Questo blog utilizza solo strumenti forniti da Google per i blog, come ad esempio il numero dei visitatori e la possibilità di seguire le novità del blog. Nessun vostro dato (nome, email, sesso, ecc.) verrà da me visto e/o memorizzato e/o diffuso, venduto, ecc.
Non vengono utilizzati software di altre terze parti.

16 agosto 2011

La ricchezza del Paese non è la mia, quindi me ne frego

Oh mamma mia!!!

Anche l'Economist c'è arrivato che dentro il PIL c'è di tutto e di più, che non bisogna badare solo a questo, che magari bisogna inventarsi qualche metro d giudizio nuovo, ecc., eppure vediamo i politici di ogni Paese pensare solo a questo.

Ma a uno che vive in periferia, dentro un "loculo" affogato in megaparcheggi contorniati da ciminiere, cosa gliene può fregare se il PIL aumenta o diminuisce? Penso che se diminuisce, magari quelle schifezze intorno scompariranno e lui vivrà in un mondo più vivibile. Non è che all'improvviso, se il PIL sale, va ad abitare in una bella villa in montagna o al mare, non è che all'improvviso tutta la gente ignorante e stronza che gli sta intorno diventa simpatica e generosa, non è che se fa freddo 6 mesi di fila, improvvisamente sembrerà di vivere in Sicilia.

E se scende tornando ai livelli del 2000 o del 1990 o anche del 1980 qual è il dramma? Forse in queste tre decenni passati ci disperavamo? Morivamo di fame? Ma no, anzi, in questi anni in cui un po' è cresciuto la disparità fra ricchi e poveri s'è incrementata..ennesima dimostrazione che ad un povero del PIL non gliene deve fregare di meno.

Ricordo anche il titolo di una copertina del settimanale Internazionale:
"PIL, più inutile non si può"

Link: LUNDICI

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io credo che qualche politologo-economista de sto cazzo dovrebbe provare ad andare da un Masai e dirgli che il PIL del Kenya è aumentato

ventopiumoso ha detto...

ah beh ma che il PIL sia una cacata lo sanno tutti, anche gli economisti, almeno da quanto, un po' di decenni fa, amartya sen dimostro' che l'aumento del pil era strettamente correlato alla diminuzione della vita media. quello fu il primo studio (anni '60?, oddio non ricordo) di un lungo filone ed ha fondato una scuola.
quindi civiltà nuova senza pil.
però per ora lo si considera ancora quando si fanno i conti macroeconomici e finanziari. non lo difendo, eh?, per carità per carità, sto dicendo un'altra cosa. tipo per valutare l'impatto delle finanza mondiale sulle economie non ci sono molto altri metodi.
in un mondo diverso non ce ne fregherebbe nulla nemmeno dello spread che sale o scende, a dire il vero.
vabbé tanto il pil e lo spread, come ogni creazione umana, sono destinati all'oblio..

Danx ha detto...

Obli..teriamolo!
Ora, grazie alle statistiche che vogliono l'uomo medio vivere sempre più anni (grazie al welfare state, dopo 1 secolo e mezzo di sfruttamento industriale, ma questo non lo dicono), allora vogliono farci lavorare di più, ma cosi questa lunghezza andrà a farsi fottere, perchè più si lavora più c'è il rischio di infortunarsi se non morire o ammalarsi gravemente (amianto..tumori).