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27 agosto 2011

Grazie a Yvonne comprendiamo il dolore che creiamo


In Baviera, da diverso tempo, una mucca chiamata Yvonne (sul nome ne parlerò dopo) è scappata da una fattoria nascondendosi nelle foreste bavaresi (Germania) forse perchè conscia della fine che avrebbe fatto a breve, ovvero di finire a..fettine!

Grazie a questa notizia che sta facendo il giro del mondo, la gente può riflettere sul dolore che la nostra intelligenza crea ad iniziare dalla proprietà privata:
com'è possibile che degli esseri viventi appartengano a delle persone (ma anche la terra: gli umani sono figli della terra, pochi di loro non possono impossessarsene togliendo possibilità di alimentazione alla maggior parte di loro!)? Voi vi fareste mai comprare? Cedereste mai i vostri figli?

Certo, ognuno di noi quando in cambio di un po' di soldi va a lavorare da dipendente si fa comprare, ma non vive tutto il giorno in ufficio o in fabbrica, e soprattutto non deve morire anzitempo lì dentro per soddisfare il palato e la pancia altrui.
Immagino già le frasi fatte dei perbenisti borghesucci ignorantoni, tipo "Anche gli animali mangiano carne".
Sì, ma mica tutti, e anche se tutte le specie animali si nutrissero di carne non ci sarebbe alcuna giustificazione per i nostri omicidi di massa, infatti per compierli abbiamo creato dei veri e propri lager dove gli animali smettono di vivere molto ben prima di essere macellati, mentre in natura la loro vita è piena, perchè libera.

Dicevo della proprietà di altri esseri viventi. Il nome dato agli animali non è una cosa simpatica per far sorridere i bambini, no, è la conseguenza di questo dominio: questa mucca ha quel dato nome perchè degli imprenditori agricoli glielo hanno dato, in natura non ce l'avrebbe mica. E' così anche per gli umani: si nasce da una coppia e si prende il nome del padre (e la madre? in Cucina!) e anche a causa di questo si dovrà vivere alle sue dipendenze come vuole, cercando di "tenere alto il suo buon nome". Ovvero libertà di azione uguale a zero.

Fin dal primo giorno della sua fuga, tutti si sono organizzati per riacciuffarla, proprio come fosse un'auto presa da un ladro.
Ci sono sia poliziotti che cacciatori che con armi super tecnologiche sono sicuri di trovarla anche durante la notte (questa povera bestie esce dal bosco per nutrirsi solo di notte per paura di essere vista di giorno, questa scelta sì che è sinonimo di intelligenza, non certo come il nostro tipo di intelligenza che sa solo dividere, assoggettare, distruggere, ammazzare) per riconsegnarla ai proprietari. Non importa se è un essere vivente, non importa se vuole vivere lontano da un'azienda lager (ma d'altronde nessuno si accorge che ogni azienda è impostata in modo perfettamente crudele come un lager), non importa se vuole vivere, no, è un oggetto da riconsegnare ai proprietari che esercitano il diritto di vita o di morte sul prossimo ("per fortuna" solo sugli animali, anche se nel passato dell'umanità, a causa della proprietà privata, anche i figli e le mogli potevano morire se il pater familias lo desiderava).

Noi siamo intelligenti sul piano tecnico, non sul piano emozionale, sociale, cioè sul piano della vita vera! Se da millenni viviamo per il patrimonio, è giusto cancellare le emozioni razionalizzando il mondo, impossessandoci di tutto e tutti!
Che uso atroce dell'intelligenza!

Link sulla notizia della sua fuga..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I primi esseri umani erano coraggiosi, ammazzavano gli altri animali con le proprie mani e giusto quanto gli serviva per sopravvivere. Noi da buoni vigliacchi usiamo i robot per sterminare oltre ogni consumo

Danx ha detto...

Bravo, e muoriamo sul lettino di una casa di riposo o di un ospedale da zombie!