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9 giugno 2013

Diritti gay, in risposta ad una mia amica

Una mia amica di/su Facebook scrive che "Non è normale negare diritti dovuti ai cittadini perché si giudica chi questi amino. Non è Stato quello Stato che ti impone chi amare e in che modo."

Ecco la mia risposta:

"Non capisco perché ti fai queste illusioni sullo Stato e perché le persone le chiami cittadini.

Se vuoi amare due o tre persone anziché una puoi farlo (sempre che queste abbiano abbandonato la cultura monogamica, altrimenti non potrai neanche guardare un'altra persona che ti urleranno contro fino magari ad ucciderti.. eh sì, perché anche all'interno delle coppie omo ci si uccide!), se vuoi amare una persona del tuo stesso sesso puoi farlo.

Questi tipi di rapporti NON sono protetti in maniera adeguata dallo Stato, perché a questo interessa che la gente si riproduca e che una femmina faccia la femmina e il maschio il maschio. C'era infatti una vecchia legge che vietava l'aborto, perchè questo andava contro la stirpe..stirpe della nazione o una cosa simile.

Il diritto di cui tu parli, dal quale vuoi che tutte le persone siano protette, arriva dallo Stato, ma da questo io non mi aspetto nulla, così come non mi aspetto nulla dalla maggioranza delle persone che vivono in questa società. Chi è diverso da loro (e si può benissimo esserlo senza essere gay, si pensi che ne so, agli atei, agli squatter o a chi odia le automobili) non deve essere protetto dalle leggi perché appunto diverso. Lo Stato è una cosa fissa, ben piantata, che si basa sull'omologazione. E un mezzo per generarla è la creazione di varie istituzioni stataliste (scuola ed esercito) o quelle approvate dallo Stato (famiglia e chiesa)."

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