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19 maggio 2021

ViVa PAOLO CREPET

Non ho mai parlato, anzi scritto, di Paolo Crepet in questo mio blog, in quanto non mi sono mai interessato a questo psicologo, col brutto vizio di presenziare spesso da Bruno Vespa, giornalista che non stimo affatto.

Mi è capitato, però, di ascoltare un suo discorso in un convegno, in cui discettava sui social network, il web e la tecnologia, e l'ho apprezzato molto, pur notando un filo di snobismo e qualche semplificazione.

Detto ciò dico Viva Paolo Crepet perché con qualche luogo comune, ha tirato una bella badilata in testa ai fessacchiotti dei social network che pensano di avere amici e di comunicare con chissà chi su Facebook o Whatsapp o in altri posti orrendi.

In un sito dedicato alla psicologia, c'è un articolo in cui tentano di esaltare i social, dicendo che ci servono per stare in contatto.

Leggetelo e fatevi due risate:

https://psicologidigitali.it/2018/10/29/lo-scontro-tra-paolo-crepet-e-psicologi-digitali/

Ragazzi, ma come facevamo prima del 2000 per stare in contatto? E poi che vuole dire rimanere in contatto? Dirsi ciao ogni tanto e mettere un inutile like? Bella roba. Peggio della singola telefonata annuale per il Natale. Prima dell'avvento massiccio del web, non rimanevamo in contatto in maniera superficiale tranne in certi casi con le famose e orrende feste comandate, ma parlavamo molto più spesso usando il telefono e vedendoci dal vivo, magari facendo una bella sorpresa citofondando ad un orario o in un giorno insolito.

Nessuno prima del web si chiedeva come fa per comunicare e sentire e vedere gli amici.

Siamo seri, dai!

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