regno Unito (UK) ha fatturato 4,2 miliardi di sterline (circa 6,8 mld di dollari).
Facendo una proiezione dei dati appena citati, si ottiene una perdita netta di 23.000 posti di lavoro.

Ma non finisce qui. Perché per pagare ad esempio le strade su cui corrono i corrieri di Amazon e le scuole frequentate dai figli dei dipendenti, è necessario pagare le tasse, che invece la società di Bezos elude: su un fatturato di 4,2 miliardi di sterline, ha pagato soltanto 3,2 milioni di imposta sulle attività produttive.

Un imprenditore di una catena di cosmetici lancia due dure accuse:

Amazon usa il nome della sua azienda per attirare clienti, a cui offrire altri prodotti, ma soprattutto dice che assalta i Paesi dei suoi clienti, portando via i soldi nascondendoli dove gli conviene.

Al termine dell'articolo, la giornalista chiede ad un rifugiato politico africano, che lavora in Galles per Amazon, com'è questo lavoro da magazziniere rispetto a quello che faceva nel suo paese (caposquadra in una fabbrica): è uguale, la sua risposta.


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