In questi giorni ho notato questo:
sia un ex brigatista reo di aver ucciso un poliziotto, sia i due giovani americani, di cui uno autore dell'omicidio del carabiniere Cerciello, sono stati condannati all'ergastolo (il primo ovviamente non oggi, ma decenni fa), nonostante avessero ucciso una sola persona. Sola per modo di dire, ovviamente. Nel caso dei due americani, tra l'altro, soltanto uno colpì il carabiniere, quindi questa sentenza di primo grado non ha molto senso!
Molti potrebbero pensare che sia giusto così in caso di omicidio.
Però non ho mai letto di ergastolo per tanti altri assassini. Pensiamo al recente caso Vannini: il signor Ciontoli mica ha preso questa pena. Ma di esempi simili ce ne sono tantissimi, come ad esempio condanne a 24 anni ai mariti che uccisero le mogli.
Infatti, in media, in Italia la pena per omicidio volontario è di 12,4 anni, a fronte di un codice che prevede una carcerazione da 21 anni all'ergastolo. L'ergastolo è previsto, per carità, ma di ergastolani, al momento, ce ne sono circa 1.800. Eppure di omicidi in 10 anni ce ne sono 3.500 nella sola Italia. Quindi qualcosa non quadra: molti assassini non vengono condannati all'ergastolo. Mentre altri sì.
Insomma, ciò che mi è parso di notare è che se uccidi un appartenente alle forze dell'ordine ti danno l'ergastolo, se uccidi la moglie no. Ma perché?
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