Con l'avvento dei social network, non solo è venuta meno l'intermediazione tra politici e cittadini, creata dai giornali e giornalisti che intervistavano i primi e che mandavano in onda servizi dove veniva mostrato tutto l'arco parlamentare.
Ma sono anche comparse altre due cose molto importanti da menzionare e anche preoccupanti:
1) le pubblicità: i post sponsorizzati dai politici sono preoccupanti perché non vengono visti da tutti, e perché di loro non rimane traccia nel web, a meno che qualche utente privato non li registri. Insomma, ciò che a volte vediamo, o che alcuni di noi vedono, non finirà in alcun archivio statale (tipo quello della RAI), così le generazioni future, ma anche quelle presenti, non potranno farsi un'idea completa della realtà politica.
2) la censura: se è vero che prima del web, i cittadini avevano pochi mezzi attraverso cui esprimersi (il voto e le manifestazioni di piazza, più qualche sparuta lettera ai quotidiani), oggi, pur essendo cambiate le cose, troviamo dei politici furboni che non vogliono far leggere ai propri fan, i commenti critici di elettori opposti, come nel caso di Salvini, nella cui pagina FB si viene censurati se si menzionano i famosi 49 milioni, i diamanti, il Trota, ecc.
Insomma, se i fan di Salvini e della Lega ex Nord vivono virtualmente solo sulle sue lande e sui siti dei giornali affini, non troveranno alcun commento negativo riguardante certi/molti aspetti.
Vero che è possibile battere la censura scrivendo 48+1 anziché 49, ma è anche vero che in futuro sarà possibile, suppongo, scovare fin da subito chi ha un profilo differente dal fan medio della Lega (o di altro partito) e censurarlo per... partito preso!
Insomma, i social vanno usati se si sono conoscono pro e contro.
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