Qualche giorno fa su La Stampa è comparso un ottimo articolo di Carlo Cottarelli che confuta le tesi del ministro Tria.
Ecco alcuni passi che ho evidenzato:
"Da qui a crere che gli investimenti pubblici abbiano un potere taumaturgico, il passo è lungo soprattutto per uno Stato ad alto debito. Aumentare il deficit, anche se per spese di investimenti, potrebbe non essere gradito da chi compra titoli di Stato."
"Il rischio di crisi sul mercato dei titoli di Stato dipende dal livello e dalla dinamica del rapporto tra debito pubblico totale e PIL. Non ne conosco uno che concluda che un aumento del rapporto tra debito e PIò sia accettato più benevolmente dai mercati se va a finanziare investimenti pubblici"
"Si dirà: ma no, il rapporto tra debito e PIL non aumenta, scende per via dell'effetto denominatore, se aumenta il PIL... Eh già. Peccato che non ci sia un Paese che sia riuscito a ridurre in modo stabile il rapporto tra debito pubblico e PIL facendo più deficit. Dov'è stato tentato, questo esperimento è fallito (negli USA degli anni '80): il debito è aumentato."
"Nelle intenzioni del governo si va oltre: la maggior spesa per investimenti non solo si autofinanzierebbe, non solo consentirebbe un calo del rapporto debito e PIL, ma permetterebbe anche di finanziare le promesse elettorali. Mi sembra davvero troppo."
"Se aumenta il deficit e il debito e i mercati si preoccupano, aumentano i tassi di interesse e a questo punto il PIL può scendere. Gli investimenti pubblici accrescerebbero la capacità produttiva del Paese a seconda della loro qualità e qui in passato non è che la nostra performance sia stata stellare. Prima della crisi del 2008, la nostra spesa per inv. pub. era di circa il 3% del PIL, mentre quella della Germania del 2. Ma le nostre infrastrutture non sono migliori di quelle tedesche. Ora la Germania spende sempre il 2 e noi siamo sullo stesso livello. Siamo sicuri che sia utile spendere di più prima di avere imparato a spendere meglio?"
"Potenza delle parole: Tria ha parlato di maggior spesa per inv. pub. e molti si sono tranquillizzati. Mah, potenza delle parole."
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