Questo blog utilizza solo strumenti forniti da Google per i blog, come ad esempio il numero dei visitatori e la possibilità di seguire le novità del blog. Nessun vostro dato (nome, email, sesso, ecc.) verrà da me visto e/o memorizzato e/o diffuso, venduto, ecc.
Non vengono utilizzati software di altre terze parti.

21 aprile 2020

La grave accusa di una RSA alla Sanità regionale e alle Protezione Civile

Su La Stampa di qualche giorno fa ho trovato un articolo dedicato ad una RSA piemontese, in cui la dirigente si scaglia contro la Sanità regionale rea di aver complicato le cose, di aver generato la tragedia.

Leggiamo i punti salienti:

"Siamo stati abbandonati in mezzo alla bufera".

"Noi delle RSA non siamo degli ospedali, non dobbiamo gestire le epidemie. Non è colpa nostra se si sono fatti pochi tamponi o se sono venuti a mancare i dispositivi di protezione".

"Assistenti e infermieri hanno protestato, denunciando carenze nella fornitura di materiale di protezione e problemi organizzativi nella gestione dell'emergenza".

"I primi tamponi a 8 degenti sono stati fatti il 9 aprile, al personale il 10 aprile. Il 10 marzo abbiamo fatto la prima richiesta di tamponi all'Unità di crisi regionale perchè un ospite presentava una sintomatologia sospetta, ma non è stato fatto nulla".

Alla fine è venuto fuori che degli 8 degenti sospetti, ben 7 erano/sono positivi!

"La Protezione Civile ci ha fatto 2 consegne di mascherine il 2 e il 10 aprile per un totale di 402 pezzi. Ma molte delle nostre forniture di Dpi di alta qualità, sono state requisite proprio dalla Prot. Civ. nelle settimane scorse. Non è un controsenso? Così ci espongono a denunce per mancanza di protezioni. Ecco perchè il 9 aprile ho diffidato formalmente la Prot. Civ. perchè impedisce le buone pratiche".

Mi sono segnato altri 2 articoli.

Nel primo si parla dei medici di famiglia che hanno denunciato la scomparsa di centinana e centinaia di email inviate da loro al Servizio di igiene dell'ASL Città di Torino. All'interno c'erano le segnalazioni riguardanti pazienti con sintomi da Covid-19 e le richieste di tamponi.

Un modo per lavarsene le mani da parte della Sanità? O si trattò davvero di un problema di server e cose simili? Non si può sminuire la cosa, si parla infatti di ben 500 email al giorno. E a quanto pare il problema è durato settimane.

Il Codacons ha chiesto alla Procura di procedere penalmente nei confronti dei responsabili.

Anche perchè adesso ci sono persone costrette a stare chiuse in casa perchè non sanno se sono ancora positive o meno, dato che nessuno si è palesato per effettuare i test.
Questi ritardi e mancanze possono aver contribuito, secondo il Codacons, all'estensione del contagio, perchè ha chiesto di valutare l'ipotesi di reato di concorso in epidemia colposa.

Nel secondo il caso di un signore di 67 anni che si è ammalato ai primi di marzo a Sauze d'Oulx, in montagna, dove lavorava in un hotel, ma che solo il 18 marzo è andato in ospedale, perchè, ai famigliari, dicevano che solo in presenza di febbre alta o di difficoltà respiratoria qualcuno sarebbe intervenuto. Questo, nonostante il signor Bruno Bruschi fosse diabetico e avesse avuto 2 infarti!

E, a proposito di questo paese, complimenti al sindaco che ai primi di marzo invitava i turisti e gli sciatori a recarsi presso questa ridente località alpina perchè non c'erano casi di coronavirus, per poi cambiare idea invocando addirittura l'intervento dell'esercito.

Chi passa da un eccesso all'altro merita solo di sentirsi dire questo: VERGOGNA!

Attenzione, non finisce qui: ho trovato i casi di 2 lettori che si lamentano il primo di non aver ricevuto risposte per 1 settimana alla sua richiesta di ottenere un tampone di controllo, ma soprattutto di essersi sentito dire che ci sarebbe una direttiva (?) in base alla quale agli asintomatici (ma in questo caso si tratta di un dimesso...) non spetta più questo servizio.

Il secondo, invece, dice di essere in quarantena perchè la moglie, infermiera, è risultata positiva.
Si è isolato per 15 giorni e il 16° l'ASL gli fa sapere che può uscire di casa e alla richiesta di ottenere un tampone, gli dicono che in Piemonte il tampone non viene fatto ai famigliari dei positivi.

COMPLIMENTI!

Nessun commento: