Avete letto bene, ho proprio scritto così: "Rercord di morti in Italia, perché siamo in Italia"
E no, per ora non centra una possibile mutazione del virus.
Centra invece il nostro carattere e il nostro rapporto con il prossimo.
Noi italiani, a differenza degli asiastici, dei teutonici, scandinavi, ecc. (poi vedremo il numero di morti nel resto del mondo, specie in Francia e Spagna dove le persone sono generalmente come noi...), siamo molto più aperti, calorosi, affettuosi e riempiamo di baci e abbracci quasi ogni persona con cui dialoghiamo.
Non riusciamo a farne a meno, sia per abitudine, sia perché ci piace
sentire e far sentire la fisicità, il contatto umano che ci riempie di
calore e ci fa sentire in compagnia o meno soli.
Per non parlare del nostro senso della famiglia, in cui i figli stanno a lungo a casa con i genitori e in cui si fa spesso visita ai nonni e ci si incontra spesso per mangiare il sabato o la domenica tra parenti.
Nelle megalopoli cinesi, invece, tutto questo non avviene.
Ci sono anche lì tante occasioni sfruttabili dai virus, in quanto le persone vivono in migliaia nei tantissimi grattacieli e prendono metropolitane affollatissime e vanno a comprare in mercati in cui le condizioni igieniche lasciano spesso a desiderare.
Ma dobbiamo considerare il fatto che le megalopoli sono abitate principalmente da giovani e da famiglie mononucleari, in cui i nonni o i genitori anziani non sono presenti, perché magari rimasti in campagna.
Alcune di queste considerazioni le ho trovate su Repubblica.
Sul Fatto Quotidiano, invece, si parla di un nesso fondato tra inquinamento, Covid-19 e sua diffusione, infatti pare che il virus possa legarsi al Pm10. In Cina, la diffusione è calata, infatti, col calare dell'inquinamento. Questa ipotesi è stata diffusa anche dal Sole 24 Ore.
Leonardo Setti (Università di Bologna, dipartimento di Chimica) lo mette in luce:
«Le alte concentrazioni di polveri
registrate nel mese di febbraio in Pianura padana hanno prodotto
un'accelerazione alla diffusione del Covid19. L'effetto è più evidente
in quelle province dove ci sono stati i primi focolai».
Allora non resta che andare a vedere quali sono le città più inquinate in Italia:
le città con la più alta concentrazione di Pm10 nel 2019 sono state Torino, Lodi e Pavia.
Queste alcune di quelle che hanno sforato i limiti per 10 anni di fila:
Alessandria, Asti, Brescia, Cremona, Lodi, Milano, Napoli, Padova, Pavia, Reggio Emilia, Rimini, Torino, Verona, Vicenza.
Ci sono comunque 36 Comuni fuorilegge in meno rispetto al 2010.
E anche se queste tesi paiono essere sensate, ecco che non basta ridurre l'inquinamento e i nostri rapporti interpersonali, infatti i geni della tecnologia, spinti da Protezione InCivile e SGarante della Privacy, stanno creando o hanno già creato applicazioni per monitorare i nostri spostamenti, i nostri pagamenti e le nostre condizioni di salute.
"Molte società stanno lavorando a soluzioni di questo tipo.
Luca Foresti,
ad del Centro medico Santagostino e partner di Ascolto onlus (che
raccoglie fondi per la lotta al Covid-19 - col cazzo che gli darò anche solo 1 cent, ndb -), dichiara:
"Stiamo effettuando
gli ultimi test su una App da scaricare sui cellulari che permetterebbe alla Protezione civile di tracciare in tempo reale i movimenti delle persone positive,
di avvertire chi è entrato in contatto con questi soggetti, di
individuare sul nascere lo sviluppo di nuovi focolai e dettagliare
geograficamente l’emergenza. Anonimato garantito".
Aspettando novità, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli tira
dritto: in questi casi "prevale sempre la salute pubblica". "I diritti dei cittadini possono subire limitazioni anche incisive purché proporzionali a esigenze specifiche e temporalmente limitate", conferma il Garante Privacy Antonello Soro. Big Data contro Coronavirus. Anche l’Italia ci prova".
Non finisce qui, infatti i geni del governo, tra cui spicca Spadafora, vogliono una stretta su chi passeggia e corre. Secondo questi, la diffusione del virus è causata dalle persone che girano da sole per paesi e città, quando, oltre ai motivi di cui prima, questa avviene nei luoghi affollati: mezzi pubblici, bar, discoteche, ristoranti, ascensori, convegni, feste, scuole, chiese (sempre meno affollate, per fortuna ahahah), ospedali, palestre, ecc.
A queste losche figure, si sommano tutti i cittadini che dall'alto dei loro balconi, filmano, insultano e minacciano le persone che camminano, corrono o pedalano, anche se sono da sole o ben distanziate le une dalle altre, proprio come prevede il DECRETO del duca CONTE.
DOMANDA: Si può uscire per fare una passeggiata?
RISPOSTA: Si può uscire
dal proprio domicilio solo per andare al lavoro, per motivi di salute o
per necessità ovvero per svolgere attività sportiva o motoria
all’aperto.
DOMANDA: È consentito fare attività motoria?
RISPOSTA: Sì, l’attività motoria all’aperto è consentita purché non in gruppo. Sono sempre vietati gli assembramenti.
Aumenta, dunque, il numero dei depensanti, i quali sono anch'essi convinti che la diffusione avvenga per colpa di queste persone innocenti e in salute che non fanno altro che starsene per i fatti propri, seppur all'aria aperta.
Vero che se tutti facessero così, aumenterebbero le probabilità di contagio, ma è anche vero che al momento ciò non avviene, sia perché nessuno sta in giro 24 ore su 24, sia perché gli italiani sono famosi per stare a tavola, non per andare in giro a fare sport o anche solo a camminare.
Infatti, gli assembramenti nei parchi sono dovuti, in Primavera ed Estate, a quelle persone che si sdraiano, fanno picnic, giochicchiano a calcio o camminano a passo lento andando a braccetto:
il numero di ciclisti e podisti non è mai elevato, per cui ora non è certo preoccupante e pericoloso.
Insomma, scienziati, politici e gente comune, si uniscono per eliminare le nostre libertà in nome di una finta sicurezza sanitaria che non avremo mai, per colpa dell'inquinamento, degli incidentri stradali, del tabagismo, alcolismo, degli omicidi e così via. Ma loro sono contenti così. D'altronde sono dei geni (uh).
Geni che non menzionano mai un dato fondamentale: l'Italia negli ultimi 25-30 anni ha perso 80.000 posti letto negli ospedali e, attualmente, quelli in terapia intensiva sono 5 volte e mezzo in meno rispetto a quelli disponibili in Germania (60 milioni e 500 mila abitanti vs 82 milioni e 800 mila).
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