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Proprio nel giorno in cui lessi del suicidio di un giovane studente, comparve la news del test Invalsi proposto dal ministro dell'Istruzione Gelmini, test proveniente dall'Europa, utile per uniformare il metro di giudizio sugli studenti modernizzando gli esami di maturità.
Un brivido glaciale mi colse e continua a percorrere il mio corpo: l'istituzionalizzazione del sapere, con questo test, presumibilmente incrementerà la sua disumanità a causa del potere conferito a burocrati, sia italiani che stranieri, che sembrano divertirsi nel incasellare ogni studente secondo il loro giudizio. Professionisti al mondo sconosciuti si concedono il lusso, dettato dalla loro superiorità intellettuale, di segnare profondamente il futuro dei giovani, futuro nel quale la personalità del giovane poi adulto, viene plasmato dal titolo di studio ottenuto.
Ogni tanto compaiono notizie di studenti che decidono di ammazzarsi. Nessuno si chiede mai il vero perchè, nessuno mette mai sotto accusa la scuola che, anzi, da sinistra e da destra viene considerata una pedina fondamentale del welfare, del sapere, del benessere.
Eppure la scuola dell'obbligo (termine che la dice lunga..) è fra le maggiori cause di morte fra gli adolescenti al pari della droga, delle auto e di tante altre invenzioni umane, tra cui l'amore.
I giovani, una volta dentro la scuola, vivono in un limbo fuori dalla Costituzione. Infatti non c'è libertà di pensiero, di parola e di movimento.
Inoltre possono subire diverse punizioni da parte di maestri, professori e presidi, nonostante questi non svolgano il ruolo di giudici e nonostante questi debbano ringraziare i giovani della loro presenza nelle aule scolastiche, quando invece tutti insieme potrebbero ribellarsi al sistema e, anzichè prendersela coi tagli della spesa pubblica, costituire scuole autonome dove il sapere viene scambiato e non imposto nè subito, dove ognuno studia ciò che più gli interessa.
Da sempre lo Stato tramite la scuola svolge il compito di suddividere la popolazione più giovane in base a certe qualità (tralasciandone diverse altre), per incanalarla verso certi studi e certi lavori necessari alla nostra società industriale, cercando di omolgare e di cancellare ogni autonomia di pensiero, apprendimento e di esercizio manuale. Se quest'ultima qualità praticamente non esiste nella scuola pubblica (e non è un caso), le prime due vengono "schiavizzate" da maestri e professori che instillano in noi, fin dall'asilo, il bisogno di una figura paterna senza la quale è impossire raggiungere il sapere.
Le lobby dei politici, burocrati, professionisti e professori non vogliono renderci liberi, ma dipendenti come drogati dal loro sapere. Drogati perchè vogliono farci credere che solo loro posseggono il sapere e che solo loro possono distribuirlo, distruggendo quasi l'autostima di ogni cittadino.
Pensate ai ragazzini che stanno svolgendo gli esami di terza media inferiore (o come si chiama adesso) a cui è vietato usare le calcolatrici e a cui son "somministrati" quiz dove anche i più bravi sprofondano ai livelli dei compagni meno preparati. Questi piccoli esempi racchiudono il concetto da me espresso poc'anzi: ogni studente deve capire di essere inferiore e che se vorrà essere considerato degno di attenzione, dovrà premersi le meningi come non mai, altrimenti sarà costretto ad una vita di patimenti.
Ho menzionato l'esercizio manuale: nella nostra era dell'automazione e del "lavoro sicuro in banca" nessuno si cura più ad esempio dell'agricoltura, delle coltivazioni, eppure se lo Stato avesse "a cuore" il presente e il futuro dei propri cittadini, insegnerebbe loro come azionarsi per procacciarsi cibo anche in condizioni di ingerenza per non morire di fame.
Negando questo sapere, questa basilare istruzione senza cui non c'è possibilità di vita, lo Stato e i vari professionisti del sapere rendono dipendenti tutti i cittadini estraniati dal mondo naturale, costretti a lottare nella società industriale e post-industriale alla ricerca di un successo basato sull'accumulo e lo spreco, mentre il cibo, che diventa di plastica, non si sa più da dove provenga.
La scuola, dal mio punto di vista, è chiaramente nazista anche senza il test Invalsi, il quale consentirebbe agli insegnanti di conoscere il livello di apprendimento dei ragazzi per consentire poi allo Stato di intervenire per cercare di porre rimedio a certi casi di disattenzione, svogliatezza e altro, immagino.
Praticamente ciò che già ora un'insegnante può fare, viene messo nelle mani di professionisti che non entrano mai a contatto con gli studenti, ma che pretendono di poter sapere se questi hanno limiti, di che tipo, e così via.
E lo Stato cosa dovrebbe poi fare, svolgere forse il ruolo dello psichiatra riempiendo di psicofarmaci i bambini iperattivi, svogliati, ribelli, senza badare al fatto che ogni singolo studente ha certi ideali, aspettative, caratteristiche, propulsioni, desideri, senza badare al fatto che ogni singolo studente si comporta in un certo modo perchè sotto l'influenza del proprio ambiente familiare, senza badare al fatto che ogni singolo studente ha tutto il diritto di ribellarsi ad ogni obbligo che lo incatena?
Semplicemente, come detto in precedenza, si cerca di omologare i giovani "accompagnandoli" verso comportamenti ritenuti idonei (da chi? Da Dio? Ma và, impossibile) da adulti che vivono solo per comandare e giudicare i più deboli come se questi non potessero, in completa autonomia, giudicare a loro volta il prossimo, solo perchè questo, siedendo nei Palazzi del potere, ritiene perfetti i propri comportamenti.
Nessuno è più stupido di chi si ritiene intelligente, al punto tale da poter prendere in giro la stupidità altrui.
Link:
"Dal 2010 test Invalsi" Il Tempo
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2 commenti:
Io ho scelto l'istituto agrario proprio per quello che dici tu. Comunque anche l'università sta messa male, per non parlare dei questionari che ci fanno fare...
Sai, mio nonno diceva "La scuola non serve, se uno vuole imparare qualcosa lo fa liberamente, quando e come vuole". E lui era un uomo molto acculturato
Tuo nonno ha pienamente ragione!
Anche se uno vuole fare il contadino o l'artista o lo sportivo, deve passare per le grinfie della scuola, anche perchè la scuola pone un bel cancello di fronte a chi, adulto, vorrebbe ottenere un diploma per andare a lavorare: o ti diplomi da giovane o fai la fame, e siccome lo STATO ti ama e non vuole che tu faccia la fame, ti prende fin da piccolo e non ti molla più, negandoti un sacco di tempo e di libertà.
La scuola serve solo per avere tanti bei cittadini ubbidienti da ficcare dentro uffici e fabbriche.
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