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23 marzo 2010

Pubblicità in città

Si fa presto, è quindi un'operazione banale, condannare la tv per la troppa pubblicità che ci propina e grazie alla quale ci fornisce vari programmi, soprattutto quando non consideriamo che il primo luogo pieno di questa propaganda consumistica è la città dei civili cittadini che come miti non hanno miti nel verso senso della parola, ma ciò che gli viene proposto e riproposto continuamente

Anche chi si crede superiore ad essa in realtà la subisce: trovandola normale ("E' normale che ci sia la pubblicità, così il Comune incassa dei soldi") non si rende conto che sposta le nostre esigenze da un ideale e astratto luogo di pace al supermercato, non si rende conto di stare attraversando un paesaggio che non gli fornisce stimoli e che è abbruttito.
Non si rende conto perchè è pubblicità esso stesso

La città è una sfilza senza fine di case, e già solo questo dovrebbe farci riflettere sul nonsenso delle città nelle quali i cittadini vengono compressi e nelle quali ogni singolo palazzo viene oscurato da un altro. E' una giungla, ma di case e lamiere, dove non c'è alcuna atmosfera nè mistero (e ne vita autentica), ma solo il di già conosciuto che è tale anche in zone mai attraversate prima. Tutte le zone infatti ci fanno sentire "a casa nostra" attraverso i cartelloni pubblicitari che uniformizzano le più diverse esistenze portandole al consumo in quel dato grande centro commerciale.
Inoltre zone anonime subiscono ancora di più questa loro condizione a causa dei cartelloni pubblicitari che coi loro colori prendono il sopravvento.
Banali cubetti atti all'abitazione, trovano una propria caratteristica vitale solo attraverso il posizionamento di cartellonistica posta nelle loro mura

E' un paesaggio venduto, il nostro contemporaneo, mai esistito prima, un paesaggio che non riesce a trasmetterci alcun senso esistenziale. Mi si può obiettare che è quasi impossibile per chiunque farlo trovare al prossimo e che anche chi dovrebbe fornircelo non ha una risposta per sè.

Anche in spazi aperti, ma in realtà chiusi da staccionate e filo spinato, si sognano altri mondi, veramente liberi (veramente veri?E se sì quanto lontani dal nostro mondo?).

Il fatto è che non ci si pone affatto il problema: si attraversa la città e i suoi sobborghi non per raggiungere il nirvana, ma giusto per raggiungere un luogo lavorativo, di produzione o di venta, dalla propria abitazione che, considerando l'incremento dei rifiuti e anche del pil (a parte gli ultimi 2 anni), risulta essere una sorta di magazzino o la copia in piccolo di una vetrina che dovrà presto ospitare nuove merci (è solo la continua produzione ad incrementare con certezza il PIL, ed è la sola che ci fa mangiare senza dover coltivare ed allevare ed uccidere direttamente).
Eccoci dunque, per il dio PIL (il "Re del mondo che ci tiene prigioniero il cuore" di Battiato?), costretti ad adorare i padelloni satellitari, i decoder per i canali tv satellitari o del digitale terrestre (che presto finiranno nelle discariche per ritrovare i decoder di inizio anni '90), i cd, i cd-i, i mini-disc, i dvd, i lettori mp3, le tv, le tv lcd, al plasma, navigatori 2d e 3d (proprio noi, popolo di navigatori ahah) e così via. Tutto ciò non migliora le nostre vite, infatti possiamo goderci un qualsiasi film grazie al suo messaggio e non per via delle qualità visiva.

Lungo ogni corso la società preme contro di noi obbligandoci ad ammirare le ultime novità (presto gettate con disprezzo), intimandoci all'acquisto, pena la cacciata verso l'inferno della solitudine.
Come nel film di John Carpenter "Essi vivono", i veri messaggi che invadono la nostra vita non riguardano la bellezza, il rispetto, l'ambiente, la felicità, ma l'ubblidienza ad ogni azienda, ente, entità e l'acquisto automatico attuato senza pensieri.
Senza la pubblicità e senza i suoi messaggi più o meno subliminali, compreremo solo cose da noi ritenute davvero utili
(e bello, se è il caso), invece la costante somministrazione di nuovi prodotti (piccoli, per farci desiderare di vederli grandi dal vivo) che compaiono anche nei depliants inseriti nelle nostre buche delle lettere, ce ne fà desiderare di ogni sorta.
Perchè li desideriamo e li compriamo?
Essenzialmente perchè, come detto prima, ci spostiamo per la città per andare a lavoro e quindi se produciamo, vendiamo o forniamo servizi ed in cambio otteniamo dei soldi, l'unico loro scopo sarà quello di farci comprare altra roba prodotta e venduta e questo loro scopo permierà la nostra quasi totale vita. C'è chi dona la propria vita a Dio come le monache di clausura e chi al Dio Denaro. Spesso prendo per irrazionali e pazzi i religiosi, ma la massa di gente comune lo è molto di più, nella sua fredda razionalità calcolatrice.

Ultimamente sono molte le pubblicità "verdi" con auto immerse nella foresta, con ragazze in biancheria intima stese su prati accarezzati dal sole mattutino.

Mi chiedo che senso abbiano. Io penso che senza cartelloni e la carta usata per essi, di verde reale ce ne sarebbe di più.
Oltre a spingerci all'acquisto, alcuni cartelloni dovrebbero essere riservati per messaggi verso giovani e anziani (ovvero coloro che sono fuori dal mondo produttivo), ma anche verso tutti quanti, illuminandoli con aforismi dei più diversi filosofi, anche orientali, giusto per non farli sentire spersi in città come dentro una gigantesca fabbrica il primo giorno di lavoro.

"Come uno straniero non sento legami di sentimento e me ne andrò..dalle città.."
(F. Battiato)

Tutte le foto sono di Danx, tranne la n.5 di Stephen Shore

6 commenti:

Dombrechi ha detto...

in anni non sospetti (circa 40 anni fa) un certo Pier Paolo Pasolini di professione scrittore disse in un dibattito TV (cito a memoria): "non siamo cittadini, siamo consumatori"
sono passati circa 40 anni...

Danx ha detto...

Ciao Dombrechi, grazie del tuo contributo!

Dombrechi ha detto...

di niente, vi seguo e apprezzo il vostro lavoro. questo era uno dei post più interessanti, mi auguro che vengano a leggerselo in molti. ho mandato il link a un po' di amici...
ciao

Bob Bulgarelli ha detto...

Non c'è che dire.
Hai rispecchiato la realtà, una realtà creata ad och per noi miseri mortali. Purtroppo fino a ché tanta gente continuerà a credere a ciò che passa in televisione, senza opporvi neppure un minimo di senso critico, rimarremo in questo stato di cose. Anzi, via via peggioreremo. Spero solo che saremo sempre in più persone a sperare nell'utopia di un cambiamento in meglio.

Danx ha detto...

Siamo felici (o meglio, così ci sentiamo o tentano di farci sentire così) solo quando compriamo, perchè sul piano dei diritti l'Italia sta messa male, non ci sono miglioramenti, solo regressione:
giornalisti minacciati di multe salate e perfino carcere dal Presidente del Consiglio; epurazioni nei tg e nei canali televisivi PUBBLICI; trasmissioni di una seconda parte o libere da far chiudere; precariato diffuso e per i disoccupati (2 milioni) nessun salario minimo garantito; ecc...

Danx ha detto...

Siamo felici (o meglio, così ci sentiamo o tentano di farci sentire così) solo quando compriamo, perchè sul piano dei diritti l'Italia sta messa male, non ci sono miglioramenti, solo regressione:
giornalisti minacciati di multe salate e perfino carcere dal Presidente del Consiglio; epurazioni nei tg e nei canali televisivi PUBBLICI; trasmissioni di una seconda parte o libere da far chiudere; precariato diffuso e per i disoccupati (2 milioni) nessun salario minimo garantito; ecc...