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29 giugno 2018

Trento: ragazza uccisa dall'ex. Il paese lo difende

L'estate scorsa in provincia di Trento venne uccisa una ragazza molto giovane dal suo ex fidanzato.

Questo ragazzo, poi morto suicida, venne, veniva e viene considerato un bravo ragazzo.
Effettivamente, da quello che ho letto, non si era mai palesato in lui alcun desiderio assassino, ma la cronaca è piena di bravi padri di famiglia che uccidono le moglie e di brave mammine che uccidono i pargoletti.
Dopo aver ingerito qualche 'boccone amaro', alcune persone, improvvisamente, non sanno più relazionarsi civilmente col prossimo e impazziscono desiderando sterminare magari l'intera famiglia perché gli rappresenta una prigione. Effettivamente (#2) ci sono stati degli (anti)psichiatri che hanno elaborato teorie sul senso di oppressione e innaturalità generato dall'istituzione famigliare (Laing e Cooper).

Non voglio ovviamente giustificare gli assassini, semplicemente creare un preambolo che può servirvi per districarvi nelle scelte migliori da fare nella vostra vita, ovvero non sposarvi e neanche fidanzarvi, a meno che non viviate lontani!

Ma veniamo a questa tragedia, a questo omicidio insopportabile.

Giulia Siviero de Il Post è andata a Tenno a intervistare un po' di gente.

Viene fuori che, come dice ella stessa, 'la violenza contro le donne viene mal raccontata e spesso negata', ma non solo lì, anche in TV e nei giornali, dove le due figure, la vittima e il colpevole, vengono messi sullo stesso piano.

Trovo allucinante che in un ridente paesino montano le persone, che in teoria vorrebbero vivere in pace, allontanando dai gesti e dalla mente la violenza, riescano a considerarla un gesto umano e quasi quasi giustificabile. Forse perché ha commettere la violenza è stato un loro compaesano, un bravo ragazzo che portava un cagnolino trovato per strada dal veterinario, uno che faceva l'istruttore dei Vigili del Fuoco, ecc., ecc. Ecco, tante cose si sono dette di lui, tutte positive, mentre di lei?

Ehm, di lei bene poco, ci fa sapere Giulia Siviero: 'Di lei abbiamo letto che era solo una barista'. Un po' come venne scritto tempo prima a riguardo di un'altra vittima con lei che faceva la barista, aveva la minigonna e un top. Capito cosa sottintendono certi giornalisti?
'Leggendo sembrava che fosse sua la colpa di essere stata ammazzata'. Scioccante!

Ma in paese cosa si dice? Si parla di disgrazia, come una calamità naturale, un disastro senza responsabili. Adesso capite perché le parole sono importanti? Le parole sono come sassi, diceva un mio professore.
La giornalista si reca dal prete di paese, dice che nessun giornalista era ancora andato a intervistarlo (!) nonostante avesse officiato ambo i funerali e dice che tutti sanno come sono andate le cose e che nessuno le mette in dubbio. Peccato che non parli mai di femminicidio per usare invece frasi generiche tipo 'Ha fatto quello che ha fatto'. Ma che vuol dire? Lo sappiamo cosa ha fatto! Per aggiungere anche che non bisogna giudicare. Ah no? Ah, va bene, allora eliminano Magistratura, Tribunali, Avvocati, PM, Gip, carcere, ecc.
Da una persona così cosa vi aspettate? Niente, infatti i due funerali sono stati simili, 'Non c'è stata alcuna differenza'. Ovvero nessuna condanna e cose di questo tipo. Assurdo, fuori dal mondo!

Oltre al prete, evidenzierei il comportamento dei colleghi vigili del fuoco rei di aver portato la bara dell'assassino sulle loro spalle. Io mi sarei dissociato assolutamente. Il problema è che è molto difficile andare contro corrente specialmente in un paesino. Per loro evidentemente è vittima anch'esso. Cosa non si pensa per giustificare un proprio amico e quindi per sentirsi puliti tutti quanti. D'altronde chi vorrebbe essere associato ad un criminale? Nessuno.

Ecco alcune frasi fatte di persone e giornalisti:
"Se non l'avesse lasciato..", "Chissà che cosa ha fatto per provocare un gesto del genere", ecc. Qualcuno dice alla giornalista che il 1° novembre il prete di cui prima ha menzionato Mattia tralasciando Alba Chiara. Classico cristicolo che deve farsi bello perdonando il carnefice.

Veniamo al sindaco.

Si è mostrato dispiaciuto di non aver indetto il lutto cittadino per la morte della ragazza, di nome Alba Chiara, parla di errori per non aver distinto le due morti. Anche la 'serata del dolore' è stata un fallimento, infatti parteciparono solo 4 politici: il sindaco e tre consiglieri, mentre altri erano impegnati in eventi molto importanti come la Giornata mondiale delle api (!!!).

Il sindaco, di cognome Frizzi, voleva e vuole che la politica facesse la distizione e la spiegasse tra chi uccide e si uccide e chi invece viene ucciso. Pare una cosa banale, meno che elementare, ma evidentemente bisogna farla anche nel Nord Italia! Infatti le persone 'dicevano poverini tutti', mentre lui diceva 'No, poverina Alba Chiara'. E poverina è dire poco!

I Vigili del fuoco insistevano a ripetere come Mattia fosse un bravo ragazzo, allora il sig. Frizzi ha chiesto al comandante cosa doveva fare, forse intitolargli la caserma?

Dopo qualche mese, ormai giunti nel 2018, pensò di dedicarle una stele.
Niente da fare. Nessuno evidentemente aveva ancora compreso che non si trattò di una disgrazia ma che venne uccisa e non importa se poi lui si suicidò, perché la differenza tra le due morti è evidentissima, dico io.
Gli hanno proposto di farne una privata o una generica, ma lui ha risposto giustamente per le rime. Incredibile il facciaculismo del popolo. Non finisce qui: un posto non andava bene perché da lì passa tutti i gironi il nonno di lui col suo trattore e in un altro neanche perché troppo turistico. Non disturbiamo il sonno dei turisti illusi di aver trovato il paradiso. Non disturbiamo la coscienza dei parenti. Nascondiamo tutto!

L'ormai ex sindaco ha detto a La Repubblica di essersi dimesso perché 'Non sopportavo più la ipocrisia e la indifferenza', dopo aver proposto una stele per ricordare la ragazza.

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