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15 febbraio 2011

Viaggi senza confini, barche, barchette


Nel mondo dominato dal capitale, dai numeri, numerini e numeretti (oltrechè dalle canzonette e puttanieri), si può viaggiare in tutto il mondo se i numeri stanno dalla propria parte.

Basta pagare ed è fatta, il sogno diventa realtà.
L'unica cosa che conta è la somma di denaro che uno riesce ad ottenere col suo lavoro, non importa quale, somma di denaro che darà alle aziende di trasporto, non importa se quel viaggiatore è uno sfruttatore, ladro, evasore, devastatore: basta pagare e il mondo sarà suo per un'eterna vacanza stando seduto sul suo bel seggiolino in aeroplano o nel lettino di una nave.


Non si bada alla moralità, la selezione riguarda solo la quantità di denaro, così ecco che tante persone, fra cui sicuramente molte brave, innocenti, con altre più cattive ed aggressive, se sprovviste di contanti e carte di credito non possono muoversi, ma rimanere confinate nella loro sacca di estrema povertà. Se un ricco si vuole spostare da un Paese all'altro può farlo benissimo: da Londra a Rio, da Rio a Tokyo e poi alle Hawaii, magari passando dal Kenya.
Se un povero che se ne vuole andare, e che è tale non per colpa sua, ma perchè il suo governo non gli dà gli strumenti necessari neanche per mangiare (o glieli nega svendendo il territorio ad imprese straniere, magari per farci dei mega pascoli distruggendo quindi le possibilità di coltivare, negandogli l'acqua e ciò che possiede) e per questo scappa, sarà sicuramente un futuro criminale che quindi non deve minimamente osare a venire in Occidente alla ricerca di un piatto ed un tetto, perchè spaventerebbe le felici (uh!) masse di borghesi intenti a spendere e spandere.


Pensate che l'UE (Frontex) si lamenta per la frontiera colabrodo sita fra Grecia e Turchia, ma le frontiere sono ingiuste (infatti praticamente non ne esistono per le merci e le aziende), così com'è ingiusto scegliere degli immigrati a dispetto di altri solo perchè istruiti: è un prelievo che serve solo all'economia, è una scelta utilitaristica, non bada al benessere (inteso come possibilità di mangiare, non cioè come lo intendo in modo patologico Berlusconi e tutti i miliardari spreconi, inquinatori e devastatori) che necessitano i poveri che infatti vengono rispediti indietro senza risolvere nulla sul lungo periodo.
"Alcuni di loro sono migranti alla ricerca di condizioni economiche migliori, alla mercé delle bande che gestiscono il traffico di individui. Tuttavia molti altri sono cittadini iracheni e afgani alla ricerca di asilo politico, il cui trattamento da parte delle autorità greche è stato definito ingiustificabile dalle Nazioni Unite e dall'Unione europea" (link PressEurop),
"Fino a pochi anni fa le rotte dell’immigrazione transitavano dal Sahara e approdavano in Spagna, attraverso lo Stretto di Gibilterra, e in Italia via mare. Oggi, tra barriere elettrificate e pattugliamento del Canale di Sicilia, la rotta privilegiata è divenuta, appunto, il confine greco - turco.
Problema irrisolto, dunque, e solo spostato pochi chilometri più in là. Chilometri che permettono però a molti governi di celebrare il successo di politiche che nascondono la polvere sotto al tappeto. È quanto fatto dall’Italia, ad esempio, in seguito alla firma del Trattato di Amicizia con la Libia"
(link Glieuros).

Fin troppe volte noi abbiamo stretto accordi coi dittatori, fregandocene della vita dei vari popoli. Se la gente scappa un motivo ci sarà ed è lo stesso che spinse noi europei a fuggire in altri continenti, compresa la stessa Africa del Nord.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Però ho una domanda: perchè scappano ora che il loro paese non è più sotto dittatura?

Danx ha detto...

Probabilmente per via del caos, si starà scatenando l'anarchia con assalti e omicidi.. purtroppo ora ho problemi con la connessione e non posso cercare molte notizie..