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8 maggio 2021

Gender e la scaltra ignoranza de Il Giornale

Un giornalista de Il Giornale, tale Giuseppe De Lorenzo (pare giovane, quindi in teoria propenso ad avere vedute più ampie di qualche suo collega o famigliare bacchettone, ma non è mica detto, vabbé), fa finta di non capire alcune frasi comprensibilissime da chi ha ottenuto almeno il diploma di scuola media superiore. 

"Perché il ddl Zan sentenzia per legge altre definizioni antropologiche di dubbia natura. Tipo: per “genere” si intende una “manifestazione esteriore conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso” (e che vuol dire?); e addirittura arriva a disciplinare qualcosa di ancor più fumoso, “l’identità di genere”, ovvero “l’identificazione percepita e manifesta di sé in relazione al genere, anche se non corrisponde al sesso”. Oggi mi sveglio maschio, domani femmina, dopodomani chissà."

Ma come che vuol dire?

Ma come ancora più fumoso?

Certo, inizialmente anche io ero dubbioso e non capivo bene poichè non sono dentro il mondo lgbtq, però leggendo un numero della rivista del National Geographic dedicato alla tematica Gender ho compreso le differenze, le varie sfumature e quindi per me ora non più così fumoso il tema. E so quindi che ci sono diverse persone (non saprei quantificarle) che non passano dall'essere maschio a femmina un giorno e l'opposto il giorno dopo, ma che non si riconoscono in un genere prestabilito e che a causa di ciò possono subire bullismo e violenze. 

Oltre a ciò, questo giornalista si preoccupa della cosidetta 'clausola di libertà':

"Ultimo appunto sulla libertà di espressione. I tifosi del ddl Zan ritengono i timori liberticidi eccessivi, perché l’articolo 4 contiene la cosiddetta clausola sul pluralismo delle idee. Già il fatto che una norma debba prevedere una “clausola di libertà”, teoricamente garantita dalla Costituzione, dimostra la pericolosità di quanto contenuto nel testo. E poi è previsto un limite: si può cioè dire e pensare ciò che si vuole purché le idee non siano “idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Bene. E chi decide quando le opinioni determinano un effettivo pericolo?"

E secondo te chi lo deciderà? Un giudice, mi pare ovvio. Cosa c'è che non va? Se qualcuno grida che i gay devono finire nel forno o cose simili, mi pare ovvio che debba essere punito in maniera severa, perché rischia di aizzare gli animi di qualche tradizionalista che potrà scagliarsi con le mani (e altre cose) contro omosessuali o persone non binarie. Se invece uno dice che secondo lui gli omosessuali non possono creare una famiglia non corre alcun rischio perché non sta creando dei presupposti per azioni pericolose.

Continua:

"Potremo ancora affermare che le coppie omosessuali non debbono adottare bambini? O che l’utero in affitto è un mercimonio orrendo e un crimine contro le donne? Potranno i cattolici dirsi contrari al matrimonio gay?"

Beh, se uno lancia accuse affermando che si tratta di un mercimonio orrendo, chiamando la gestazione per altri utero in affitto con toni dispregiativi, mi pare ovvio che almeno una multina la meriti. Perché sta oggettivamente dicendo il falso. Di sicuro non andrà in carcere, stia sereno!

Ah, dimenticato, questo ottimo giornalista ha paura che le scuole verranno invase da associazioni lgbtq, come se in giro ci fossero milioni di militanti e come se ora le scuole non fossero già invasi da croce, preti e prof di religione cattolica. Se ci stanno queste persone che raccontano favole, tra l'altro in certi casi pericolose (vi ricordo che il patriarcato trae origine anche dalla religione cristiana), perché non ci può essere una sorta di bilanciamento con chi la pensa in maniera opposta? La scuola pubblica deve essere aperta a tutti, non è mica confessionale!

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