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17 febbraio 2011

Cara dolce acqua

Noi abbiamo acqua in abbondanza, che non smette mai di uscire copiosa dai rubinetti e dalle fontane, a volte però a causa di lavori negli appartamenti è necessario chiudere le tubature e, nel caso non si venga avvisati in tempo, si passano ore senza questo elemento vitale.

Finalmente se ne capisce l'importanza, si capisce che senza acqua non si vive, che non è un bene come tutti gli altri, è quello più prezioso e che chi ce la fornisce non deve lucrarci, non deve sperare in profitti sempre più grandi (il progresso è questo: partire da 1 e arrivare a 1000 e poi ancora a 1000000 e via dicendo), ma dev'essere un ente pubblico perchè mi pare ovvio che un cittadino riceva dallo Stato, dopo essere stato defraudato della terra, un minimo per poter vivere, o no?

Si è parlato recentemente di privatizzazione del servizio idrico pubblico e molti ne sono favorevoli, anche perchè l'Italia, specie al Sud, è famosa per incresciosi buchi nei tubi che creano uno spreco questo sì progressivo. Così si confida in lavori da parte di privati che ovviamente dovranno rifarsi delle spese, ma nei Paesi più evoluti come Francia e Germania?
A Parigi e a Berlino si è tornati al servizio pubblico.
Recente è la notizia della capitale tedesca che, tramite referendum, ha appunto fatto marcia indietro annullando la privatizzazione dell'acqua, e sapete perchè? Perchè nonostante in Germania sia tutto efficente o quasi (ogni tanto anche lì ci sono stragi con treni che si scontrano), ci sono stati rincari del 35% per un costo di euro 5,12 a metro cubo rispetto agli euro 3,26 di Colonia. La società che gestiva l'acqua a Berlino era un mix tra pubblico e privato, ma nonostante il primo avesse la maggioranza delle azioni (50,1%), la maggior parte dei soldi finiva nelle casse delle aziende private (in questo caso Rwe e Veolia), infatti hanno incassato 1,3 miliardi di Euro contro i 696 milioni del comune di Berlino.

E' anche vero, però, che in un'altra città dove l'acqua è tornata pubblica, sono avvenuti ugualmente degli aumenti (Postdam), ma non se ne conosce il motivo. Probabilmente per via del fatto che il Comune voleva rifarsi dei soldi che non ha potuto incassare in precedenza, o per via di lavori di ammodernamento svolti male.

Link: "Berlino dice nein all'acqua privatizzata" (La Stampa, PDF)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che il referendum chiarirà tutto.

Bob Bulgarelli ha detto...

Sono d'accordo con la parte iniziale del post, dove dici che almeno l'acqua deve rimanere un bene comune amministrato e quindi gestito dallo stato; il pericolo che si corre, soprattutto in Italia, è l'immobilismo delle istituzioni, che, come si è visto su tutti i fronti, potrebbe, se non lo ha già fatto, coinvolgere anche il settore acqua, rendendo impossibile l'ammodernamento della rete idrica, soprattutto là dove ce ne sarebbe più bisogno. Spero che il referendum, come dice Matteo, chiarisca almeno la volontà degli italiani di mantenere pubblica questa preziosissima risorsa.

Danx ha detto...

Il problema è che anche lo Stato cerca profitti, mentre per l'acqua dovrebbe clamorosamente andare in rosso per fornircela con grande solerzia e sicurezza!
Se lo Stato non può andare in rosso (certo che può, basta che un settore chiave come il servizio idrico venga aiutato da altri che invece fanno i profitti), chi allora?