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22 settembre 2013

I grandi misteri del TG1 di Settembre

Grandi misteri al TG1 in questo finale di settembre 2013.

Prima le "nuove BR" e poi il mistero perpetuo intorno alla strage di via d'Amelio.

Queste NUOVE BR vengono abbinate ai No Tav perché due super comunisti imprigionati in Sicilia, e che probabilmente mai passarono per la Val di Susa, han scritto un'agguerrita lettere contro il TAV appoggiando azioni dinamitarde, ecc., ecc. Grazie a ciò, aumenta in valle la militarizzazione.
200 uomini armati in più a causa di due dementi (che stanno in Sicilia, ricordiamolo).
A nessuno viene in mente che questo continuo parlare di attentati, minacce e intimidazioni verso ditte e imprenditori locali con interessi su questa nuova ferrovia, possa far comodo a certi politici, tipo Alfano (PdL) - Cota (Lega Nord) -Lupi (PdL)? Io penso di sì perché più viene additata come malvagia una buona parte del popolo No Tav, più la massa instupidita dai mass-media starà dalla parte dei politici affaristi - pecoroni - superficialoni che sanno solo dire che è un'opera strategica (un po' come i caccia F35, le scuole con tetti che crollano, mmm, meglio se d'amianto, possono continuare a crollare, cazzo-figaaata!).

STRAGE VIA D'AMELIO (1992): 
incredibilmente il TG1 parla di Scarantino, il pentito - poi smentito da Spatuzza - autoaccusatosi di aver rubato l'auto a bordo del quale venne messo l'espolosivo, del quale è venuta a galla una registrazione di un suo intervento in cui disse, nel lontano 1995, di essere stato costretto a fare certi nomi e a dire certe cose, per compiacere forse uomini vicini al vecchio sbirro La Barbera (poi in parte "defenestrato" dopo il sanguinoso e terroristico scandalo del G8 di Genova), in modo tale che la delicata questione finisse lì senza dover quindi cercare altri colpevoli e mandanti all'interno dello Stato.
Il problema è che secondo il TG1 il mistero permane a distanza di 20 anni, quando invece è tutto molto chiaro. Basta ascoltare l'ex consulente delle procure Gioacchino Genchi, secondo il quale nel castello Utveggio (da cui si vede la casa della mamma di Borsellino) erano presenti uomini dei servizi segreti italiani che si incontravano con dei mafiosi come Scotto. Borsellino era scomodo non solo alla mafia, ma anche a tanti politici, ecco il perché di questa unione (d'intenti) fra apparati dello Stato e mafiosi.

Comunque.. ecco cosa diceva in questa registrazione (di Studio Aperto, salvata grazie ad un'anima generosa che rischiando sicuramente tanto, ne fece un doppione):

"A me facevano delle punture di penicillina, mi stavano facendo morire a Pianosa… ma voglio tornare in carcere… mi fanno morire in carcere, però morirò con la coscienza a posto."

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