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4 febbraio 2009

Pubblicità regresso (suv)

Mentre il Governo sta per mandare in onda uno spot di "pubblicità progresso" sulla monnezza di Napoli (con, casualmente, un'attricetta amichetta del nostro amato premier. Link: Corriere del Mezzogiorno), non scappano dalla mia attenzione certe pubblicità che trovano spazio su riviste di un certo spessore come Internazionale e National Geographic, le cui pubblicità non gli rendono molto onore, ma si sa, in tempi di crisi, ogni cosa va bene pur di sopravvivere.

Quindi, se la cosa è giustificata, devo comunque dire la mia su chi propaganda l'uso indiscriminato di autovetture, peggio ancora se jeep o suv.
La pubblicità come avrete ormai capito è di un'industria automoblistica.

Vi è ritratta una famiglia truccata da rockstar che fa il verso ai Kiss, la quale necessita quel suv americano, posto sotto di loro, costruito per famiglie davvero forti ("for extra strong families", recita la reclame)
. Unire il concetto di forza ad un bisonte della strada è riduttivo e ineducato. Questa pubblicità punta alla pancia e al bieco istinto dei clienti attuali o passati o futuri, affermando che ciò che compri e possiedi dimostra la tua forza, evidentemente solo muscolare.
Ma la forza può anche essere mentale e può portare i più deboli di muscoli a grandi risultati in ogni campo, tra cui quello delle creatività e della grafica che tanto viene sfruttato da queste aziende...

Sotto l'immagine del suv vi è scrito che il motore (2.0 turbodiesel!) ha il filtro antiparticolato di serie per..."contenere tutta l'esuberanza della tua famiglia!" Come se guidare significasse non spostarsi per raggiungere altri luoghi, ma semplicemente schiacciare l'acceleratore per mostrare finti muscoli.

Il filtro viene usato come giustificazione per questo motore, potente, e per la tracotanza e il menefreghismo di chi è alla guida: "Ho il filtro che mi trattiene, fa tutto lui, io devo solo pensare ad andare al massimo!" può essere l'illuminante frase di un suo possessore.

Oltre alla potenza, non si parla di nient'altro, ne di spazio (fatta eccezione per il numero di sedili: 7, quando vedo auto con, 9 volte su 10, il solo autista), ne di accessori (fatta eccezione per l'utilissimo iPod).
I dati importanti sono scritti di lato con un carattere piccolissimo.
Eccoli: emissioni CO2 da 172 a 180 g/km (entro pochi anni le auto dovranno scendere a 130, come ogni utilitaria); consumi da 6,5 a 7 l/100km


Danx

4 commenti:

Günther ha detto...

sfondi una porta aperta, le aziende non tengono conto della coerenza del messaggio di comunicazione ne del target prescelto, importante è spendere quei soldi per la pubblicità, un errore che purtroppo è comune a tutte le aziende automobilistiche che sono i top spender della pubblicità

Danx ha detto...

Chissà quanti soldi spendono e chissà quanto vendono in più grazie ad essa. Chissà quanto plasmano le nostre scelte e stili di vita.
Senza il mito dell'auto ora forse ci sarebbe meno traffico, meno smog, meno incidenti e più bici?

Giuseppe Gatto ha detto...

non sono d'accordo con Gunther. Sanno benissimo quello che fanno e forse non era nemeno necessaria tutta questa analisi visto che i messaggi sono fin troppo chiari e sempre uguali. Chi compra delle enormi Jeep o SUV per usarle poi al 99% per andare a fare la spesa o portare il figlio all'asilo, auto che non vedranno mai una goccia di fango in vita loro, vuole semplicemente apparire e soddisfare il proprio ego (spesso in realtà piccolo e di poco valore). La macchina diventa una protesi di forze e virilità. Potere, Forza, Grandi dimensioni. Questo vogliono QUEI clienti e questo è esattamente quello che le aziende gli comunicano.

Danx ha detto...

Sì, in effetti il target sanno benissimo chi è.
Penso che bisogna parlare di queste cose per far capire agli "indecesi" la merda che gli tirano addosso!