Nell'editoriale di oggi, Travaglio ci spiega per bene il caso Gregoretti, quella nave militare italiana bloccata da Salvini (o, come dice l'ex ministro degli Interni, da lui su approvazione del capo del governo Conte e dal ministro Di Maio).
Il giornalista de Il Fatto Quotidiano (che in edicola vende meno del Tuttosport, che vergogna!) ci fa sapere che il Tribunale dei ministro chiede di processare soltanto Salvini, in quanto il possibile reato, costituito dal sequestro di 131 persone a bordo della nave di cui prima, è ministeriale.
Ci dice anche che il leader leghista afferma di aver agito da ministro dell'interno (ma va?), che la decisione venne presa dal governo collegialmente e che l'obiettivo non era politico ma di interesse pubblico per evitare un incontrollato accesso di migranti nel territorio dello Stato italiano.
Al che Travaglio gli e ci fa notare che l'aver agito da ministro non è certo una giustificazione per non ottenere l'autorizzazione al processo, perché tutti lo sanno che agì da ministro; poi che una decisione presa dal governo non può certo sempre considerarsi legittima, altrimenti non esisterebbero i REATI MINISTERIALI, e comunque degli atti/reati ne risponde il ministro competente; infine che Salvini difficilmente può dimostrare che uno sbarco compiuto il giorno dell'arrivo della nave, anziché 6 giorni dopo, avrebbe minato l'Ordine e la Sicurezza.
E comunque non c'era alcun interesse dello Stato costituzionalmente rilevante.
La nave bloccata, tra l'altro, appartiene all'Esercito Italiano.
Secondo Travaglio, il premier Conte non avallò la scelta dell'ex ministro, ma si azionò subito con l'Europa per la redistribuzione dei migranti.
Di Maio, invece, se la prese con Salvini perché non si può bloccare una nave militare italiana.
Una differenza importante tra la nave Diciotti e la Gregoretti, è che la prima raccolse i migranti che Malta non volle, mentre la seconda li salvò in un'operazione tutta italiana.
Inoltre, la prima nave è adibita ai soccorsi e può ospitare persone per più giorni, mentre la seconda no, infatti i migranti 'sequestrati' da Salvini (o da Salvini e il governo, chissà, vedremo), dovettero stare quasi una settimana sul ponte sotto il sole cocente!
Come se non bastasse, sempre secondo Travaglio, il meccanismo dei ricollocamenti in Europa era già ben oliato, per cui non c'era alcun pericolo che i migranti sarebbero rimasti in Italia.
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