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1 agosto 2011
L'evoluzione della scienza patriarcale ci vuole disoccupati
Siamo così evoluti che, oltre a depauperare zone di terra sempre più vaste, il tasso di disoccupazione cresce sempre di più.
Fra i primitivi era impossibile restare senza lavoro, perchè questo consisteva nel dover raccogliere, cacciare, difendersi, ovvero attività base della sopravvivenza.
Con la nostra intelligenza si direbbe che questo problema sia risolto, ma oltre a dividerci creando regni, imperi e Stati (e conseguenti infinite guerre che hanno prodotto milioni di morti, tutto per le casse di pochi regnanti semi-dei), abbiamo tolto l'uomo dalla terra, l'abbiamo imprigionato nell'urbe ed è questo il motivo per cui il problema della sopravvivenza è tornato a farsi sentire.
Nell'urbe c'è sempre un regnante che attorniato da tecnici e scienziati, fa sì che viva bene nel cosidetto benessere solo chi studia e lavora sempre di più sacrificando quindi la propria vita e la propria umanità/naturalità.
I primi della classe vivranno nelle sicurezze che questa società gli crea appositamente, mentre non solo l'ultimo della classe, ma anche chi sta a metà soffrirà, perchè se impossibilitato ad apprendere sempre più nozioni e teorie (per motivi genetici non è portato ad un veloce apprendimento o lo rifiuta per motivi filosofici), verrà messo ai margini della società senza neanche più la possibilità di procurarsi cibo da sè.
Come ho scritto poc'anzi, infatti, l'uomo moderno scalza dalla terra tutti i suoi simili, sia perchè le industrie hanno bisogno di forza lavoro, sia perchè grandi fette di terra fanno comodo ad altri grandi ricchi signori che, nonostante vivano in un ambiente diverso, sono uguali ai "capitani d'industria" e ciò fa sì che la terra sia divenuta una risorsa per fare profitto.
Tutto costa e costa sempre di più. La terra, che sarebbe di tutti, è in mano a pochissimi. Chi è povero non so davvero come possa tentare a vivere bene senza capi che lo schiavizzino.
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