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3 febbraio 2011

Mubarakkones

C'è una pericolosa rassomiglianza, perchè sempiterna e sempreverde, tra i sostenitori (fans, credenti, discepoli, guardie o altro) di Mubarak, quelli di Berlusconi, degli altri leader come tra le varie masse, nemiche fra di loro, che pendono dalle labbra di santi, santoni, guide, papi, messia e chi più ne ha più ne metta.

Non è una novità nella Storia vedere popoli che si ribellano contro un dittatore o un presidente ancorché democratico, così come non lo è vedere un'altra consistente porzione di popolo sostenerlo, quel raiss, anche con la forza, anzi solo con la forza, siccome è tutta gente ben ammaestrata, educata ad ubbidire e ad aggredire il prossimo se diametralmente opposto e se soprattutto vuole rivoltare la piramide gerarchica.

La piramide è quella sociale che vede nella base la massa e, mano a mano che si stringe, sempre meno uomini, ma sempre più potenti. Questo sistema che illude pochi di sentirsi degli dei non può che generare per sempre ubbidienza e disubbidienza.
E' come se all'interno della razza umana vi fossero due specie di animali, quella che si fa ammaestrare, domestica potremmo definirla, e quella nomade, che vaga in base alle proprie necessità e all'istinto individualista, selvaggia potremmo chiamarla.
Ma, appunto, nascono a causa della presenza della gerarchia che pretende che gli ultimi arrivati siano considerati zero (discriminazione) e gerarchia che costruisce con sapienti tecniche un capo come fosse un dio, per dividere il popolo e potersi godere qualche decennio di comando grazie alla propria adorante fazione.


Se la gente adora un dio con sembianze umane, perchè non potrebbe adorare un capo?

Questo è puro Patriarcato: un dio (col passare del tempo e a causa della conoscenza sulla funzione dello sperma, dalle dee s'è passati agli unici dei maschi) che per combinazione, in terra, si appalesa col pater familias, col capo villaggio o il capoufficio, col direttore e il Presidente, col boss e il proprietario, col Papa e l'Imam, figure che hanno la verità in bocca e soprattutto in tasca (se non li rispetti non ricevi soldi). Figure indiscutibili proprio come un dio che si crede generatore di vita e che per questo non deve essere mai insultato nè redarguito, una figura che per antonomasia non commette mai un errore.

Dittatura o democrazia la gerarchia regna sovrana, perchè sopra questi due sistemi politici, c'è il regno del Patriarcato.
Non sono sistemi che aiutano la gente, ma che sollazzano pochi maschi, spesso i più energici, avidi, bramosi, egoisti e violenti.

La maggioranza della gente, di qualunque censo e studio, così come prega un dio con la speranza di ottenere una felice e piena vita eterna (egoismo), si affida ciecamente in terra ad un uomo che qui svolge la funzione di dio, sia per ottenere dei benefici (proprio come sopra), sia per spirito di adattamento e istinto di sopravvivenza (anche se la vita terrena ha una "data di scadenza", la si vuole allontanare, quindi anche in questo caso c'è una similitudine con una certa religiosità), quindi non mi stupisco quando vedo esagitati difendere questo o quel leader politico o religioso.
Sia ben chiaro che chi protesta ora in Egitto come in altre zone del mondo, lo fa sì per scacciare un capo di Stato, ma soprattutto per sostituirlo con un altro da lui venerato e
venerare una persona significa annullare la propria, dando troppa importanza ad uno sconosciuto, importanza che una volta accresciuta potrà determinare, molte volte in peggio, le vite di tutti, perchè tanto lui, il capo, non vive con la gente ma in un mondo a parte.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non credo che vogliano cacciare lo zio di Ruby per averne un altro

Danx ha detto...

Certo che sì, infatti si dice che il partito che verrebbe dopo lo "zio" è quello del "Fratelli Musulmani", quindi non penso molto democratico e partito dove anche lì, come in tutto il mondo, vige la gerarchia piramadile.
Via un Andreotti c'è un Craxi, via un Craxi c'è un Berlusconi e via dicendo. Il succo è che sono sempre pochi quelli che decidono, dall'alto di non si sa che cosa, per tutti!