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28 dicembre 2019

Ecco perché i DIECI COMANDAMENTI sono da ABOLIRE

Il buon Ernesto Galli Della Loggia, eeeh che cognome importante, si dice scandalizzato dai sorrisini e dalle varie espressioni facciali dei parlamenti ignoranti in ambito religioso, in particolar modo di Cristianesimo.

Afferma che ogni persona minimamente istruita dovrebbe conoscere i Dieci Comandamenti perché fanno parte della cultura in generale.

Ma certo, sono facili da ricordare, sono banali e fanno parte della nostra società.

Il problema è tutto qua? Pare di sì. Mentre, secondo me, il problema è ben più grave: chi conosce i Comandamenti, non dovrebbe prendersela con chi invece se li è dimenticati e ci ride sù, ma dovrebbe riflettere sulla loro ideazione, sul contesto, sul significato. In buona sostanza, dovrebbe riflettere sul loro lato totalmente PATRIARCALE.

Due sono i comandamenti che mi hanno sempre colpito:

"Non desiderare la donna d'altri" e "Non rubare".

Il 1° per un motivo facile da intuire: la donna non è mica un oggetto di proprietà di qualcuno. Eppure all'epoca era proprio così: non ci si sposava mica per amore, e questa cosa, questa sottomissione, questo scambio tra famiglie, ha continuato a persistere anche in Italia fino all'altro ieri.

Il 2° perché approva la proprietà, sancisce la sua importanza.
Eppure è proprio la nascita e la legittimazione della proprietà privata ad aver reso l'umanità egoista, vile, avara, furba, scaltra e violenta. La proprietà ha evidenziato (o addirittura ha fatto nascere) il nostro lato possessivo che si scontra con quello legato alla comunione col prossimo.

Bastano questi 2 comandamenti per capire come il Cristianesimo non sia affatto rivoluzionario, ma una mera perpetuazione dello status quo, una mera invenzione umana utile per quei tempi (e anche questi, ahimé).

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