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15 aprile 2020

NAPOLITANO E THOMAS MANN ricordano il nostro CUPO presente

Nel libro di Thomas Mann, Moniti all'Europa, c'è l'introduzione scritta da Giorgio Napolitano, da me tanto criticato anni fa su questo blog per aver firmato le leggi-vergogna di Silvio, ma che, questa volta, ho apprezzato.

Mi sono segnato 2 punti:

"L'emergere in Europa di tendenze autoritarie (il libro è composto di testi scritti tra gli anni Venti e Quaranta, ndb) di estrema destra ferisce mortalmente la dimensione e la valenza dell'individuo, sacrificate all'esaltazione della vita collettiva
Mann vi reagisce, e splendida appare la sferzante valutazione dell'abbandonarsi alla suggestione della ebbrezza collettivistica come liberazione dall'Io ... da ogni responsabilità individuale".

Ricorda ciò che sta accadendo in questo periodo di crisi sanitaria, ad opera però non di un governo estremista, ma progressista, non trovate?

L'individuo non può mettere in discussione nulla e non può praticare alcuna attività individuale all'esterno, perchè ora sono diventate individualistiche ed egoistiche - come se davvero il virus si potesse diffondere stando per i fatti propria, maaah - , altrimenti viene additato come insensibile o addirittura come nemico di medici, infermieri, fdo, malati, morti e di tutti gli altri che hanno paura di ammalarsi, e quindi, in buona sostanza, come nemico della Patria.
Patria che, non a caso, viene esaltata con tanto di bandieroni e inni dai balconi e pure dentro gli ospedali, come se il virus fosse un esercito nemico che vuole sconfiggere l'Italia, e non da cellule che vagano per il mondo moltiplicandosi all'interno di organismi di mammiferi, senza conoscere razze e confini.


"Un'esperienza che in qualche modo appartiene alla guerra. Egli non esita a difendere e valorizzare l'eredità dell'800, di quell'idealismo, di quella democrazia liberale che rischiano di essere travolti dalla enorme ondata di barbarie eccentrica e di triviale volgarità primitiva democratico-plebea, che è stata sollevata dalla guerra e passa ora sul mondo".

Ancora affinità con il nostro presente:

noi resistenti che, pur consapevoli dei pericoli del virus, non vogliamo morire soffocati da una vita da reclusi pur essendo sani e pur non avendo commesso alcun reato, in questo caso di tipo sanitario in quanto sani e fino a prova contraria non contagiosi, vogliamo vivere in pace facendoci i fatti nostri, ma veniamo bombardati da una terminologia che prende spunto dalla guerra, dalle guerre, terminologia che vuole unire il popolo, perchè tutto il popolo rischia, secondo loro, di fare una brutta fine.

Per cui, chi non prende parte alla guerra, viene visto come un disertore da multare, per ora.
Ma per farlo, per sanzionalo, ecco intervenire miriadi di pattuglie mai viste prima, droni ed elicotteri, che puntano addirittura singoli che camminano, corrono o prendono il sole in spiaggia da soli!

Il singolo, l'individuo, viene criminalizzato a volte solo sull'intenzione: "Eh no, non puoi andare oltre 200 metri (distanza prima valevole solo in Lombardia, ora a quanto pare in tutta Italia, ogni giorno le misure sono sempre più dure, ci stiamo abituando a tutto!), non si sa mai che stando troppo in giro contagi qualcuno o non si sa mai che vai magari a casa di qualcuno".

E, proprio come nella guerra, ecco le delazione e sistemi tecnologici per sorvegliare (ovvero spiare, controllare), senza trascurare altri metodi vecchi come il divieto di uscire coi figli o coi cani all'infuori di certi orari come accaduto in un paese in provincia di Bari.

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