Ho trovato un ottimo articolo di Stefano Stefanini, giornalista de La Stampa, che dice cose sulla guerra in Ucraina molto più sensate di quelle pronunciate da Orsini (beh, ci vuole poco):
Orsini la fa facile: dice che l'Ucraina doveva/deve/dovrà rinunciare ad alcuni suoi territori.
Eh già, ma secondo voi gli Stati possono mai accettare una cosa simile? Certo, nella Storia sappiamo bene tutti come i confini si siano modificati con grande costanza. Ma nell'intimità, diciamo così, dello Stato, anzi proprio nella sua struttura, nella sua Costituzione, ecc., ciò non è mica prevista.
Se un territorio vuole divenire indipendente sono volatili per diabetici. Poi, per carità, le parti possono anche accordarsi, ma ciò non avviene quasi mai. Ci sono sempre grandi lotte.
Quindi dire all'Ucraina di cedere il Donbass e il meridione è una gran cavolata, specialmente dopo l'aggressione. Se uno Stato, con cui i rapporti sono da sempre o quasi tesi, viene con le armi per impadronirsi di ciò che vuole lui, lo Stato aggredito cosa fa secondo voi? Glieli cede senza colpo ferire? Ma non scherziamo!
Secondo Orsini l'Ucraina deve arrendersi e la pace è fatta.
Sì, può essere, ma fintantoche (si scrive così?) i russi sparano, uccidono, distruggono, massacrano, ecc., perché gli ucraini dovrebbero smettere di difendersi usando le più disparate armi?
Quindi anche qui Orsini l'abbiamo distrutto metaforicamente.
Come invece dice Stefanini, se la Russia vuole davvero anch'essa la pace, deve trattare nei negoziati smettendo di sparare. Non può tenere il piede in 2 staffe.
Deve passare dalla guerra alla diplomazia. Impossibile stare in ambo le situazioni.
Il punto è che secondo Stefanini, la Russia vuole ciò che vuole più con le armi che con la diplomazia. Per cui dirla non solo alla Orsini ma anche alla Salvini, cioè c'è bisogno di diplomazia, è soltanto un bel sogno. Anche perché se la Russia vede uno Stato debole, lo aggredisce. I russi sono così (e giù polemiche!).
Orsini, e non solo lui purtroppo, pur evidenziando la realtà dei fatti, ovvero che l'aggressore è la Russia, in realtà accusa l'Ucraina, insulta Zelensky e pure la NATO, ecc. Infatti cercando di comprendere l'aggressore, rischia anche di giustificarlo, condannando invece l'Ucraina di aver mandato al massacro il proprio popolo. Ma il popolo viene massacrato dai russi che hanno invaso, senza che l'Ucraina abbia mai minacciato la Russia!
Questo a molti non è chiaro.
Eh ma la NATO, le esercitazioni, bla bla bla. Quelle esercitazioni presupponevano scenari di guerra offensivi? No, perché la NATO è difensiva. Agisce in caso di azione belligerante altrui.
Quindi secondo Stefanini c'è un'inversione del principio di legittima difesa, imputando all'aggredito la responsabilità della violenza: "in tribunale farebbe felici i rapinatori a mano armata". C'è comunque da dire che lui menziona Putin, non Orsini. Ma io ormai vedo Orsini dappertutto talmente lo reputo assurdo e fastidioso.
Ecco un punto importante:
"Non ci sarà pace fino a che Putin riterrà di avere più da guadagnare sul campo di battaglia che al tavolo dei negoziati".
Diciamo che ora dopo tutte le stragi venute a galla (beh, diciamo che non con tutti quei palazzi sventrati non c'era poi così tanto bisogno dell'evidenza per immaginare le centinaia di morti da aggiungere sul conto), trattare non dev'essere semplice. Cosa vuoi trattare con un genocida? E un genocida che garanzie potrà mai darti? Poi, per carità, resta da chiarire la "qualità" degli ordini impartiti da Putin. Molti crimini di guerra sono stati compiuti secondo me dall'istinto dei singoli soldati criminali.
Ecco un altro punto ancora più importante, e sicuramente il più criticato da Orsini:
"Continuando a fornire all'Ucr. le ARMI e l'assistenza necessarie per far desistere la Russia dall'alternativa militare".
Infine:
"Mostrando di non abboccare all'amo del ricatto energetico".
Di fronte ad una guerra contro civili e assedi che puntano a prendere città per fame e malattia e disperazione, per l'Europa dovrebbe essere facile rinunciare all'energia russa in cambio del cessate il fuoco e negoziato di pace.